tag:blogger.com,1999:blog-31076102688118681462024-02-06T22:08:07.625-08:00mondosigi il blog di Sigismondo Nastri: fatti, opinioni, ricordi, riflessioni, arrabbiature e piacevolezze.
© Proprietà letteraria riservata.sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.comBlogger1503125tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-66808416716198275572022-05-03T10:48:00.005-07:002022-05-03T10:48:48.021-07:00 IL PAPA, LA GUERRA IN UCRAINA, PUTIN E GLI ALTRI<p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Il Corriere della sera riporta oggi, in due pagine (2 e 3), il resoconto di un lungo colloquio tra Papa Francesco e il direttore del quotidiano milanese, Luciano Fontana, che è anche l'autore del lungo servizio. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Riferisce Fontana: "La preoccupazione di Papa Francesco è che Putin, per il momento, non si fermerà. Tenta anche di ragionare sulle radici di questo comportamento, sulle motivazioni che lo spingono a una guerra così brutale. Forse ""l'abbaiare della Nato alla porta della Russia"" ha indotto il capo del Cremlino </span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">a reagire male e a scatenare il conflitto. ""Un'ira che non so dire se sia stata provocata - si interroga -, ma facilitata forse sì"".</span></p><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Una domanda mi viene spontanea. Quelli che hanno massacrato Alessandro Orsini, per le sue idee fuori dal coro ("i' songo n'ata cosa, so' n'essere pensante" si autodefiniva l'indimenticabile Peppe 'o stonato a Maiori), che ne pensano?</div>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-70403263151615808012022-01-01T14:36:00.000-08:002022-01-01T14:36:16.727-08:00 PENSIERI NOTTURNI ALLA RINFUSA DEL PRIMO GIORNO DELL’ANNO, NEL SEGNO DELLA SPERANZA<p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Il pensiero del primo giorno dell’anno è riservato alla speranza, che sta, come in un sandwich, stretta tra due sentimenti contrastanti: l’ottimismo e il pessimismo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">L'allegria beneaugurante, manifestata il 1° gennaio dell’anno che abbiamo appena archiviato, è stata vanificata dagli eventi politici, economici, sociali che si sono succeduti fino a ieri. Complice, l'epidemia di covid. E persino da quelli atmosferici, che hanno interessato, con conseguenze gravi, anche la nostra Costiera. </span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">L'Italia corre il rischio di sprofondare in una crisi istituzionale se i partiti non trovano un'intesa per eleggere di qui a qualche mese un presidente della Repubblica super partes, capace di rappresentare l'unità nazionale senza condizionamenti.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Mentre si festeggia l'arrivo del nuovo anno, e dopo ricche libagioni, si dà fuoco alla santabarbara dei fuochi d'artificio (mi chiedo a che sono servite le ordinanze di divieto dei sindaci, completamente disattese), penso ai poveri, agli emarginati, a quei disgraziati che cercano scampo da carestia, guerre, violenza, e tentano di approdare sulla nostra riva del Mediterraneo. Penso ai giovani che non trovano sbocchi occupazionali, ai lavoratori "espulsi" dai luoghi di produzione perché molte aziende, che pure hanno beneficiato di incentivi da parte dello stato italiano, chiudono o si trasferiscono altrove. Penso alla scuola, ridotta a un'area di parcheggio, che non alimenta le menti e non forma le coscienze. Penso alla riforma in atto degli esami, da quelli di scuola media a quelli di maturità, e mi viene da rimpiangere Giovanni Gentile.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Penso agli aumenti sulle bollette di luce e gas, che decorrono da oggi e faranno da traino alla lievitazione del costo complessivo della vita: dai generi di prima necessità ai trasporti.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Ecco, perciò, il ricorso alla speranza che pure, a sentire Albert Camus, «al contrario di quanto si crede, equivale alla rassegnazione». E vivere, aggiunge lo scrittore francese, «non è rassegnarsi». Giusto. Anche un nostro proverbio – lo abbiamo spesso sentito ripetere dai genitori e dai nonni – ammonisce: «chi di speranza vive disperato muore».</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Per Aristotele, la speranza è «un sogno fatto da svegli». Solo che i sogni sono fotosensibili, svaniscono alla luce del giorno.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Mentre mi tormento la mente con citazioni letterarie e pensieri per nulla rasserenanti, mi chiedo che senso abbia affidarsi alla speranza in una situazione così compromessa. La risposta la trovo in Georges Bernanos che scrive: «la speranza è una virtù, virtus, una determinazione eroica dell’anima. La più alta forma di speranza è la disperazione vinta». </span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Faccio mia anche la frase di Cicerone: «Dum vita est, spes est», finché c’è vita c’è speranza. Che è – lo leggo in una riflessione dell’indimenticabile cardinale Carlo Maria Martini - «un fenomeno universale, che si trova ovunque c'è umanità, un fenomeno costituito da tre elementi: la tensione piena di attesa verso il futuro; la fiducia che tale futuro si realizzerà; la pazienza e la perseveranza nell'attenderlo». Credo che sia la definizione più appropriata.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">E poiché, in fondo, come dicevano gli antichi romani, «homo quisque faber ipse fortunae suae» (ogni uomo è artefice della propria fortuna), non mi resta che fare affidamento in quella x appena percettibile, tracciata sulla scheda tra scetticismo, dubbio e diffidenza, nel segreto della cabina elettorale: considerato che di qui a breve, subito dopo la elezione del capo dello Stato, stando a quanto ci propinano quotidianamente i commentatori politici, forse toccherà a noi stessi – volenti o nolenti - diventare gli artefici del nostro avvenire, almeno di quello più immediato. </span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Se la democrazia è il governo del popolo, si lasci che esso decida il proprio destino: liberamente, senza gli 'nciuci dei soliti noti che ammorbano il panorama politico nazionale.</span></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-8109803653363527582021-11-23T03:01:00.008-08:002021-11-23T03:11:53.328-08:00UN PENSIERO PER ALDO FALIVENA<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;">La notizia della morte di Aldo Falivena, avvenuta ieri a Roma, in veneranda età, mi riempie il cuore di una tristezza indicibile. Lo ricordo come punto di riferimento (anche se non ho avuto la fortuna di collaborare con lui) quando, a metà del secolo scorso, iniziai l'attività di cronista in Costa d'Amalfi. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;">Egli, pure molto giovane, era già il capo della redazione di Salerno de Il Giornale <i>(non "Il Giornale di Napoli", come alcuni hanno scritto)</i>, un quotidiano campano (diretto, se non sbaglio, da Alberto Consiglio) che si distingueva - nel mondo dell'informazione di allora - per la qualità delle firme, dei servizi, delle cronache. Un giornale tutto da leggere, insomma.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisKkK3YlT8XY8e_AAc0JtW14-vNEHbMxWBW5MrSJ43C7RBRsVdtq78CVx3wzEL5shPUAhoPJTbrzYCgm3eBINnN6_Bh0tLnVPQSya_g_DT8Rjpadrqo5bQGp3Indv4X1OqaXDvb08h9w1v/s1144/Stampa+amalfitana.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1144" data-original-width="550" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisKkK3YlT8XY8e_AAc0JtW14-vNEHbMxWBW5MrSJ43C7RBRsVdtq78CVx3wzEL5shPUAhoPJTbrzYCgm3eBINnN6_Bh0tLnVPQSya_g_DT8Rjpadrqo5bQGp3Indv4X1OqaXDvb08h9w1v/s320/Stampa+amalfitana.jpg" width="154" /></a></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Nell'estate del 1955 Falivena fece il dono, a noi corrispondenti della Costiera, di pubblicare i nostri ritratti, eseguiti in modo scherzoso dal pittore Ignazio Lucibello, sotto il titolo "I componenti la stampa amalfitana" <i>(ved. immagine)</i>. Ci dedicò, insomma, quasi mezza pagina. Mica posso scordarmelo!</div></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;">Ho imparato molto da lui: leggendo i suoi articoli su Epoca, Corriere d'informazione, ecc. (pure Radiocorriere, perché no?), e seguendo i tanti bellissimi programmi che realizzava per la Rai. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;">Con Aldo Falivena se n'è andato un maestro di giornalismo e di vita: gentile, discreto, con quello sguardo profondo ma buono, rassicurante, che lo avvicinava a due dei suoi amici più cari, il poeta Alfonso Gatto e il pittore Mario Carotenuto. E se n'è andato, insieme, un grande salernitano, del quale la città dovrebbe conservare la memoria.</span></span></p><div dir="auto" style="animation-name: none; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none; white-space: pre-wrap;"><b><br />Al fratello Pietro, a tutti i familiari, esprimo sentimenti di vivissimo accorato cordoglio.</b><br /></div>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-11563767479901951822021-11-17T08:48:00.000-08:002021-11-17T08:48:13.105-08:00 QUANDO LA SANITÀ IN COSTIERA ERA ALL'ANNO ZERO. MA POTEVA CONTARE SU MEDICI EROI. RICORDO DEL DOTTOR FRANCESCO COLANGELO<p><br /></p><div style="animation-name: none; transition-property: none;"><div dir="auto" style="animation-name: none; transition-property: none;"><div class="ecm0bbzt hv4rvrfc e5nlhep0 dati1w0a" data-ad-comet-preview="message" data-ad-preview="message" id="jsc_c_q5" style="animation-name: none; padding: 4px 16px; transition-property: none;"><div class="j83agx80 cbu4d94t ew0dbk1b irj2b8pg" style="animation-name: none; display: flex; flex-direction: column; margin-bottom: -5px; margin-top: -5px; transition-property: none;"><div class="qzhwtbm6 knvmm38d" style="animation-name: none; margin-bottom: 5px; margin-top: 5px; transition-property: none;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh a8c37x1j keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id hzawbc8m" color="var(--primary-text)" dir="auto" style="animation-name: none; display: block; font-size: 0.9375rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;"><div class="kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="animation-name: none; margin: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Capitò tanti anni fa, quando l'Asl si chiamava Usl e il presidio ospedaliero di Castiglione di Ravello non esisteva ancora. Ci scrissi un articolo. Uno dei tanti sulla malasanità in Costa d'Amalfi.</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Successe che un poveretto, un <i>riggiolaro</i> di Vietri sul Mare, che stava eseguendo un lavoro di pavimentazione in una casa di Minori, fu colpito da infarto. A quel tempo non c'erano sul territorio il 118, la Croce Rossa e nemmeno la Protezione civile. Per fare un esempio, ad Amalfi, in caso di necessità, si faceva capo a una delle due farmacie dove per abitudine un paio di medici (Dio li abbia in gloria) stazionavano per qualche ora di mattina e di pomeriggio. </span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Ma vado al fatto.</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Il malcapitato fu adagiato sul sedile posteriore di un'auto e condotto velocemente all'ambulatorio della Usl di Maiori. L'uomo che lo accompagnava fermò la macchina davanti all'ingresso, salì di corsa le scale invocando a voce alta soccorso. Si imbatté in una dottoressa, che nella struttura aveva un ruolo non secondario: le spiegò ansimando la situazione, e insistette per un intervento immediato. Ma quella, frastornata, o forse presa da un attacco di panico, cominciò a correre per i corridoi, ad aprire tutte le porte, gridando: <i>«Aiuto, chiamate un medico!»</i>, dimenticando che lei stessa lo era.</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">A soccorrere il malcapitato si precipitò giù in strada il dottore Francesco Colangelo, che alla Usl ricopriva il ruolo di coordinatore sanitario.</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: center; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">*****</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Il dottor Francesco Colangelo, medico di famiglia, come lo si definiva allora, ma anche eccellente ostetrico, rimane nella memoria di chi lo ha conosciuto per quello che ha dato alla comunità di Maiori, e dell'intera Costiera, come professionista, dirigente sanitario, amministratore pubblico. Per la disponibilità nei confronti di quanti si rivolgevano a lui, per la carica di umanità e la simpatia che lo caratterizzavano. Non so quante donne abbia accompagnato nel percorso della maternità, quanti bambini abbia contribuito a far venire al mondo. Ricordo una bella caricatura del pittore Ulderico Forcellini, che lo ritraeva mentre era in attività col forcipe, esposta nel suo studio.</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Medico di stampo antico, colto, preparato, dotato di grande carisma, riusciva a fronteggiare le situazioni più delicate: sempre pronto a raggiungere, sia di giorno che di notte, quando veniva chiamato al capezzale di qualche infermo, le località più impervie del territorio. Poteva contare su due fidi scudieri: Tanino, autista della sua mitica Cinquecento, e addetto a regolamentare l'accesso dei pazienti alle visite, e Costabile, che fungeva da infermiere, effettuava prelievi venosi e iniezioni. Era il tempo in cui le visite domiciliari rappresentavano una costante. Oggi sono scomparse dall’agenda del cosiddetto <i>medico di base</i>.</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Ci eravamo conosciuti ad Amalfi in occasione di un suo incontro con l'onorevole Francesco Amodio del quale ero segretario, e s'era subito creato tra noi un rapporto di viva e sincera cordialità, di reciproca stima, di condivisione anche di scelte politiche, via via sempre più consolidatosi. Quando mi sposai nel 1971 e andai ad abitare a Maiori non ebbi dubbi nell’affidare a lui la tutela della salute mia e dei miei familiari. Seguì le gravidanze di mia moglie, poi la crescita dei miei figli. </span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Il professore Giuseppe Di Landro, che pure gli è stato amico, ha raccontato recentemente su Facebook un episodio che mi sembra significativo: <i>«Avevamo trascorso un periodo di riposo a Scanno, dove ci recavamo ogni anno tra l’ultima settimana di luglio e la prima di agosto. La mattina della partenza eravamo indecisi se fare ritorno a casa attraverso la spettacolare Gola del Sagittario e poi prendere a Cocullo l’autostrada o salire al Passo Godi per Villetta Barrea e Roccaraso. Alla fine decidemmo per quest’ultimo percorso. Giunti a Caianello il telefono squillò: mia figlia mi comunicava il decesso del dottore Colangelo nel suo paese natale in Abruzzo. Come fu triste il ritorno e ancora oggi penso che se ci fossimo trattenuti ancora un po’ avremmo potuto raggiungerlo per dargli l’ultimo saluto. Oggi voglio ricordare l’uomo sempre disponibile ad aiutare il prossimo con umiltà e in silenzio e il medico pronto dove si richiedeva il suo intervento. È stato un esempio di dedizione al lavoro e un esempio di generosità verso quelli che avevano bisogno e soprattutto una persona che nella sua semplicità ha lasciato un bel ricordo nei suoi assistiti e negli amici»</i>. Un sentimento di riconoscenza largamente condiviso. </span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: center; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">*****</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Ma torno all'episodio che stavo raccontando. Accertatene le condizioni, e prestatigli le prime cure, le uniche possibili in quella difficile situazione, il dottor Colangelo decise per il ricovero immediato dell'infartuato all'ospedale più vicino, quello di Cava de' Tirreni. E diede disposizioni in tal senso.</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Giustamente, l'autista dell'ambulanza fece presente che, senza un sanitario a bordo (nessuno si scandalizzi: era prassi pressoché abituale) non sarebbe partito. L'unico medico disponibile, ma riluttante fino al rifiuto, era un fresco laureato, utilizzato come "iniettore". Colangelo dovette impiegare tutta la sua autorità per convincerlo a salire sull'automezzo, che finalmente andò, come una freccia, a sirena spiegata. </span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">A Cetara l'infermo ebbe un arresto cardiaco. Il giovane medico se la vide brutta. Fortuna volle che si trovasse nei paraggi un esperto collega di Tramonti, chiamato temporaneamente a prestare servizio alla condotta di Cetara "a scavalco". Con una ardita manovra riuscì a rimettere in moto il cuore del poveretto. </span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">L'ambulanza riprese il viaggio verso l'ospedale di Cava, dove però quel disgraziato giunse solo per esalarvi l'ultimo respiro.</span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; text-align: justify; transition-property: none;"><span style="font-family: georgia;">Questa era, una volta, l’organizzazione sanitaria in Costa d’Amalfi. Così malandata da poter reggere – fino a quando non s’è potuto disporre del Presidio ospedaliero di Castiglione di Ravello, come filiazione dell’Ospedale Ruggi di Salerno - soltanto per l’eroismo di medici della statura umana, professionale, morale del dottore Francesco Colangelo. </span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; font-family: inherit; transition-property: none;">S.N.</div></div></span></div></div></div></div></div><div style="animation-name: none; font-family: inherit; transition-property: none;"><div class="stjgntxs ni8dbmo4 l82x9zwi uo3d90p7 h905i5nu monazrh9" data-visualcompletion="ignore-dynamic" style="animation-name: none; border-radius: 0px 0px 8px 8px; font-family: inherit; overflow: hidden; transition-property: none;"><div style="animation-name: none; font-family: inherit; transition-property: none;"><div style="animation-name: none; background-color: white; color: #1c1e21; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; transition-property: none;"><div style="animation-name: none; font-family: inherit; transition-property: none;"><div class="tvfksri0 ozuftl9m jmbispl3 olo4ujb6" style="animation-name: none; font-family: inherit; margin-left: 12px; margin-right: 12px; transition-property: none;"><div class="rq0escxv l9j0dhe7 du4w35lb j83agx80 pfnyh3mw i1fnvgqd gs1a9yip owycx6da btwxx1t3 ph5uu5jm b3onmgus e5nlhep0 ecm0bbzt nkwizq5d roh60bw9 mysgfdmx hddg9phg" style="align-items: stretch; animation-name: none; box-sizing: border-box; display: flex; flex-flow: row nowrap; flex-shrink: 0; font-family: inherit; justify-content: space-between; margin: -6px -2px; padding: 4px; position: relative; transition-property: none; z-index: 0;"><div class="rq0escxv l9j0dhe7 du4w35lb j83agx80 cbu4d94t g5gj957u d2edcug0 hpfvmrgz rj1gh0hx buofh1pr n8tt0mok hyh9befq iuny7tx3 ipjc6fyt" style="animation-name: none; box-sizing: border-box; display: flex; flex-direction: column; flex: 1 1 0px; font-family: inherit; max-width: 100%; min-width: 0px; padding: 6px 2px; position: relative; transition-property: none; z-index: 0;"><div aria-label="Mi piace" class="oajrlxb2 gs1a9yip g5ia77u1 mtkw9kbi tlpljxtp qensuy8j ppp5ayq2 goun2846 ccm00jje s44p3ltw mk2mc5f4 rt8b4zig n8ej3o3l agehan2d sk4xxmp2 rq0escxv nhd2j8a9 pq6dq46d mg4g778l btwxx1t3 pfnyh3mw p7hjln8o kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x tgvbjcpo hpfvmrgz jb3vyjys rz4wbd8a qt6c0cv9 a8nywdso l9j0dhe7 i1ao9s8h esuyzwwr gokke00a du4w35lb lzcic4wl n00je7tq arfg74bv qs9ysxi8 k77z8yql abiwlrkh p8dawk7l" role="button" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; align-items: stretch; animation-name: none; background-color: transparent; border-bottom-color: var(--always-dark-overlay); border-left-color: var(--always-dark-overlay); border-radius: inherit; border-right-color: var(--always-dark-overlay); border-style: solid; border-top-color: var(--always-dark-overlay); border-width: 0px; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline-flex; flex-basis: auto; flex-direction: row; flex-shrink: 0; font-family: inherit; list-style: none; margin: 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; outline: none; padding: 0px; position: relative; text-align: inherit; touch-action: none; transition-property: none; user-select: none; z-index: 0;" tabindex="0"><div class="rq0escxv l9j0dhe7 du4w35lb j83agx80 g5gj957u rj1gh0hx buofh1pr hpfvmrgz taijpn5t bp9cbjyn owycx6da btwxx1t3 d1544ag0 tw6a2znq jb3vyjys dlv3wnog rl04r1d5 mysgfdmx hddg9phg qu8okrzs g0qnabr5" style="align-items: center; animation-name: none; box-sizing: border-box; display: flex; flex-flow: row nowrap; flex: 1 1 0px; font-family: inherit; height: 44px; justify-content: center; margin: -6px -4px; min-width: 0px; padding-left: 12px; padding-right: 12px; padding-top: 0px; position: relative; transition-property: none; white-space: nowrap; z-index: 0;"><div class="rq0escxv l9j0dhe7 du4w35lb j83agx80 cbu4d94t pfnyh3mw d2edcug0 hpfvmrgz ph5uu5jm b3onmgus iuny7tx3 ipjc6fyt" style="animation-name: none; box-sizing: border-box; display: flex; flex-direction: column; flex-shrink: 0; font-family: inherit; max-width: 100%; min-width: 0px; padding: 6px 4px; position: relative; transition-property: none; z-index: 0;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh a8c37x1j keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v lrazzd5p m9osqain" color="var(--secondary-text)" dir="auto" style="animation-name: none; display: block; font-family: inherit; font-size: 0.9375rem; font-weight: 600; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;"><br /></span></div></div></div></div><div class="rq0escxv l9j0dhe7 du4w35lb j83agx80 cbu4d94t g5gj957u d2edcug0 hpfvmrgz rj1gh0hx buofh1pr n8tt0mok hyh9befq iuny7tx3 ipjc6fyt" style="animation-name: none; box-sizing: border-box; display: flex; flex-direction: column; flex: 1 1 0px; font-family: inherit; max-width: 100%; min-width: 0px; padding: 6px 2px; position: relative; transition-property: none; z-index: 0;"><div aria-label="Invia questo elemento ai tuoi amici o pubblicalo sul tuo diario." class="oajrlxb2 gs1a9yip g5ia77u1 mtkw9kbi tlpljxtp qensuy8j ppp5ayq2 goun2846 ccm00jje s44p3ltw mk2mc5f4 rt8b4zig n8ej3o3l agehan2d sk4xxmp2 rq0escxv nhd2j8a9 pq6dq46d mg4g778l btwxx1t3 pfnyh3mw p7hjln8o kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x tgvbjcpo hpfvmrgz jb3vyjys rz4wbd8a qt6c0cv9 a8nywdso l9j0dhe7 i1ao9s8h esuyzwwr f1sip0of du4w35lb lzcic4wl n00je7tq arfg74bv qs9ysxi8 k77z8yql abiwlrkh p8dawk7l" role="button" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; align-items: stretch; animation-name: none; background-color: transparent; border-bottom-color: var(--always-dark-overlay); border-left-color: var(--always-dark-overlay); border-radius: inherit; border-right-color: var(--always-dark-overlay); border-style: solid; border-top-color: var(--always-dark-overlay); border-width: 0px; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline-flex; 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font-size: 12px; margin-bottom: 4px; transition-property: none;"></div></div></div></div>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-25502178976376794982021-08-30T02:07:00.003-07:002021-08-30T02:16:12.625-07:00VITTORIO PERROTTA E IL SOGNO DI UN MUSEO DA DEDICARE AL PADRE<p style="text-align: justify;">Vittorio Perrotta, che con l’acquisto di Villa Savo, al Capo
di Vettica di Amalfi, dove lo sguardo si proietta da un lato sulla residenza che fu di
Carlo Ponti e dall’altro sulla piccola baia, già dimora degli Agnelli, dei D’Urso,
della contessa Chandon, ha dato una ulteriore dimostrazione del suo
attaccamento alla terra d’origine. </p><p style="text-align: justify;">In chi lo ha vissuto, torna alla mente il
tempo in cui la Costiera era meta abituale della high society internazionale e
le cronache si sbizzarrivano a raccontare le scorribande – in auto e in
motoscafo, e poi sugli sci - della first lady d’America e il blitz della
principessa monegasca sbarcata sulla Marina di Conca per tenere a battesimo la
figlioletta di Ines de la Fressange nella cappella della Madonna della Neve. Chissà
che il recupero di questa splendida location non possa fare da input per un
nuovo "rinascimento". Perché Vittorio è un personaggio straordinario. Un novello
Re Mida, capace di trasformare in oro tutto quello che tocca. Basta leggere il
libro (presentato ad Atrani tre anni fa) nel quale si racconta a Mauro D’Arco, "627
scalini. La storia romanzata di Vittorio Perrotta", edito da Franco Di
Mauro, per rendersene conto.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Scrive nella prefazione il sociologo Domenico De Masi: <span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">«</span>La
terra in cui Vittorio è nato e si è formato è la Magna Grecia. Proprio di
fronte ad Atrani, nella striscia di terra che segna i confini del golfo, era
Elea, la città di Parmenide e di Zenone. Qui, secoli addietro, si insegnava che
accanto alla ‘tesis', cioè alla forma del pensiero razionale, matematico,
preciso, inflessibile, esiste e potentemente opera la ‘metis', cioè quella
qualità umana di cui Vittorio, figlio della Magna Grecia e delle incursioni
saracene, è dotato in sommo grado. Solo chi possiede quella qualità sa
ricorrere all'intuito, allo stratagemma, al combinare irrequietezza e
intraprendenza, avventura e fantasia, vigile attenzione e ispirazione audace<span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">»</span>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Mi piace, nel titolo del libro, il richiamo ai 627 scalini
che, in un paese – Atrani - costretto a svilupparsi verticalmente, nella gola
angusta del torrente Dragone, è necessario percorrere per raggiungere la casa
dove Vittorio nacque il 24 agosto 1939. E, nel colophon, l'annotazione che il
ricavato della vendita (15 euro) è devoluto alla Collegiata di Santa Maria
Maddalena e alla Chiesa del Carmine. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Un atto di mecenatismo, da sommare ai tanti già
compiuti, dei quali sono testimoni i suoi concittadini. Una ulteriore prova che
il cordone ombelicale tra il ragazzo emigrato a Parigi e fattosi
"grande" con straordinaria caparbietà, tenacia, tante idee
innovative, conservando la voglia di vivere e di scherzare, come sottolinea De
Masi, è ancora perfettamente integro. Anzi, diventa più solido con lo scorrere
del tempo.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Me ne sono accorto quando mi
ha telefonato l’altro giorno, dal Marocco, dopo che gli avevo fatto gli auguri
di compleanno su facebook. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Una folla di ricordi ha invaso la mia mente. A cominciare da
quelli lontani della prima giovinezza: le romantiche serate alla Torre dell'albergo Luna, gli
abbordaggi sullo stradone, sulle marine, nei night (e io scrivevo sul giornale
delle pin-up-girls giunte dal Nord e catturate dai tritoni locali). Fu allora
che Vittorio si guadagnò l'appellativo di Sarracino, tanto era bello,
prestante: con quel viso eternamente abbronzato, che suscitava sguardi femminili
ammirati e concupiscenti. E anche un po’d’invidia tra i coetanei. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Fino all’ospitalità nel meraviglioso pied-à-terre di rue St.
Dominique, e all’invito nella sua maestosa residenza sulla Marne, la vigilia di
un Natale. Ci venne a prendere – me e famiglia – con la Rolls Royce appartenuta
al Duca di Windsor. Non ho dimenticato i salti di gioia di mio figlio Antonio
al solo vedere quell’auto!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vittorio era stato considerato un fenomeno per aver dato
vita alla catena di negozi "La chef des soldes" (poi "La clef
des marques"), richiamando su di sé l'attenzione delle maggiori riviste di
economia. Ricordo che una volta - ero suo ospite nell'appartamento che metteva
a disposizione degli amici in rue Saint-Dominique - trovai sul comodino una
copia di "Le nouvel economiste" con un lungo servizio che si occupava
di lui, dal titolo "Profession Soldeur". Aveva inventato un nuovo
modo di far commercio: gli outlet.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Dalla capitale transalpina, poi, i suoi interessati si sono
trasferiti a Cuba e, quindi, a Marrakech, in Marocco, dove ha creato </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheprJ_ItHSLglFmi6KQL9PbtiFgIzeavjCIXCexcd85jz1zrKGg3Rxm7nr7WTMZw1qRkMZ84adV5gJypVROAEgLRnYEJrBC7CnyAwbe8djfSOA3xeQfyMYeyxzw_yrm-F1_ZfA5lX1T3mk/s1200/Io+con+Vittorio+Perrotta.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="799" data-original-width="1200" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheprJ_ItHSLglFmi6KQL9PbtiFgIzeavjCIXCexcd85jz1zrKGg3Rxm7nr7WTMZw1qRkMZ84adV5gJypVROAEgLRnYEJrBC7CnyAwbe8djfSOA3xeQfyMYeyxzw_yrm-F1_ZfA5lX1T3mk/s320/Io+con+Vittorio+Perrotta.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><o:p><div style="text-align: justify;">un
importante complesso residenziale. E dove vive in una splendida casa,
"Villa Alessandrina", chiamata così in memoria della mamma, persona
semplice e forte, venuta a mancare troppo presto, a soli 39 anni, nel 1957.</div></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Al padre, Lorenzo, che faceva il sarto ad Amalfi in una
piccola bottega al tondo Volpe, sotto l'albergo Riviera, avrebbe voluto
dedicare un museo ad Atrani, ma non è stato possibile. "Per quanto io
voglia regalare alla città parte delle mie collezioni – disse tre anni fa -,
sembra non ci sia uno spazio comunale adatto ad ospitarla". Chissà che non
possa realizzare quest’altro suo sogno proprio a Villa Savo!</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; text-align: left;">© </span>Sigismondo Nastri</i></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-24295193893929990302021-08-29T06:13:00.000-07:002021-08-29T06:13:04.640-07:00 LE NOCCIOLE MEGLIO DEL VIAGRA<p style="text-align: justify;"></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic",sans-serif; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sembra che dodici nocciole - quelle tonde di Giffoni,
ad esempio, che sono una meraviglia -, messe a insaporire in un barattolo con
miele e bucce di limone (lo sfusato amalfitano, ovviamente), consumate con
regolarità (e, in particolare, all'occorrenza...), rappresentino una
eccezionale carica di energia. </span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic",sans-serif; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Giacomo Casanova ne faceva uso abbondante. </span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic",sans-serif; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Altro che tartufo, ostriche e viagra,
dunque! <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic",sans-serif; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ma nun m' 'o putevano dicere... a tempo
debito? <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic",sans-serif; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Le mie conoscenze al riguardo si sono
fermate al <i>sel de céleri</i> (sale di sedano), del quale sentii parlare una
volta in Belgio.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-34488821093975291932021-08-29T03:53:00.003-07:002021-08-29T03:56:29.204-07:00UNA SERENA RIFLESSIONE SUL FINE VITA E SULLA RACCOLTA DELLE FIRME [A MAIORI] PER L’EUTANASIA LEGALE<p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"><i>Non è legata
alla raccolta di firme di stamattina, a quello che leggo su Facebook, alle
discussioni innescate da un argomento così divisivo, che hanno tirato in ballo
- mi riferisco a una polemica che non fa onore né ai pro né ai contro -
finanche la statua della Madonna al centro del lungomare di Maiori.</i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il 16
gennaio 2013, a commento di un episodio di cronaca avvenuto in Belgio, dove due
fratelli gemelli, quarantacinquenni, sordi dalla nascita, che stavano perdendo
la vista, avevano fatto ricorso all'eutanasia, in un ospedale di Bruxelles,
scrissi: «Se la vita è un dono di Dio, ed io lo credo fermamente – un gran bel
dono, nonostante le difficoltà che contrassegnano il nostro cammino – va
rispettata. Sempre e in ogni caso. Comprendo la sofferenza dei due gemelli di
Anversa, e di tante persone colpite da disabilità, da malattia, da solitudine,
tormentate nel corpo e nella psiche, ma non dimentico che il dolore fa parte
della natura umana, del nostro essere. Non è un optional che possiamo accettare
o rifiutare. Pur inorridito dal gesto compiuto, consentito peraltro dalla legge
belga, provo compassione per quel medico che ha iniettato la sostanza mortale –
spero che non l'abbia fatto per denaro -, ma vorrei conoscere se poi egli è
riuscito ad andare a letto tranquillo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">“Non
uccidere” ammonisce il quinto comandamento. “Euthanatos” - “buona morte” - per
me non vuol dire scegliere quando, come e dove. "Vegliate - ammonisce il
Signore -, perché non sapete né il giorno né l’ora" (Mt 25,13). Vuol dire
essere pronti: in sintonia col Datore della vita, in pace col prossimo e con se
stessi.» <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quattro anni
dopo, il suicidio assistito in una clinica svizzera di Fabiano Antoniani, Dj
Fabo, l’artista quarantenne, tetraplegico e cieco dall’estate 2014 in seguito a
un incidente, non mi fece cambiare opinione, nonostante il profondo rispetto di
una scelta così dolorosa, così drammatica. Scelta dolorosa drammatica, ripeto:
che mi riporta alla mente il caso di Eluana Englaro. E quello di tanti
italiani, che hanno preso la strada della Svizzera per porre fine alla loro
esistenza terrena.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Io penso e
agisco - credo di agire - da cattolico. Ma - sottolineo, a scanso di equivoci
-, non mi permetto di demonizzare chi non la pensa come me. Credo che in una
società pluralista e democratica, come la nostra, nessuno possa imporre - su un
tema così delicato, il testamento biologico, la regolamentazione per legge del
fine vita - i propri valori etici e religiosi a chi non condivide la stessa
fede. Non accetto le strumentalizzazioni ideologiche, da qualunque parte esse
provengano. Ma non nascondo che già la parola, eutanasia, mi mette sconcerto.
Proprio perché - lo ribadisco - considero la vita un dono di Dio e penso che
spetti a lui deciderne inizio e fine. Già, ma la sofferenza, mi si obietterà!
Che ci piaccia o meno, essa - dalle origini - fa parte della condizione umana.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per quanto
mi riguarda, non delegherei a nessuno di scrivere "the end" al mio
cammino su questa terra. Non sottoscriverei mai un biotestamento. Anche se mi
dovessi trovare nelle condizioni più disperate.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Capisco però
che il mio modo di pensare è sorretto dalla forza della fede cristiana.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Capisco
anche che vivo in uno stato laico, aconfessionale, nel quale forse i cattolici
praticanti sono pure in minoranza: non posso, quindi, imporre i miei principi a
chi ha un'altra visione dell'esistenza. A chi non si riconosce nei miei stessi
valori.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ribadisco
quello che ho scritto in una poesia: non mi permetto di giudicare chi, stanco e
depresso, getta il bastone all'angolo di una via. Ne ho rispetto, anche
compassione (*).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">©Sigismondo Nastri<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 3.75pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">(*)
Compassione: "Sentimento di pietà verso chi è infelice, verso i suoi
dolori, le sue disgrazie, i suoi difetti; partecipazione alle sofferenze
altrui" (Treccani). "Umana cosa è aver compassione degli
afflitti" (Boccaccio).<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-1945353939316983882021-08-28T12:37:00.000-07:002021-08-28T12:37:02.961-07:00DA LUNEDI' 30 AGOSTO, E FINO ALL'11 SETTEMBRE, CAMPO ESTIVO PER I BAMBINI E RAGAZZI DI TRAMONTI SULLA SPIAGGIA DI MAIORI<p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 14pt; text-align: left;">L'amico sindaco di Tramonti, Domenico Amatruda, che ringrazio, mi dà notizia dell'attivazione, dal 30 agosto all’11 settembre, di un centro estivo per minori di età compresa tra 3 e 14 anni, finanziato con le risorse stanziate dal Fondo per le politiche della
famiglia, per un valore di € 9.514,73. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%;"><i>«Dopo un
anno difficile a causa della pandemia che ha penalizzato fortemente bambini e
ragazzi privandoli di importanti momenti di socializzazione tra coetanei - </i>dichiara Amatruda, che s'è prodigato molto per rendere attuabile l'iniziativa <i>-,
abbiamo pensato di poter offrire ai nostri piccoli cittadini un centro estivo
con funzione educativa e ricreativa presso la spiaggia di Maiori, fornendo un
supporto alle famiglie».</i></span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">I partecipanti potranno così trascorrere
momenti gioiosi sull'arenile e a mare, rafforzando la socialità penalizzata
durante il lockdown.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%;"><i>«Il centro
estivo </i>- aggiunge l'assessora all'Istruzione Anastasia Palladino -<i> è stato organizzato prevedendo anche il trasporto fino alla spiaggia per
non gravare sulle famiglie.</i><span style="font-style: italic;"> </span><i>Lì i bambini
saranno seguiti da educatori che li guideranno nel rafforzare la propria
autostima all’interno del gruppo di coetanei per trascorrere in modo divertente, intelligente, una vacanza organizzata e pensata per promuovere il
gioco, il benessere, lo sport e l’attenzione per l’ambiente». </i></span></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-40303350891675067482021-08-28T06:55:00.002-07:002021-08-28T06:57:15.910-07:00COSTIERA AMALFITANA: INCURIA, ILLEGALITÀ E ABBANDONO". SUL CORRIERE DELLA SERA L'ATTO D'ACCUSA DI ANTONIO SCURATI<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Dalle dichiarazioni
fatte al Senato il 17 febbraio di quest'anno dal presidente del Consiglio dei
Ministri Mario Draghi, sulla base delle quali ha ricevuto la fiducia del
parlamento, stralcio un concetto che mi sembra molto importante: «</span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; letter-spacing: 0.15pt;">Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita
dovranno cambiare. Ad esempio<b> </b>il modello di
turismo, un’attività che prima della pandemia rappresentava il 14 per
cento del totale delle nostre attività economiche. Imprese e lavoratori in quel
settore vanno aiutati ad uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ma senza
scordare che il nostro turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso
vive della nostra capacità di preservare, cioè almeno non sciupare, città
d’arte, luoghi e tradizioni che successive generazioni attraverso molti secoli
hanno saputo preservare e ci hanno tramandato».</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; letter-spacing: 0.15pt;">Mi pare di poterlo applicare alla discussione in corso
a Maiori, sfociata in una petizione, sul progetto che tende a realizzare,
nell’area del Demanio, di indubbio valore naturalistico, ma già abbastanza
maltrattata, un megaimpianto di depurazione degli scarichi fognari di alcuni
comuni della Costiera. È, secondo me, una iniziativa in controtendenza rispetto
all’azione che si propone di svolgere il governo in carica. Che, a questo
punto, avrebbe il dovere di fare chiarezza. Altrimenti, mi chiedo, a che serve
un ministro per la Tutela dell’ambiente, del territorio e del mare? Addirittura
un accademico, qual è Roberto Cingolani? Qualche indicazione è arrivata,
finalmente, dal ministero della Cultura, attraverso una risposta della
sottosegretaria Bergonzoni a una interrogazione della deputata Anna Bilotti
(M5S). Quanto meno il riconoscimento che l’area interessata all’impianto è di «rilevante impatto paesaggistico in contesto vulnerabile».
Meno male. Non è ancora passata la paura suscitata dal violento acquazzone che
ha colpito l’altro ieri Ravello, Atrani e Minori.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; letter-spacing: 0.15pt;">Difficile sperare che ci pensino qui, sul posto. Per
difetto di sensibilità, o di cultura? Non so. Forse c’entra la buona fede nei
tecnici, che non vanno tanto per il sottile. Oppure si dà più importanza ad
altri fattori. Solo che i guasti che si vanno a creare condizioneranno il
futuro. Come quelli compiuti da chi ci ha preceduti, che paghiamo in
termini di frane, smottamenti, alluvioni, congestione del traffico</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">, emissioni inquinanti,
trasporto pubblico non rispondente alle esigenze dei cittadini, degrado delle
aree urbane.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Sul Corriere della sera,
oggi, affonda il dito nella piaga Antonio Scurati, ravellese di elezione, che
conosce bene la Costiera. Lo fa senza peli sulla lingua. Non lo conosco di
persona ma, se avessi il piacere d'incontrarlo, sarei tentato di dargli un
bacio in fronte. Lo scrittore parla di incuria, di abbandono. E cita lo
scandalo dei limoni (i magnifici sfusati amalfitani) pagati ai
coltivatori 60 centesimi al chilo e rivenduti a Milano [e non solo lì] quattro
euro e cinquanta. E' chiaro che a queste condizioni non ci sarà riparo al
dilagante abbandono dei terrazzamenti, che richiedono fatica, cura continua sia
per ciò che riguarda le piantagioni sia per la salvaguardia delle
"macere", i muri a secco che sono elemento di spicco del paesaggio.
Lo scrittore poi cita «l'illegalità, l'illecito sistematico, la complicità
attiva e passiva di chi dovrebbe combatterlo». E «l'abusivismo edilizio
endemico che grida vendetta sotto gli occhi di tutti, quasi sempre impunito»,
del quale ci si accorge per lo più a… messa vutata. Tanto si sa che niente verrà
abbattuto.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dio creò la Terra e ne
rimase compiaciuto – ho raccontato in un precedente post –. Ma, trovandola
ancora grezza, prese a girarle intorno, seduto a cavalcioni su una nuvola, per
distribuire equamente le bellezze paesaggistiche e ambientali a ogni
territorio.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Successe, però,
qualcosa di imprevisto. All'altezza della Costa d'Amalfi si era squarciato il
sacco e ne erano venute giù in maniera eccessiva. L'angelo che lo accompagnava
glielo segnalò. Fu allora che Dio, per compensazione, vi mandò ad abitare gente
che piano piano l'avrebbero devastata.</span><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 18px; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Ci stiamo provando. </span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">Difficile da credere,
ma è così.</span></p><p>
</p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">©Sigismondo Nastri</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGSE_cbOrQCl8mg6I-szuF1zwmV-sTl8iITZ3xj7QDyLQr5bkicE0BJ2nR1DoQaTC2hvHR0Rck2kZ4zWp45PqQHYbBOxf7lNqR3OeYqus4sBl6iJlM_Tg-OG-m1BGC06ckcK5HH8NAUxQz/s2048/Scurati+ambiente+Costiera.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1437" data-original-width="2048" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGSE_cbOrQCl8mg6I-szuF1zwmV-sTl8iITZ3xj7QDyLQr5bkicE0BJ2nR1DoQaTC2hvHR0Rck2kZ4zWp45PqQHYbBOxf7lNqR3OeYqus4sBl6iJlM_Tg-OG-m1BGC06ckcK5HH8NAUxQz/s320/Scurati+ambiente+Costiera.jpg" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><br /></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-2537507677693978462021-08-27T06:17:00.003-07:002021-08-27T06:17:27.308-07:00 LA SAGGEZZA DI UN POPOLO NEI VECCHI PROVERBI<p style="text-align: justify;"></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #050505; font-family: "Times",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sette, magazine del Corriere della
sera, compie un excursus sui proverbi dialettali, regione per regione, entrati
nell’uso comune. «Perché, si sa, la saggezza ha radici profonde legate al
territorio, alle abitudini, alla vita contadina». </span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per ciò che riguarda la Campania, ne propone tre, che
trascrivo qui, con qualche annotazione. Confesso però che la scelta non mi ha
convinto. Ce ne sono altri che, senza avere estrazione colta, documentano con
maggiore efficacia la filosofia di un popolo, che trae spunto e alimento dalla
vita quotidiana.</span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> 1) Tutto ‘o stuorto s’ ‘o porta l’ascia (Tutto lo
storto lo porta via l’ascia). </span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È tratto da Le Muse napoletane, egroche di Gian Alesio
Abbattutis, edito nel 1669. «All’utemo se more, / Perche nesciuno è franco de
Gabella, / Tutto lo stuorto po ne porta l’ascia / Disse Mastro Nicola, / Tutta
la ruggia ne porta la mola, / E meglio de lo poco / Gaudere senza affanno, /
Che d’assaie triuolare, / Ogne cosa se lassa, / E quanno buono pienze, / Tanto
spassamiento / È tutto vrenna, è tutto fummo, e biento.»</span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> 2) ‘A pulizia è sempre bona, ‘a fora ‘e chella d’ ‘a
sacca (La pulizia va sempre bene, tranne che per le tasche). </span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Secondo me, andrebbe riscritto così: ‘A pulézzia è
sempe bbona, ‘a fora chella d’ ‘a sacca. In effetti è una rivisitazione di un
detto in uso nell’avellinese: ‘A pulezzia è malamente sulo rint' ‘a sacca (La
pulizia è cosa disdicevole solo se riguarda la tasca).</span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> 3) Cosa de notte po’ lo juorno pare (Una cosa fatta di
notte poi il giorno si vede). </span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È una citazione presa dal Pentamerone di Giambattista
Basile: «Guarda, Pacione, non te ncrapicciare / De femmina la notte, faje lo
mutto, / Né ffemmena, né ttela / A llumme de cannela; / Cosa de notte po lo
juorno pare…».</span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p><br /><p></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-61795213068672022212021-08-10T02:19:00.000-07:002021-08-10T02:19:53.256-07:00PREGHIERA FERRAGOSTANA<div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Signore, ti supplico, mandaci la pioggia. </div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Presto, prima ancora che la furia dei piromani prenda di mira la Costa d'Amalfi. Come avviene solitamente ogni anno in concomitanza con la festa patronale di Maiori e di Positano in onore dell'Assunta.</div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Quanto agli autori e agli esecutori di un progetto malavitoso di vasta portata, neppure circoscritto a un solo territorio, ma esteso in buona parte dell'Italia e nel mondo, io mi rifiuto di pensare che nessuno veda, senta, sospetti o, peggio, sappia.</div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Mi fa paura il clima di omertà nel quale viviamo. </div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Mi lascia perplesso l'incapacità di chi è preposto a indagare: è da cinquant'anni che, ad ogni estate, ci troviamo a fare i conti col fuoco che manda in cenere i nostri boschi, crea le premesse per frane, smottamenti, alluvioni.</div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Nella lunga esperienza di cronista non ricordo che uno di questi sciagurati - non certo l'mprudente agricoltore colto a bruciare un po' d'erba secca - sia mai stato individuato, catturato, condannato.</div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Signore, aiutaci tu. </div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Mandaci la pioggia. Non violenta, ma tale da rinfrescare abbondantemente i cervelli e i cuori.</div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">Amen.</div><div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; text-align: justify; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">© S.N.</div>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-74679353861564093882021-05-29T12:30:00.003-07:002021-05-29T12:31:48.221-07:00"I FAVOLOSI 60". UNA GALLERIA DI PERSONAGGI, FAMOSI E NON FAMOSI, ACCOMUNATI DALL'ANNO DI NASCITA. VISTI E RACCONTATI DA GABRIELE BOJANO<p><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><br />“I favolosi 60” di Gabriele Bojano. Lo
sfoglio, qualcosa non mi convince. Non mi convince l’affermazione di Antonio
Polito che c’è il ritratto di sessanta persone. Come Didimo, tentato di mettere
il dito nella ferita del Cristo, vado a contare: non sono sessanta, ma
sessantuno. Mi piacerebbe sapere chi c’è entrato di straforo o, come si dice in
gergo calcistico, in zona Cesarini. No, quale straforo? Ele è fuori elenco. «E’
la mia metà», sottolinea Gabriele e l’omaggio è doveroso. Se mai, a voler
essere pignolo, devo aggiungerci proprio lui, l’autore, che non s’è limitato a
descrivere i personaggi presi in esame (in ordine alfabetico), ma se n’è reso
protagonista, anzi “il” protagonista, dato che li usa per raccontare sé stesso.
E su questo ha ragione Polito: Gabriele l’ha azzeccata. L’idea di raccontarsi,
attraverso gli altri, è un vero colpo di genio.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ma torno all’aggettivo “favoloso”
applicato ai 60. Che pure è intrigante. Sessanta rimanda ai soggetti descritti,
nati nel ’60, quindi sessant’anni fa, giunti quasi in contemporanea all’età di
sessant’anni. Un po’ complicato per chi, come me, nel ‘60 ne aveva già
venticinque e viveva da adulto – ma non per questo distrattamente – quel
periodo favoloso, rappresentato da icone che avevano il nome di Grace Kelly, Brigitte
Bardot, Jacqueline Kennedy. E - accidenti!, me ne stavo dimenticando (che
brutti scherzi fa la vecchiaia) - Marylin Monroe, affacciatasi prepotentemente
in quel decennio e poi sparita, dopo un anno e mezzo, come un arcobaleno. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il sottotitolo, a mo’ di catenaccio, mi
lascia perplesso: “Troppo giovani per tirare i remi in barca Troppo vecchi per
tirare la barca a remi”. A ottantasei anni la mia vita scorre densa di
sorprese, di emozioni. Azzardo ancora progetti. Gabriele mi deve credere: non
si è mai troppo vecchi, se i lumi nel cervello restano accesi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quanto ai sessanta/sessantuno, le cui
storie s’intrecciano con quelle di altri personaggi, che pure sono citati, mi
accorgo che ne ho conosciuto solo qualcuno: Antonio Adiletta (anche Lelio
Schiavone, del Catalogo, con i quali ho avuto contatti al tempo delle mostre a
Salerno curate da Massimo Bignardi), Luciano Alfano (credo di averlo incontrato
una volta, tanto tempo fa: mi diede il suo biglietto da visita), Tino Iannuzzi
(perso di vista dopo l’elezione in parlamento), Diego Armando Maradona (col
quale stetti una sera a cena al Giardiniello di Minori), Oreste Mottola
(collega, amico anche su facebook), Delio Rossi (che incontrai a Tramonti),
Paolo Vuilleumier (unico rappresentante della Costa d’Amalfi nel libro). Ma io
ho vissuto per lo più al di là di Capo d’Orso, appendice del mondo. <o:p></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeztqSv2wu0C7wCI2vv9kJQMfjVOB4Tuvr1QyyaPkzWkvd4ZIu4vIqljlMZkzHOCOZ0jkLXKoR9Kxh4XQjIQhSk0lk3gMhq0BetzcMEwbE71ntH8qvKCgB2QZfFqoBL9r0O6JFNCbIWWEa/s2048/Bojano+LIBRO.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1369" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeztqSv2wu0C7wCI2vv9kJQMfjVOB4Tuvr1QyyaPkzWkvd4ZIu4vIqljlMZkzHOCOZ0jkLXKoR9Kxh4XQjIQhSk0lk3gMhq0BetzcMEwbE71ntH8qvKCgB2QZfFqoBL9r0O6JFNCbIWWEa/s320/Bojano+LIBRO.jpg" /></a></span></div><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non ho conosciuto Carol Alt, e me ne
dolgo, ma sono stato a cena con Barbara Bouchet e ho preso il caffè con Edvige
Fenech (e Montezemolo, ovvio) ad Amalfi. Mica male! Non ho avuto il piacere
d’incrociare Franco Arminio. Per quanti sforzi faccia, non riesco a ricordarmi
se ho mai scambiato parole con Stefano Caldoro (eppure, seguivo per il Giornale
di Napoli l’attività politica di Carmelo Conte, quando era ministro, in Costiera
amalfitana).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Gabriele Bojano, attraverso il racconto
della sua lunga intensa e brillante carriera giornalistica, dalle prime
esperienze in radio al Corriere del Mezzogiorno oggi, ricostruisce pagine di
storia salernitana, e non solo: che abbracciano cronaca, spettacolo, politica,
sentimenti, costume. Lo fa con una punta di amarcord, com’è giusto che sia, ma
con un tono leggero, sorridente. Senza mai perdere di vista la felicità, che
non è racchiusa in «attimi di dimenticanza», come diceva Totò e Fiorello
conferma. La felicità è fatta anche di ricordo: che rimane «l’unico paradiso –
scriveva Jean Paul nel ‘700 - dal quale non possiamo venir cacciati».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">©Sigismondo Nastri (da: Il Vescovado)<o:p></o:p></span></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-43829418890450251022021-03-13T08:19:00.004-08:002021-03-13T08:27:52.473-08:00LA PATATA, IL CACCHIO E LA VACCINAZIONE ANTICOVID<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqm6XbrvzT1sJOfnuaVyx-zAgMDsstDER5RhDb_eT_A20fNF9YZw8uotr6KyeVaZUDzBDkpEy6o_NyYzTmQ3OcH0Vt-Zw4hhsMu7SkFitjnYKnbo77XKP5jMHJ5wfP8oUp_E7Eh7zi3Pwe/s2048/Patata+col+cacchio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1906" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqm6XbrvzT1sJOfnuaVyx-zAgMDsstDER5RhDb_eT_A20fNF9YZw8uotr6KyeVaZUDzBDkpEy6o_NyYzTmQ3OcH0Vt-Zw4hhsMu7SkFitjnYKnbo77XKP5jMHJ5wfP8oUp_E7Eh7zi3Pwe/s320/Patata+col+cacchio.jpg" /></a></div><span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: georgia;"><br />La patata con il... cacchio. </span></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: georgia;">Che - preciso, a scanso di equivoco -, nel linguaggio agricolo è il germoglio. Questo, trovato il posto per venir fuori dal bulbo, procede nella crescita tomo tomo, e, per l'appunto, cacchio cacchio. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: georgia; white-space: pre-wrap;">Non so perché, mi viene da associarlo alla vaccinazione anticovid in un angolo di mondo - della Costa d'Amalfi, per essere più chiaro -, che non cito, dove il ticchettio dell'orologio sembra avere un passo più lento. Tomo tomo. Senza che ci si accorga che, intanto, <i>"tempus fugit"</i>. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: georgia; white-space: pre-wrap;">Leggo in un comunicato che un giorno sono stati vaccinati 18 anziani di un comune, l'indomani 18 dell'altro (e poi... pausa). Il cuore mi si riempie di speranza. In fondo, ho solo ottantasei anni e, <i>s</i></span><i style="color: #050505; font-family: georgia; white-space: pre-wrap;">i nun more, pò essere ca, primma o doppo [doppo, ma quanno?] tuccarrà pure a me. Si nun more... </i></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: georgia; white-space: pre-wrap;">Dice il proverbio: </span><i style="background-color: white; color: #050505; font-family: georgia; white-space: pre-wrap;">"Cu 'o tiempo e cu 'a paglia s'ammaturano 'e sovere"</i><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: georgia; white-space: pre-wrap;">.</span></p><div dir="auto" style="animation-name: none; background-color: white; color: #050505; text-align: justify; transition-property: none; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: georgia;"><i>Sia fatta 'a voluntà 'e Dio.</i> </span></div><div dir="auto" style="animation-name: none; background-color: white; color: #050505; text-align: justify; transition-property: none; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: georgia;"><i>Ammènne.</i></span></div>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-69281548080008235082021-03-11T08:57:00.002-08:002021-03-11T08:58:49.491-08:00VACCINAZIONE ANTICOVID A MAIORI. IL BUONSENSO CHE VA A FARSI FOTTERE<p> V<span face=""Segoe UI Historic", sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 11.5pt; text-align: justify;">oglio bene ad Andrea Reale, sindaco di
Minori. Lo conosco da quando era ragazzo, lo apprezzo per il suo attivismo, per
quello che fa. </span><span face=""Segoe UI Historic", sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 11.5pt; text-align: justify;">L'appunto che gli faccio si riferisce al
suo ruolo di delegato alla sanità della Conferenza dei sindaci della Costiera. </span><span face=""Segoe UI Historic", sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 11.5pt; text-align: justify;">Non credo che sia stato lui a stilare il
calendario della campagna vaccinale a Maiori, qui riprodotto, che mi è stato
rimesso per Whatsapp. Ma perché lo ha sottoscritto?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Possibile che non si sia reso conto che
rimandare alla prossima settimana la vaccinazione degli ultraottantenni - i
soggetti più fragili, come vengono definiti -, dopo la parata del primo giorno
(18 vaccinati!), li espone a grave rischio in un momento in cui la pandemia è
in piena escalation?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Una decisione, presa non so da chi, in
quale sede, che è addirittura in contrasto con le indicazioni del governo e
delle massime autorità sanitarie. E che, oltretutto, crea disparità di trattamento
tra over ottanta, nello stesso territorio: quelli che si sono vaccinati a
Castiglione di Ravello, oppure a Maiori (ieri e oggi); quelli che si stanno
vaccinando a Positano. E gli altri in lista d'attesa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il Piano nazionale stabilisce l'ordine
di priorità sulla base delle analisi condotte da studi scientifici: e
privilegia l'età e la presenza di condizioni patologiche che rappresentano le
variabili principali di correlazione tra la mortalità per Covid-19.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non mi pare che se ne stia tenendo conto
a Maiori.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(240, 242, 245); line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhewJBGYmwlx3r70RSfEMeomM5MlcX8joOWzOzFHElfvtg98RTiNTvNQhRx3juh3oUQsEexDB9vKMDICyIPHODaWCQgIaqbFi8kTJDPadq0qxFkVsB7HBBB1VlK7SAOh8Ai1xxTrp4Oho8_/s1600/Vaccinazione+documento.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1131" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhewJBGYmwlx3r70RSfEMeomM5MlcX8joOWzOzFHElfvtg98RTiNTvNQhRx3juh3oUQsEexDB9vKMDICyIPHODaWCQgIaqbFi8kTJDPadq0qxFkVsB7HBBB1VlK7SAOh8Ai1xxTrp4Oho8_/s320/Vaccinazione+documento.jpg" /></a></div><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quando si attiva una campagna vaccinale,
con una pandemia in corso, il buonsenso vorrebbe che la si portasse avanti il
più rapidamente possibile, senza interruzioni. Sta avvenendo così in altre
parti. Anche a Positano, se sono bene informato. Ed è avvenuto così a
Castiglione. Non parlo di Salerno, Ospedale Ruggi, dove si lavora a pieno ritmo
con un'organizzazione perfetta. Figli e figliastri, insomma. Cittadini di serie
A e di serie B. <o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(240, 242, 245); line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">A Maiori se la stanno prendendo comoda.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: rgb(240, 242, 245); line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E poi mi chiedo: perché il personale
scolastico viene convocato di mattina, in orario di servizio, e gli anziani,
spesso malandati, di pomeriggio, quando sul corso Reginna, già prima del
tramonto, comincia a far freddo? Specialmente se tira un po' di tramontana?</span></p><br /> Ci
vogliono proprio togliere dai piedi?<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ripropongo, perciò, le mie domande:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">- Il presidente della Regione, Vincenzo
De Luca, ne è a conoscenza?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">- E il ministro Speranza che ne pensa? <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; font-size: 11.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">- E il vice ministro Sileri?<o:p></o:p></span></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-72541364306615903182021-03-09T10:12:00.002-08:002021-03-09T10:12:58.587-08:00 MAIORI E MINORI. FINALMENTE, VIA ALLE VACCINAZIONI<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;">Dopo tutto il casino che ho fatto, su facebook e non solo, sono stato informato che la location per le vaccinazioni a Maiori (Centro anziani, al corso Reginna), la cui idoneità era stata messa in discussione, o (forse) cancellata, ora va bene. </span><br />Il Signore sia lodato!<br />L'inizio delle vaccinazioni è fissato alle ore 15.00 di domani. Sono già partite - mi è stato riferito - le prime convocazioni.<br />Ringrazio di cuore chi si è premurato di darmi questa notizia. Che non m'è arrivata, lo sottolineo, né da Maiori, né da Minori.</span></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-19381710672613722402021-03-09T03:00:00.002-08:002021-03-09T06:08:58.697-08:00VACCINAZIONE ANTICOVID. CHI DI SPERANZA VIVE...<p style="text-align: left;"></p><div style="text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;">Ai tempi miei (ho 86 anni, più di sessanta dedicati all'attività di cronista in Costa d'Amalfi) esisteva il giornalismo d'inchiesta. </span></div><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;"><div style="text-align: justify;">Oggi ci si adagia su veline e comunicati stampa.</div></span><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;"><div style="text-align: justify;">Possibile che nessun organo d'informazione - tv, radio, giornali - abbia sentito il dovere di indagare sul perché, in questo territorio, gli ultraottantenni di Amalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare, hanno avuto accesso alla vaccinazione anticovid (al P.O. di Castiglione di Ravello, a Positano e, per quanto riguarda Cetara e Vietri sul Mare, a Salerno), mentre NE SONO ANCORA PRIVATI - fino a oggi, non si sa cosa avverrà domani - QUELLI RESIDENTI A MAIORI E MINORI? <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqc52owskSQFJREaUuUagzgeEz-3JWu8avBRoxB3Ni8zDe2b_GudSVFY9RaWqAgLfhQMXmpntXqfWafPgufGFQiu7-YShiPBh5tusuLgsL3Vsx6c_BpcskCYyg_6IB-H4zamfEYixFEXaU/s258/Tre+scimmie.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="196" data-original-width="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqc52owskSQFJREaUuUagzgeEz-3JWu8avBRoxB3Ni8zDe2b_GudSVFY9RaWqAgLfhQMXmpntXqfWafPgufGFQiu7-YShiPBh5tusuLgsL3Vsx6c_BpcskCYyg_6IB-H4zamfEYixFEXaU/s0/Tre+scimmie.jpg" /></a></div></div></span><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;"><div style="text-align: justify;">Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, è informato dell'evidente grave intollerabile disservizio che continua a esporre gli anziani, residenti in questi due comuni, al rischio di contagio? Con conseguenze che si possono ben immaginare? O veramente non importa niente a nessuno? </div></span><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;"><div style="text-align: justify;">E Roberto Speranza, ministro della salute, che ne pensa? E il vice ministro Sileri?<br /></div><div style="text-align: justify;">Non è giusto quello che sta accadendo. Ed è profondamente immorale. Le vaccinazioni erano state ufficialmente annunciate per domani, mercoledì, ma ancora (alle ore 14.53 di oggi) non si sa dove effettuarle. Nessuno è stato convocato. Eppure in un comunicato della Conferenza dei sindaci della Costa d'Amalfi era stato indicato il Centro anziani, al corso Reginna 71 di Maiori. Ora non se ne parla più, se è vero - ed è vero - che il parroco, qualche minuto fa, s'è offerto - con un post su facebook - di mettere a disposizione la sacrestia di una chiesa. </div><div style="text-align: justify;">Non ci spero, ma vorrei che l'ufficio stampa del Palazzo del Quirinale prendesse nota di questo sfogo, che è lo sfogo un cittadino di 86 anni, che si fa interprete anche del sentimento di tanti coetanei nella stessa situazione, sottoponendolo all'attenzione del Presidente Mattarella. L'unico, in questo poco rassicurante scenario politico-istituzionale, del quale ci si può fidare. </div><div style="text-align: justify;">Sigismondo Nastri</div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><p></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-84405758707444463932020-11-27T08:17:00.003-08:002020-11-27T08:18:39.926-08:00IL 30 NOVEMBRE AMALFI CELEBRA LA FESTA DI SANT'ANDREA APOSTOLO, PATRONO DELLA CITTA'. VECCHI DETTI LEGATI ALLA RICORRENZA<p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">Mancano pochi giorni alla celebrazione della festa di Sant'Andrea apostolo,
protettore della città di Amalfi, segnata in calendario il 30 novembre.
Considerato l’andamento climatico, nonostante sia annunciato maltempo già per
domenica, è ipotizzabile che il vecchio detto non trovi applicazione:
<i>"Sant'Andrea, 'a neva 'mpoléa"</i>. Cioè (come lo interpreto io):
<i>"Sant'Andrea, la neve in grembo"</i>. Questa espressione, <i>'mpoléa</i>, è
tipicamente amalfitana. Non ce n'è traccia nella lingua napoletana. Cerco di
perciò di far leva sui ricordi.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">Ad Amalfi - è certo - </span><i style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">'mpoléa</i><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;"> significava </span><i style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">"dint' 'o mantesino"</i><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">: dentro il grembiule, indossato dalle donne durante i lavori
domestici, dalla vita in giù, </span><i style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">annoccato</i><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;"> sulla schiena. Che, oltre a proteggere
dalle macchie, dagli schizzi del ragù e non solo del ragù, aveva altri usi:
quello di presine quando c'era da spostare una </span><i style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">pignata</i><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;"> dal fuoco o portare a
tavola una zuppiera bollente, e di canestro per piccoli trasporti in ambito
domestico: patate, uova, legno o carbone per la </span><i style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">fornacel</i><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times;">la: bastava tener
sollevato il lembo inferiore con una mano e il gioco era fatto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quando una mamma stava seduta, col bimbo piccolo appoggiato sulle gambe e
abbracciato al seno, capitava che commentasse, compiaciuta: <i>'o tengo 'mpoléa,
stritto stritto a me</i>». Quante volte ho sentito, da ragazzo, tra vicine di casa:
<i>«Ngiulì', aggio cuóto 'e pummarole, ne vuò'?»</i>. <i>«Grazie, Marietté', ma comme m'
'e porto?»</i>. <i>«T' 'e miette 'mpoléa»</i>. E il <i>mantesino</i> diventava subito cesto,
paniere, scodella, scegliete voi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Trovo anche un proverbio piemontese: <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraph" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18pt;"><span style="font-family: times;"><!--[if !supportLists]--><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; mso-fareast-font-family: "Segoe UI Historic"; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i>"A sant'Andria o freido sciappa a pria"</i>, <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">e uno genovese: <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraph" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18pt;"><span style="font-family: times;"><!--[if !supportLists]--><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; mso-fareast-font-family: "Segoe UI Historic"; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i>"Pe sant'Andria u freidu u sciappa a pria"</i>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il significato è lo stesso: <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraph" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18pt;"><span style="font-family: times;"><!--[if !supportLists]--><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; mso-fareast-font-family: "Segoe UI Historic"; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span face=""Segoe UI Historic",sans-serif" style="color: #050505; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i>"A/Per sant'Andrea il freddo spacca la pietra"</i>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Legati alla festa di sant'Andrea, in calendario il 30 novembre, esistono
altri detti, che mettono per lo più la ricorrenza in rapporto con le condizioni
climatiche:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i>“A Sant'Andrea la neve è per la via”</i>; <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i>“Sant'Andrea porta o neve o bufera”</i>. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E proprio perché fa freddo si pensa anche a rifocillarsi bene: <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">“Per Sant'Andrea, ti levi da pranzo e ti metti a cena” (con lo sguardo,
ovviamente, già rivolto alle festività di fine anno): <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">- “Da Sant'Andrea, del maiale venticinque giorni a Natale” (gira e gira,
alla fine a rimetterci è sempre il povero porco: capita a Natale, come pure a
Pasqua).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #050505; font-family: times; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">© Sigismondo Nastri<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: times;"> </span></o:p></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-43807069221894719162020-10-29T06:25:00.002-07:002020-10-29T06:25:38.439-07:00IL CORONAVIRUS E IL “MEMENTO” DELLA TV<p style="text-align: justify;"> <span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><i>Memento mori</i> è
il motto dei trappisti, monaci cistercensi di stretta osservanza che, nel
chiuso dei loro conventi, isolati dal mondo, dedicano le giornate alla
preghiera e al lavoro, nel segno tracciato da San Benedetto da Norcia. Ed è
anche il monito col quale, una volta, il sacerdote accompagnava l’aspersione di
un pizzico di cenere sulla testa dei fedeli nel primo giorno di quaresima,
quello che segna la fine delle baldorie carnascialesche e l’inizio dei quaranta
giorni di preparazione alla Pasqua.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Poi,
forse perché considerato troppo lugubre, lo si è sostituito con l’invito a convertirsi
e a credere nel Vangelo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Nella messa in
latino sono/erano chiamate<i> memento </i><span style="background: #FAF9F6; color: #3e3f3e;">due preghiere: una, all’inizio del canone (la <em>Commemoratio
pro vivis</em>: <i>“Memento, Domine, famulorum famularumque tuarum”</i>); e una dopo
la consacrazione (la <em>Commemoratio pro defunctis</em>: <i>“Memento, etiam,
Domine, famulorum famularumque tuarum qui nos praecesserunt cum signo fidei, et
dormiunt in somno pacis”</i>).<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="background: #FAF9F6; color: #3e3f3e; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ora, in tempo di pandemia, <i>memento</i> è diventato il
tratto distintivo dei vari telegiornali: che a orari stabiliti – di giorno e di
notte – ci danno, in competizione tra loro per il primato nella notizia, la somma
di contagiati, asintomatici e sintomatici, ricoverati, morti a causa dell’epidemia
di coronavirus. Con tutti i dettagli annessi e connessi. Rendendoci, così, la
vita più complicata, più tesa. Insomma, <i>mettènnece paura</i>. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="background: #FAF9F6; color: #3e3f3e; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Per carità di patria, non ci aggiungo le esternazioni di
virologi ed epidemiologi, faccendieri e sputasentenze che si fanno
concorrenza sul piccolo schermo. E dicono tutto e il contrario di tutto. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Mi ricordano quello che – si racconta –
facesse, nei tempi andati, il superiore del convento trappista. Passava, a
intervalli regolari, davanti alle celle dei frati, bussava e recitava la
formula di rito: <i>“È passata un’altra ora della tua vita, ricordati fratello che
devi morire”</i>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="background: #FAF9F6; color: #3e3f3e; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">©Sigismondo Nastri</span><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-85558753103300332732020-08-15T11:58:00.001-07:002020-08-15T11:58:50.229-07:00LA DISFIDA DI CASSINO<p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Ricordo i tempi delle sfide tra Dc e Pci. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Ricordo le storie di don Camillo e Peppone raccontate da Guareschi. E mi ci diverto pure. </span><span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Ma questa querelle, com'è riferita dal Corriere della sera, mi lascia senza parole. </span><span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Non la capisco, faccio fatica a commentarla. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Non credo che la Madre celeste, che celebriamo col nome di Assunta, al pari di certi aspiranti cavalieri o commendatori, ci tenga alla "cittadinanza onoraria" di Cassino. E neppure che, se c</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1c1e21; display: inline; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">iò dovesse avvenire, causerebbe il broncio a san Benedetto. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Mi viene a mente la storia di quei due che finirono col prendersi a botte mentre litigavano su quale Madonna fosse più potente, quella del Carmine o quella di Pompei.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4bIZ0bzysKwSMTk58zhRnzr3X8dR4rMakwMljm5T0bJWfydYaJ4yh9ZFBf1dzT0ggERp6n8urw2PYIB1jI3oYyt3jLaf8KmlkUPpsUtz4I8-Eu0YaeE2Tuz3yOiJ1u_0kqMW5tizDJo4n/s1440/Cassino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="966" data-original-width="1440" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4bIZ0bzysKwSMTk58zhRnzr3X8dR4rMakwMljm5T0bJWfydYaJ4yh9ZFBf1dzT0ggERp6n8urw2PYIB1jI3oYyt3jLaf8KmlkUPpsUtz4I8-Eu0YaeE2Tuz3yOiJ1u_0kqMW5tizDJo4n/s640/Cassino.jpg" width="640" /></a></div><p></p>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-15529764291673721962020-07-23T13:43:00.001-07:002020-07-23T13:46:15.050-07:00MAIORI. ADDIO A MARIA AMATO, LA "DONNA DOLCE DEI DOLCI"<br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">E’ venuta a mancare, a Maiori, a novantuno anni, Maria Amato, la “donna dolce dei dolci”, come veniva definita. Oppure, “la signora dei sospiri”, squisitissimi, inventati da don Ciccio ‘o Spilacito, divenuti poi patrimonio della Pasticceria Trieste, la "sua" pasticceria, un piccolo laboratorio che spande il profumo delle lavorazioni, come m’è capitato di scrivere, lungo il corso Reginna, trasportato dal refolo di vento che viene</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;"> giù dalla vallata di Tramonti.</span></div>
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1wc1cwVoCDn5ij0yf8I1mhBPj-dCnj0BnoLOr2OW9T3XuJAURo9pOSBIrdvkim2GbojIkNUZh8qCLbk-8dJhaZ6ILXsXluRHaOAalbHUXbAdG8u5O_DOKPrMvngs95f9e5Px8rTLusU1e/s1600/AMATO+MARIA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="368" data-original-width="660" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1wc1cwVoCDn5ij0yf8I1mhBPj-dCnj0BnoLOr2OW9T3XuJAURo9pOSBIrdvkim2GbojIkNUZh8qCLbk-8dJhaZ6ILXsXluRHaOAalbHUXbAdG8u5O_DOKPrMvngs95f9e5Px8rTLusU1e/s320/AMATO+MARIA.jpg" width="320" /></a><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">Mi piace ricordarla così, come appare nella fotografia che le scattai la sera in cui festeggiò l’ottantesimo compleanno mentre si accingeva a tagliare, sorridendo, con quel sorriso che la caratterizzava, una grande torta, che fu distribuita a fette ad amici, clienti, a chiunque si trovasse a passare di lì. Non fu solo la sua festa, fu la festa di quanti – tanti! – le volevano bene per le sue qualità professionali ed umane: la generosità, innanzitutto; il rigore che poneva nella produzione di prelibatezze quali le paste di mandorla, al gusto di pistacchio, cocco, fragola, caffè, ecc., i già citati sospiri, pastiere, Montebianco, torte farcite di profumatissima crema al limone; e poi il rifiuto assoluto di cedere alla suggestione dei semilavorati, oggi tanto di moda. Per anni, fino a quando gli acciacchi dell’età non le hanno imposto di rimanere in casa, e di cedere il testimone ai nipoti, che operano sulla sua scia, facendo tesoro dell'insegnamento ricevuto, capitava spesso di vederla impegnata a sbucciare mandorle o a preparare con cura maniacale impasti e creme. Per lei tutto doveva essere fresco, autentico, genuino, secondo tradizione. E se la sera c’erano ancora dei dolci rimasti in vetrina, li regalava. Rifiutava l’idea che potessero essere rimessi in vendita il giorno dopo.</span></div>
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">Domani, alle ore 17.00, i funerali, nella Chiesa collegiata di Santa Maria a Mare.</span></div>
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">
<div style="text-align: justify;">
Ai nipoti, in particolare al carissimo Antonio Amato, ad Anna, le più sentite condoglianze.</div>
</span>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-32603484768360333122020-05-16T07:10:00.003-07:002020-05-16T07:12:01.598-07:00UN PENSIERO PER EZIO BOSSO<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">Non sono intenditore di musica. Uno dei crucci che mi porto addosso è quello di non aver avuto un’educazione musicale. Ma ho l’attenuante di essere cresciuto in tempo di guerra, quando non c’erano i mezzi e neppure le opportunità per studiarla.</span></div>
<span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Questo non significa che non sia capace di apprezzare un’esecuzione, non sotto l’aspetto puramente tecnico, no, ma quello emozio</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1c1e21; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">nale certamente sì. Ascoltando un brano posso emozionarmi, rattristarmi, commuovermi, andare in estasi, esaltarmi, agitarmi.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Leggo tanti commenti alla notizia della morte di Ezio Bosso. Non vorrei che l’amore per lui fosse legato ai problemi di salute che lo tormentavano da un po’ di anni. Che tuttavia non lo avevano mai fermato, non gli avevano mai fatto perdere il sorriso sulle labbra.</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1c1e21; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;"></span><br />
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1c1e21; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1c1e21; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">No. Bisogna tenere ben distinti l’uomo e l’artista. Il primo ha rappresentato un esempio per quanti si trovano alle prese con problemi più o meno simili ai suoi. Anzi, per tutti coloro che sono costretti a combattere una battaglia quotidiana contro il male. Senza farne oggetto di strumentalizzazione, però.</span></div>
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1c1e21; display: inline; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">
<div style="text-align: justify;">
La mia preoccupazione – ed era anche la sua – è che la popolarità conquistata con l’esibizione all’Ariston durante il festival di Sanremo del 2016 potesse essere stata condizionata da un sentimento di compassione (dal latino cum-patior, partecipazione alle sofferenze altrui) per quei problemi fisici che si trascinava faticosamente, senza però mai perdere il sorriso sulle labbra. Ne dà conto Giuseppina Manin in un lungo articolo dedicato al maestro sul Corriere della sera di oggi: «Soprattutto gli dà fastidio il tipo da concerto rock che la sua presenza carismatica scatena in sala, Con lui, sollevato di peso dalla carrozzella e adagiato sul sedile del podio, la bacchetta alzata come trofeo, i sorrisi contagiosi lanciati ai suoi musicisti della Europe Philarmonic. “Il lato più doloroso è stato venir considerato da alcuni un fenomeno da baraccone” confessava amaro.»</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLfw9EjfrEKJB2wHaGwLAVY9z-4F8NKrnIkfruMRWZ76dmYKZvoQAxTCNG8hIvqCb9J_RdGii9Q1cyUuT1acUFcA7YblYUBHz1LLAgWUwLTUZFLSc6gXOW9MCNZpmRubiJSm_JvDpZqseN/s1600/Bosso+Ezio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="752" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLfw9EjfrEKJB2wHaGwLAVY9z-4F8NKrnIkfruMRWZ76dmYKZvoQAxTCNG8hIvqCb9J_RdGii9Q1cyUuT1acUFcA7YblYUBHz1LLAgWUwLTUZFLSc6gXOW9MCNZpmRubiJSm_JvDpZqseN/s320/Bosso+Ezio.jpg" width="250" /></a>Mi sarei aspettato anche l’intervento di un addetto ai lavori, critico musicale o musicista, sulle qualità di Bosso come compositore, pianista, direttore d’orchestra. Soprattutto come straordinario interprete di Beethoven. Il programma riproposto da Rai3 ieri sera, “Che storia è la musica”, lo ha dimostrato ampiamente anche a un profano come me.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per comprendere la complessità del personaggio, il suo pensiero, il suo concetto di avvicinamento alla musica, bisogna leggere una vecchia intervista a l’Espresso, dell'ottobre 2019, dove egli si racconta, a partire dalle origini. E sottolinea la necessità del rigore nello studio perché «la musica è un investimento pesante, difficile… L’unica religione è la disciplina per guadagnarsi una credibilità». E insiste: la musica «è un modo sacrificale di impegno costante».</div>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
Nicola Cattò, su Musica, lo definisce «musicista completo, classicamente educato, pieno di idee e di coraggio». Dopo che la stessa rivista, già nel settembre 2017, recensendo un suo concerto beethoveniano a Trieste, non aveva esitato a proclamarlo direttore vero. «Per l’ardore che Bosso ci mette nel piacere del far musica, di stimolare la partecipazione del pubblico – scrisse nell’occasione, sulla stessa rivista, Gianni Gori -, di comunicare con l’orchestra governata con equilibrio in quel programma beethoveniano della “libertà” che accostava il grande Stupore, la Suspense della Leonora n. 3 all’esaltazione della Settima Sinfonia. Bosso ne sostiene la dialettica confermandosi un direttore “vero”, che ha salda consapevolezza formale. Della grande forma in questo senso. È invece la forma breve che prevale nelle due composizioni londinesi dello stesso Bosso: Split (Postcards from far away) e Rain, variazioni sinfoniche per pianoforte e orchestra di recente fattura e di analoga struttura. Muove, la prima, da una cellula di cinque note in un’area che sembra fondere gli echi “baltici” contemporanei a quelli italianissimi alla Rota che la fanno vorticare in una sorta di visionario ballo da Gattopardo. Muove, lo spunto postromantico della seconda, nell’ambito di un effettismo minimalista “suggestivo” a pronta comunicativa, che il pubblico ha molto gradito, acclamando l’autore/pianista e direttore.»</div>
© Sigismondo Nastrisigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-58044899384336140712020-04-20T04:37:00.000-07:002020-04-20T07:10:07.801-07:00“LA STRATEGIA DELL’OMBRA” DI SERGIO ZAVOLI IN UN ATTENTO CHECK UP DI ANDREA MANZI SUL QUOTIDIANO DEL SUD<span style="text-align: justify;">Andrea Manzi – e chi, se non lui, che gli è affine
per cultura, lucidità di pensiero e sensibilità – ha dedicato sul Quotidiano
del Sud (edizione Salerno, di cui è direttore) una lunga recensione all’ultima
raccolta poetica di Sergio Zavoli, “La strategia dell’ombra”, edita da
Mondadori quattro anni fa. Che io – lo dico subito, ad evitare malintesi – non ho
ancora letto (mi propongo di acquistarlo quanto prima), e me ne dolgo assai.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDZJrfrl83nhc3AxAlHWS8d2gOizyTSNpqrcSZniaaTXBWHLNFdDFUjVX4OhGiM1k0cWVDCMmma22IqXz0hyphenhyphenLJkHdrxCn6a01En34OLHUu4aYkxSYN_B44z9q8ll7GIc6Xli80SwpO2Dcz/s1600/ZAVOLI+STRATEGIA+DELL%2527OMBRA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="266" data-original-width="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDZJrfrl83nhc3AxAlHWS8d2gOizyTSNpqrcSZniaaTXBWHLNFdDFUjVX4OhGiM1k0cWVDCMmma22IqXz0hyphenhyphenLJkHdrxCn6a01En34OLHUu4aYkxSYN_B44z9q8ll7GIc6Xli80SwpO2Dcz/s1600/ZAVOLI+STRATEGIA+DELL%2527OMBRA.jpg" /></a>Zavoli è stato, con Enzo Biagi, uno degli idoli
(intendo, maestri ai quali mi volgevo con devota attenzione) fin dalla mia
giovinezza. In due diversi ambiti, che mi appassionavano allo stesso modo:
Zavoli per il “Processo alla tappa” del Giro d’Italia, poi per i magnifici
reportage: da quello struggente “Clausura”, in radio, del 1958, a “Viaggio
intorno all’uomo” a “La Notte della Repubblica”, per citarne alcuni, che,
secondo me, hanno raggiunto il livello più alto nella storia del nostro giornalismo
televisivo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
L’amore per Biagi, invece, risale ai tempi della
sua direzione di Epoca e non s’è mai interrotto, neppure dopo il diktat
berlusconiano che lo mise fuori dal palinsesto della Rai.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sergio Zavoli l’ho pure intervistato una volta, a
Positano. Conservo cara la sua dedica su “Viva l’Itaglia”. Ebbi il piacere e l’onore,
una sera dell’estate 1996, di stare a tavola all’Hotel San Pietro con lui e Francesco
Paolo Casavola. Ricordo ancora, con immutata emozione, quella straordinaria
esperienza.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
Ma torno a “La strategia dell’ombra”. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Dell’analisi che ne fa Andrea Manzi, profonda,
dettagliata, complessa, accattivante, stralcio un passo che mi pare
particolarmente significativo: la poesia di Zavoli – scrive il direttore - <span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">«</span>disegna
la linea di un orizzonte storico poeticamente dilatato (“è una remota idea la
storia / che si affidava ai miti, come / non è reale solo il razionale…”),
rassicurante riferimento per ogni lettore oscurato dall’eclisse del tempo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUs0IbqPwTr8yICAXOHRp5025cnejvzr1b9Wumgq61oC6Fy2XJcpkMHKfl3hXnIvygNQF3bo8GlroGzf6iZ6EXkMPRNcNoVJWdtkdBy7YUMO5nelSEbb0bbROzt5465Ly1dO0Cunquf1iX/s1600/ZAVOLI+MANZI.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="532" data-original-width="960" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUs0IbqPwTr8yICAXOHRp5025cnejvzr1b9Wumgq61oC6Fy2XJcpkMHKfl3hXnIvygNQF3bo8GlroGzf6iZ6EXkMPRNcNoVJWdtkdBy7YUMO5nelSEbb0bbROzt5465Ly1dO0Cunquf1iX/s320/ZAVOLI+MANZI.jpg" width="320" /></a>Le ore ferme e infinite angosciano, nelle tragedie
indossano i calzari di piombo e sembrano schiacciarci su un presente statico
ineluttabile: il tempo immobile alimenta, in questo severo e godibile libro,
teneri ricordi di guerra, quando la libertà baluginava nelle feritoie della
speranza e il poeta, tra i cascami della tragedia immane, non scorgeva la vita
(“… in quel vuoto cercavo qualcosa di rimasto / alle sue forme, si vedevano
solo i campanili / a guardia del disastro…”). Erano sere amare che “si
stringevano d’un tratto”, e nelle quali “l’ombra si induriva, / sembrava avere
anch’essa la sua ombra”). Sono i versi dell’assenza desolante, della fine delle
cose, dell’ombre inspessita e non ancora strategica; ma nella poesia di Zavoli
lievita il rimedio, compare l’uscita di sicurezza che è, poi, l’entrata nella
contraddizione del divenire, nella drammaticità dei conflitti dell’esistenza. “Occorrerebbe
un vento / che avesse la facoltà di far salire / nell’azzurro del cosmo / un
suono destinato a portare / il grazie della Terra a chi, / forse un angelo
musicante, / aveva dato asl pianoforte roco, in quei mattini, / un suono così
umano”. Il bivio, la sponda, l’attesa diventano partenze/soste, attraverso le
quali il poeta tenta di scolorire l’ombra-guida che la vita gli affidò come
bussola, sonda di giovinezza, lampada mitica.<span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">»</span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sigismondo Nastri<o:p></o:p></div>
<br />sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-64694512219369873392019-10-31T01:21:00.000-07:002019-10-31T01:21:53.473-07:00IL CULTO DEI MORTI PRIMA DI HALLOWEEN<span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">Quando ero bambino, e per fortuna non esistevano le mostruosità di Halloween, le mamme raccontavano ai figliuoli che la notte di Ognissanti i nostri cari, passati nell'aldilà, tornano sulla terra, per concessione divina, e ci restano fino al giorno dell’Epifania. Non li vediamo - le anime sono puro spirito -, ma ne avvertiamo la presenza costante accanto a noi. Ci guidano, ci conducono per mano, accompagnano le nostre azioni, vegliano sul nostro sonno.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">Era una favola dolce, per nulla impressionante, volta a tener viva la memoria dei defunti.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">Mi piace crederci ancora.</span>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-462944455723243252019-09-29T10:09:00.000-07:002019-09-29T10:09:32.903-07:00LA CASSAZIONE GIUSTIFICA LA REAZIONE AD ATTI DI BULLISMO<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span></div>
<a name='more'></a><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Fiorenza Sarzanini, su Io Donna, riferisce di un
provvedimento della Cassazione che ha dato ragione a un ragazzo, condannato dal
tribunale a pagare un indennizzo per aver assestato un pugno, evidentemente
andato a segno, a un compagno, reo di ripetuti atti di bullismo nei suoi
confronti. Secondo l’alta Corte chi reagisce a provocazioni del genere non è
punibile, perché è “doveroso che l’ordinamento si dimostri sensibile verso
coloro che sono esposti continuamente a condizioni vittimizzanti”. <o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Non contesto la decisione, dico però che essa non mi
convince. Ci sarà un altro modo per
intervenire, penso, prima che si arrivi all’occhio per occhio, dente per dente.
Per ora s’è trattato di un pugno, ma qualcuno potrebbe essere tentato di usare
il bastone o una spranga.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il bullismo non è un’invenzione recente, c’è sempre stato. Anche
ai miei tempi (che erano tempi di guerra e la nostra era una generazione
educata al culto delle adunate, dei proclami del Duce, all’odio verso il nemico).
Ma ci si limitava più che altro allo sfottò, senza cattiveria. Poi, una volta
entrati in confidenza, si diventava amici. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Oggi il fenomeno è diventato inquietante. Richiede l’impegno
costante degli operatori scolastici per capirne le dimensioni, e per svolgere
opera di educazione, col coinvolgimento attivo delle famiglie.<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="line-height: 107%;">Lo </span><span style="line-height: 107%;">si faceva abitualmente, con scrupolo, in un clima di
collaborazione fattiva, nella scuola dove ho insegnato per trentacinque anni di
fila. Non ricordo – e non per vuoti di memoria - atti di bullismo meritevoli di punizione</span></span>sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3107610268811868146.post-40609457080014399912019-09-29T06:26:00.001-07:002019-09-29T06:27:08.827-07:00LOMBROSO, IL MUSEO DEL CINEMA E LE "DELINQUENTI" NAPOLETANE<span style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: inherit; font-size: 14px;">Prendo la notizia dal Corriere del Mezzogiorno dell'altro ieri.</span><br />
<div class="_5pbx userContent _3576" data-ft="{"tn":"K"}" data-testid="post_message" id="js_2x" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 1.38; margin-top: 6px; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_5d90b091709f13d21932187" style="display: inline; font-family: inherit;">
<div style="display: block; font-family: inherit; margin: 0px 0px 6px;">
Il Museo del Cinema di Torino, istituzione di tutto rispetto, ospita fino al 6 gennaio una mostra dedicata a Cesare Lombroso (1835-1909). Mi fa impressione vedere esposte immagini di donne, definite ladri o falsarie, con la sottolineatura "delinquenti napoletani".<br />
Lombroso sosteneva che le condotte atipiche del delinquente (meno male, anche del genio!) <span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;">sono condizionate, più ancora da situazioni socioeconomiche o ambientali, dalla ereditarietà. Addirittura da peculiarità anatomiche e fisiologiche. Per cui dovrei credere - ma non è così, ancora di più in tempo di globalizzazione - che chi ha le sue origini al sud è diverso da chi nasce all'ombra del monte Bianco e del Cervino. La storia c'insegna che c'è stato sempre, in ogni epoca, incrocio di popoli e etnie di qua e di là degli oceani. Meno male che le teorie lombrosiane sono state smantellate dalla scienza.<br />In un momento, caratterizzato dal risveglio del razzismo e dell'antimeridionalismo più becero (con Salvini e la Lega che ci soffiano sopra), l'iniziativa della mostra a Torino non mi sembra nè utile nè opportuna.<br />Condivido quello che ha dichiarato lo storico Francesco Barbagallo: "Mi chiedo: che ci fa Lombroso al Museo del Cinema? ... Secondo me, in un museo che si chiama 'del cinema' si rischia di ingenerare una confusione tra fiction e realtà".</span></div>
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sigismondo nastrihttp://www.blogger.com/profile/00717632261695768346noreply@blogger.com0