venerdì 1 giugno 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. ELOGIO, NON RICHIESTO, DI LUIGI DI MAIO


Ce ne sono tanti, nella società e in parlamento (ne conosco, ce ne sono sempre stati), che non hanno mai lavorato e vivono esclusivamente di politica, che non è cosa disdicevole (c'è anche chi ha fatto solo lo scout prima di arrampicarsi sui palazzi del potere). 
Prendersela con Luigi Di Maio. detto "Giggino", mi sembra eccessivo. Lui almeno ci ha provato, adattandosi a fare, conseguita la maturità classica, il webmaster e persino lo steward allo stadio san Paolo. Non ritengo che debba vergognarsene. Avrebbe dovuto, se mai, vergognarsi il Cavaliere quando gli ha... proposto di andare a lavare i cessi a Mediaset. 
Di Maio un po' di gavetta l'ha fatta. Poi è stato conquistato dalla politica (meglio che gli spinelli... no?). Magari lo facessero tutti i giovani, invece di perdere il tempo allo smarphone, alla playstation o a doparsi! Se è arrivato dove è arrivato (lo fanno passare per fesso e non mi pare che lo sia, qualche svarione di grammatica nel parlare può capitare a chiunque: ne sento da conduttori di telegiornali e opinionisti tv) - senza avere alle spalle una famiglia importante o la grande finanza, i grandi potentati economici -, Di Maio se l'è conquistato con le unghie e coi denti. 
Ha ottenuto undici milioni di voti, come leader di partito, e non è poco. Undici milioni di idioti? Se fosse così, non ci sarebbero più speranze per questo paese. No, undici milioni di italiani arrabbiati, tartassati, delusi dai vecchi governanti. Sembra che nessuno se ne voglia rendere conto. Che si tenti di sottovalutare un fenomeno che rischia di sgretolare quel che resta della coesione sociale.
A scanso di equivoci, aggiungo che non ho niente a che vedere con il M5S, non l'ho votato, non ne condivido metodi, idee, programmi. Dall'alto dei miei 83 anni, però, guardo a questo ragazzo di Pomigliano d'Arco - ragazzo del Sud, di periferia, self made man -, con tenerezza (e, a volte, indulgenza...).:

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