giovedì 31 ottobre 2013

LA NOTTE DI HALLOWEEN NON MI APPARTIENE

Questa notte di Halloween - lo scrissi l'anno scorso e lo ripeto ora - non mi appartiene. E non mi piace. Anche se devo riconoscere - facendo mia l'opinione espressa una volta da Roberto De Simone - che essa ha qualcosa in comune con le nostre tradizioni. Quella, ad esempio, che ai miei tempi si raccontava ai bambini  (diceva così anche mia madre, quando ero piccolo):  la notte di Ognissanti le anime dei defunti tornano sulla terra per restarci fino al giorno dell’Epifania. Solo che, allora, ne ero terrorizzato. Altro che divertimento! Al contrario, gli adulti, che ci credevano (non era un gioco, perciò),  si sentivano rincuorati dalla supposta presenza -  invisibile e impalpabile - dei propri cari trapassati.
Mi piace la zucca, la preparo in tanti modi, ma vederla mostruosamente svuotata e intagliata mi dà fastidio. E mi dà fastidio pure il "macabro" divertimento proposto da Halloween.
E poi mi chiedo: possibile che dobbiamo recepire queste “contaminazioni” che ci arrivano dall’esterno? Qui si tratta proprio di “una forma di colonizzazione economica del nostro paese”, la cui conseguenza è la pressoché totale cancellazione della ricorrenza di tutti i Santi.  
Nessuno può disconoscere che la scristianizzazione della nostra società, e il consumismo imperante, pur in tempi di recessione economica, hanno portato alla trasformazione delle principali ricorrenze religiose in riti pagani. Un sito internet mi faceva notare che l’Epifania s’è trasformata nella Befana, “una sorta di strega, che cavalca di notte una scopa – come nelle peggiori tradizioni dei Sabba satanici – portando doni ai bambini"; il carnevale  non è più un momento di preparazione della quaresima; il lunedì dell’Angelo è diventato la "pasquetta", destinata alle scampagnate e alle gite fuori porta; la stessa festa dell’Assunzione ha perduto il suo significato più alto, quello di celebrare l'ascesa al cielo in carne e ossa della Mamma celeste, ed è intesa invece come "ferragosto", occasione di baldorie e ricche libagioni. 
Tutto ciò è conseguenza, non lo si può negare, di una profonda rivoluzione, dovuta alla globalizzazione, alla evoluzione dei costumi, al mutato quadro politico-sociale. Bisogna tuttavia ammettere che è avvenuto anche per  un certo lassismo della Chiesa, soprattutto a livello di parrocchie, che hanno perduto il loro ruolo di guida e punto di riferimento soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Al punto da farle definire - dallo stesso Sinodo dei Vescovi - “gigante addormentato”.  
Occorre - scrivevo il 31 ottobre 2012, e lo ribadisco  - che gli "addetti ai lavori" (e ogni credente per la propria parte) ne prendano coscienza. E occorre, ora, che ciascuno faccia propria la spinta al rinnovamento e a quella nuova evangelizzazione reclamata con forza da Papa Francesco. Ricordo qui le sue parole: “Permettiamo ai carismi di tornare a rivivere in tutto il popolo di Dio. Ogni cristiano, dal momento che fa parte del Corpo di Cristo, deve percepirsi corresponsabile con gli altri fratelli della nuova evangelizzazione, non in forma generica, astratta, ma a partire dal carisma ricevuto e posto al servizio, perché ad essere ammirata sia sempre la comunità ecclesiale, non uno o pochi esperti, né questo o quel movimento, peggio ancora gli uni contro gli altri”.

lunedì 28 ottobre 2013

MENZIONE SPECIALE DEL PREMIO FIUGGI STORIA A "LA LUNGA STRADA SCONOSCIUTA" DI ROBERTO LUGHEZZANI, LIBRO EDITO DA MARLIN


Il libro di Roberto Lughezzani, La lunga strada sconosciuta. Una famiglia ebrea nella morsa del nazifascismo, pubblicato nella prestigiosa collana “Filo spinato” della casa editrce Marlin, di Tommaso e Sante Avagliano (pp. 228, euro 16.00, ISBN 978-88-6043-079-3), ha ottenuto  una Menzione speciale da parte della giuria del Premio Fiuggi Storia 2013, sezione biografie. La cerimonia di consegna si è svolta nel corso della serata conclusiva della manifestazione, presso la Sala Consiliare del Palazzo di Città di Fiuggi.

L'autore, nato nel 1946 a San Martino Buon Albergo (Verona) e laureato in lettere antiche, ha insegnato in un liceo di Verona. In particolare si è occupato di divulgazione della storia della Resistenza veronese, svolgendo le sue ricerche con interviste anche filmate. Da alcuni anni raccoglie le testimonianze, gli scritti e i diari di internati militari italiani nei lager nazisti.
"La lunga strada sconosciuta. Una famiglia ebrea nella morsa del nazifascismo" racconta la vicenda di Hela Schein e di Otto e Heinz Skall, nonché di Willi Kleinberg e Gusti Mandler (rispettivamente secondo marito di Hela e seconda moglie di Otto). Una famiglia ebrea che la persecuzione nazifascista e la seconda guerra mondiale separano brutalmente, costringendo i suoi membri a vivere in tre angoli diversi d’Europa: Austria, Cecoslovacchia e Italia. 
Mons. Giuseppe M. Palatucci
La loro tragica storia, ricostruita con sensibilità da  Lughezzani - come leggo in una nota dell'editore -, ricalca quella di milioni di ebrei: nell’attesa angosciosa della fine, Willi muore di crepacuore, mentre Hela, deportata in Polonia, sparisce nell’orrore del lager; Otto con la seconda moglie Gusti si suicida a Praga per sfuggire alla deportazione a Theresienstadt; Heinz, che ha studiato in Italia, dopo il varo delle leggi razziali finisce nel campo d’internamento di Campagna, e poi a Sala Consilina, in provincia di Salerno. A Campagna diventa amico del vescovo Giuseppe Maria Palatucci, zio dell’eroico Giovanni Palatucci e suo prezioso collaboratore nell’opera di soccorso degli ebrei, mentre a Sala Consilina intreccia una tenera storia d’amore con una giovane insegnante, Rita Cairone, che sposerà dopo la guerra. Heinz resterà fino all’ultimo il custode delle memorie familiari, il depositario delle lettere straordinarie che i suoi gli avevano scritto negli ultimi anni di vita. Sono lettere che si leggono con viva commozione e, contro ogni forma di negazionismo, testimoniano la ferocia con cui il nazismo infierì su milioni di esseri umani, di null’altro colpevoli che di essere ebrei.
La presentazione del libro è avvenuta  sabato 19 ottobre, alle ore 18.00, nel salone di rappresentanza del municipio di Campagna. Non ci son potuto andare e mi dispiace sinceramente.


"OVER 90", LA MOSTRA DI VERONICA BISESTI E ANTONIO DELLA GUARDIA A ANGRI



Giovedì 31 ottobre, alle ore 19.00,  presso HANGRY Gallery a Angri, in collaborazione con  la  Galleria Cobbler - Spazio per l’arte contemporanea, s'inaugura  la mostra di Veronica Bisesti e Antonio Della Guardia dal titolo OVER 90, a cura di  Ada Patrizia Fiorillo.

Con la installazione luminosa Donna/Dona, Veronica Bisesti analizza come la natura della donna sia sottoposta allo spietato consumismo della società o come nel lavoro XXX sia evidente la sua condizione di subordinazione.

Nella installazione di Antonio Della Guardia, invece, il dileguarsi di una lunga catena, staccata dalla parete della galleria, affronta il tema della inafferrabilità e la non sottomissione dell’identità dell’artista ai meccanismi del sistema dell’arte.

“…sia Veronica Bisesti, sia Antonio Della Guardia – scrive Ada Patrizia Fiorillo - appaiono molto sensibili nell’afferrare la scena quotidiana, meglio ancora i frammenti di tale scena, i frames cioè che passano veloci davanti ai nostri occhi come ritagli o sintesi di fatti concreti e ben più profondi. Allo stesso modo essi si rendono permeabili nel recepire le espressioni formali con le quali l’attualità dell’arte si propone quotidianamente ed indiscriminatamente nello scenario globale. Eccoli dunque parlare, se pur con piglio diverso, di temi sociali, ed eccoli dunque esprimersi con modalità che spaziano dal disegno alla pittura, dalla fotografia al video fino ad approdare, con evidente versatilità, all’installazione o all’azione.”

sabato 26 ottobre 2013

"INNOVAZIONE SOCIALE, IMPRESA CULTURALE E PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI" ALL'ATTENZIONE DEL FORUM EUROPEO DI RAVELLO



Pubblico qui, per intero, il comunicato stampa pervenutomi dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello.

«Non deve più accadere! Restituire oltre 30 milioni di euro di fondi europei destinati alla cultura, come è successo con le risorse del POIN ‘Attrattori Culturali’ riservato alle regioni del Mezzogiorno nella programmazione 2007/2014, non deve più accadere! È questo il ‘grido di dolore’ che sale da Ravello Lab-Colloqui Internazionali, conclusosi oggi dopo due giorni di intenso lavoro a cui hanno partecipato oltre 80 amministratori, esperti ed operatori culturali italiani ed europei.
Giunto alla sua ottava edizione, il forum europeo di Ravello, promosso congiuntamente da Federculture e dal Centro Universitario Europeo per i beni Culturali, è stato dedicato a Innovazione Sociale, Impresa Culturale e Partecipazione dei Cittadini e si è articolato in due distinti panel dedicati alle politiche di sostegno alle industrie culturali e creative, con particolare riferimento agli incubatori culturali, e ai processi e strumenti di valorizzazione di città e territori.
Nell’Anno Europeo della Cittadinanza Attiva, i Colloqui di Ravello hanno tratto ispirazione dalla ‘Convenzione di  Faro’ (recentemente sottoscritta dal Governo italiano ma non ancora ratificato dal Parlamento) che stabilisce il diritto di tutti i cittadini, in particolare dei giovani e delle persone svantaggiate,  alla ‘eredità culturale’ e alla partecipazione degli individui e delle comunità alle scelte culturali.
“Nell’attuale situazione di crisi economico-finanziaria che non permette alle autorità pubbliche di investire risorse in maniera adeguata nel settore culturale – dichiara Alfonso Andria, presidente del Comitato Ravello Labdeve essere fatto ogni sforzo per valorizzare il prossimo ciclo di programmazione 2014-2020 e non ripetere gli errori del passato che, anche a giudizio dei qualificati esperti ospitati a Ravello, sono stati causati dalla difficoltà registrata dalle amministrazioni pubbliche a progettare in maniera integrata i processi di sviluppo locale centrati sul patrimonio culturale”.
Un momento dei lavori. Al centro, nella foto, Alfonso Andria
Anche al fine di affermare una nuova cultura di ‘progettualità integrata e partecipata’, il Laboratorio di Ravello ha preso in esame la proposta avanzata da Federculture di destinare specifiche risorse finanziarie ad un Fondo per la progettualità culturale che, cogliendo l’opportunità del nuovo ciclo di programmazione, dovrebbe permettere l’introduzione di fondi che facilitino: a) la concertazione interistituzionale,  b) la qualità dei progetti e il loro accompagnamento attuativo, c) la definizione di modelli di gestione sostenibile e, per questa via, c) favorire l’investimento dei privati.
In questo quadro si inserisce il ‘pacchetto’ di strumenti suggerito dal panel che ha esaminato le migliori esperienze europee di ‘incubatori culturali’ (erano presenti, tra gli altri, i rappresentanti di Creative Factory di Rotterdam, CRE.A.RE di Linz, Addict di Porto, accanto al Bic Lazio, Fabrica di  Treviso e l’Agenzia Regionale Campania Innovazione) ispirati alla rete dell’European Business Incubation. “Il fruttuoso scambio di esperienze a livello europeo – sottolinea Claudio Bocci, consigliere delegato del Comitato Ravello Labha suggerito l’implementazione di un modello di incubatore di seconda generazione  in grado di cogliere le specificità delle industrie culturali e creative, fortemente interconnesse ai luoghi di produzione artistica, sia in termini di servizi innovativi che di sostegno finanziario”. 
Posto sotto l’Alto Patronato di del Presidente della Repubblica, Ravello Lab beneficia, sin dalla sua prima edizione, del patrocinio del Consiglio d’Europa, della DG Cultura della Commissione Europea, del Ministero degli Esteri, del Ministero per i Beni, le Attività Culturali e Turismo e del Ministero dello Sviluppo Economico. Di rilievo, per l’edizione 2013, anche il patrocinio del Semestre di Presidenza Europea della Lituania e dell’Anno Europeo della Cittadinanza Attiva.
Nell’edizione 2013, Ravello Lab ha potuto contare sul sostegno istituzionale dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi e sul contributo dell’Agenzia Regionale Campania Innovazione, dell’Ente Provinciale del Turismo di Salerno, della Fondazione del Monte 1473 e della Fondazione Cassa di Risparmio di Salerno. 
I Colloqui Internazionali di Ravello si sono inseriti nel quadro dell’HEARTSTRINGS FESTIVAL, un articolato progetto culturale e di comunicazione – promosso dall’Assessorato all’Agricoltura e all’Ambiente del Comune di Ravello e finanziato dalla Regione Campania (POR FESR 2007-2013 Asse 1 Ob. Op. 1.9) – che, in un percorso lungo 6 mesi, propone concerti, visite guidate, workshop, degustazioni di prodotti tipici.  In occasione della presentazione del progetto è stato evidenziata l’esigenza di nuovi strumenti economici e legislativi per contrastare il continuo abbandono dei terrazzamenti della Costiera Amalfitana, attraverso l’attuazione di un grande progetto di opera pubblica, basato su programmi integrati e di lungo respiro.»