martedì 8 ottobre 2013

L'ULTIMO NUMERO DI "VICUM", PERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE "P.S. MANCINI" DI TREVICO



L’avvocato Faustino De Palma, che ringrazio, mio ha fatto avere l’ultimo numero (marzo-giugno 2013) di “Vicum”, periodico trimestrale dell’associazione “P.S. Mancini” di Trevico, che – se ben ricordo – ho già avuto modo di segnalare tempo fa in questo mio spazio. Come ricorda De Palma nell’editoriale, la pubblicazione festeggia proprio con questo numero il suo trentesimo compleanno. Una bella età, e soprattutto una bella soddisfazione per chi l’ha ideata, l’ha realizzata e s’è fatto carico di portarla avanti e può ora affermare che “gli obiettivi dichiarati nei primi numeri della rivista sono stati ampiamente raggiunti e che, anzi, Vicum ha acquisito una visibilità ed un’autorevolezza, che vanno ben oltre la Baronia, originario territorio di riferimento”. Rallegramenti vivissimi, dunque, e ancora auguri per il lavoro da svolgere di qui in avanti.
Vado a sfogliare velocemente le trecento pagine di “Vicum” e segnalo  alcuni saggi, che reputo particolarmente interessanti: “Lettere di Pasquale Stanislao Mancini a Giuseppe Garibaldi” di Bruno Salvatore; “L’episcopato ad Ariano Irpino di Michele Maria Caputi” di Antonio Alterio; “I ‘figli di nessuno’. Bambini abbandonati ad Orsara nella prima metà dell’Ottocento” di Antonio Anzivino; “La stampa periodica a Sant’Agata di Puglia 1927-2013” di Dora Donofrio Del Vecchio; “Taurano: istituzioni laicali, assistenza e religiosità nei secoli XIX e XX” di Giuseppe Buonfiglio; “Il cimitero di Mirabella Eclano” di Pasquale Di Fronzo; “Nusco e le isoglosse dell’Alta Irpinia” di Luigi Capone; “Banzano di Montoro Superiore: note di toponomastica e di araldica” di Aurelio Pironti; “La toponomastica di Castel Baronia” di Sara Bardaro; “Le Passiones dei Santi martiri Pantaleone medico e Ermolao prete” di Francesco Roccia; “Il tratto irpino della via Appia e le fonti letterarie” di Romualdo Marandino; “La Baronia dei Sanniti/Hirpini” di Raffaele Loffa; “Creature fantastiche dell’immaginario popolare irpino” di Aniello Russo. E, per chiudere questa carrellata  (scusandomi con gli autori dei testi che non ho citato), la “Lettera  a Peppino Liuccio, homme de lettres” di Giuseppe Iuliano, riferita all’ultimo suo libro, “Terre d’amore”, quello che, in forma epistolare, il caro Peppino ha voluto dedicare ai territori che hanno segnato il suo percorso di vita e di produzione letteraria: il natio Cilento e la Costa d’Amalfi, eletta a  seconda patria. Tanto che potrebbe far sua la canzone resa celebre da Joséphine Baker: “J’ai deux amours…”.

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