sabato 12 ottobre 2013

E' USCITO - EDITO DA ARCOIRIS DI SALERNO - "WHAT WAS THAT DRESS? ICONOGRAFIA DELL'ABITO HOLLYWOODIANO" DI GAIA STELLA SANGIOVANNI. UN LAVORO VERAMENTE INTERESSANTE SULLA MODA E IL CINEMA



Fresco d’inchiostro, è appena uscito, per la giovane casa editrice Arcoiris di Salerno,  con una bella copertina di Raffaele Di Somma, “What was that dress? Iconografia dell’abito hollywoodiano” di Gaia Stella Sangiovanni, primo volume della collana “Nastri d’argento”, diretta da Manuela Nastri. Vi è affrontato con cura – nota nella prefazione Marta Martino  tutto il lavoro sull’abito hollywoodiano", in modo particolarmente interessante, mettendo in evidenza “l’attenta sinergia e cooperazione, che a partire dai primi anni Trenta si verificava tra costume designer, studio cinematografico e quel comparto chiamato Modern Merchangising Bureau”.   
“La stratificazione delle competenze che abbiamo di fronte quando guardiamo alla moda e al cinema – spiega Marta Martino – complica, dal punto di vista di organizzazione economica e di marketing, le modalità di circolazione e la creazione di tendenze. La ricostruzione storica va affrontata recuperando i primi magazine che facevano riferimento agli abiti portati in scena, al power puff e altri tipi di strategie che arrivano fino ai giorni nostri, in cui la concezione dell’unione tra cinema e moda è veramente molto profonda". Sotto questo aspetto – aggiunge quello della Sangiovanni è "un lavoro che ci aiuta a complicare l’esperienza cinematografica, rendendola un’esperienza da sfogliare”.
Gaia Stella Sangiovanni – lo dichiara lei stessa – ha cercato di seguire un filo rosso attraverso la storia del costume cinematografico e le sue influenze sulla società – da dove vengono e se sono casuali –, interrogandosi sulle modalità di costruzione dell’abito, e ha cercato “di identificare una forma di funzionamento dello stile e del suo ritorno, seguendo, per questo particolare obiettivo, l’analisi e la riflessione di Jean Marie Floch sul total look Chanel”. Partendo dal cinema delle origini, i temi affrontati sono veramente tanti:  gli anni d’oro: il trionfo del glamour sul grande schermo; post-classical era e collaborazioni fra stilisti e cinema; la moda entra nel cinema: evoluzione dei rapporti fra cinema e moda; il costume nel cinema; nascita della figura del costume designer;  role of glamour: designer storici e il caso emblematico di Edith Head; costumista vs stilista; l’attore e la moda; storie di identità in rapporto con l’abito; Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Audrey Hepburn, Diane Keaton; il cinema e la moda riflettono la società; Easy Rider e la rappresentazione delle sottoculture; Giorgio Armani e il rapporto con il cinema; il cinema degli/sugli stilisti e il concetto di brand.
Nelle conclusioni, l’autrice affronta il problema delle nuove sinergie fra audiovisivo e moda; “ad esempio – scrive –, alcune serie televisive, che in questo momento sembrano presentare la vera frontiera dell’innovazione audiovisiva, attuano sia processi di brandizzazione dello stile cinematografico, presentando modi di ripresa e montaggio in linea con l’atmosfera dell’universo finzionale messo in scena creando così una sorta di ‘stile della serie’, e allo stesso tempo adottano una tendenza vestimentaria particolare che porta visibilità prodotto audiovisivo anche sulla base di un consumo culturale, non legato solo alla fruizione, ma anche all’acquisto-appropriazione di abiti e trend”.

Il libro (€ 12.00) è reperibile sul sito di Edizioni Arcoiris al link

Nessun commento:

Posta un commento