domenica 6 ottobre 2013

ADDIO, GIGINO DE STEFANO, MAESTRO DI GIORNALISMO E DI VITA!

Mi piace ricordarlo così, come appare in questa foto, col sorriso schietto, appena abbozzato, che gli era congeniale, anziché con la sofferenza, mascherata a fatica dalla consapevolezza che contraddistingue gli uomini forti e giusti, degli ultimi tempi. La notizia della morte di Luigi de Stefano, il mio amico Gigino, m'è arrivata a Salerno, quando ho riacceso il telefonino all'uscita dalla chiesa di santa Croce a Torrione, dove ho partecipato alla messa domenicale e alla rituale supplica della prima domenica d'ottobre alla Madonna di Pompei. Quando Agostino Ferraiuolo me l'ha riferita sono rimasto senza parole. Ho faticato a rendermene conto. Pur sapendo che,  a una certa età,  la morte è sempre appostata dietro l'angolo. M'aspetto anch'io di ritrovarmela di fronte, un giorno o l'altro.
Con Gigino se n'è andato un pezzo fondamentale della mia vita. Il nostro rapporto risale agli anni dell'adolescenza, della mia adolescenza: lui era più grande di me di sei anni, che poi, col tempo, specialmente quando abbiamo cominciato a fare i capelli bianchi, si sono annullati. Un rapporto consolidatosi nell'Azione cattolica, in quella sede "storica" dietro l'arcivescovado, dove Gigino si divertiva a svolgere anche attività teatrale nella filodrammatica allestita dal mitico Antonio "mezavunnella". Indimenticabili, ed esilaranti, le performance di Gigino nella "Cantata dei pastori"!
Poi, insieme (meglio, lui prima di me), abbiamo cominciato ad avviarci lungo la difficile strada del giornalismo: quello di periferia, che ti porta a stare sul campo, nel cuore degli avvenimenti (non come avviene oggi, a tavolino, con  l'ausilio di comunicati stampa e  veline).  
Cominciammo sulla "Voce di Salerno": Gigino, Filippo Jovieno, io. Poi lui, che già s'era inserito nella dirigenza della sezione democristiana di Amalfi, fu nominato corrispondente del "Popolo", organo ufficiale della Dc. Seguì per quel giornale un importante convegno sulla pesca ad Amalfi, al quale parteciparono esponenti di primo piano di quel partito. Questo gli consentì di farsi conoscere e apprezzare  fuori dei confini locali. Io fui nominato corrispondente del "Quotidiano", giornale cattolico. Poi Gigino passò al "Mattino" mantenendo l'incarico per tantissimi anni, addirittura per decenni: per raccontare, come ha fatto, giorno dopo giorno, le cose della Costiera. Con zelo, con puntualità, con correttezza. Non ci siamo fatti mai uno sgarbo, io e lui, nessuno di noi ha "bucato" una notizia per una furbizia dell'altro.
Siamo andati avanti così per sessant'anni. Fino a ieri. Quando non ci vedevamo - negli ultimi tempi usciva poco - ci scambiavamo per telefono opinioni e commenti. Con l'amicizia e l'affetto di sempre.
Tornando indietro con la mente, ricordo gli  incontri che avvenivano ad Amalfi nella saletta del Gran Caffè, dove ci si scambiava opinioni sugli avvenimenti da raccontare: Gigino, Angelo Amato (che pure se n'è andato pochi giorni fa), Ferdinando Gambardella, Filippo Iovieno, io. Di quel gruppo sono l'unico superstite: e mi fa tanta tristezza!

La notizia
Si è spento a Maiori, stamane,  nella sua casa di via santa Tecla, il giornalista Luigi de Stefano. Aveva 84 anni. La notizia si è rapidamente diffusa in tutta la Costiera, dove era conosciuto e benvoluto per le sue qualità umane e professionali. Innumerevoli le testimonianze di stima, di ammirazione, di affetto postate sui network e fatte pervenire alla famiglia. Il doloroso annuncio è stato dato dal figlio Gaetano,  collega in giornalismo, su Facebook: "Ciao papà, sei stato un maestro di vita. Ti voglio bene".

Giggino – scrive Francesco Di Lieto, in un commento su “Il Vescovado” - non era solo il corrispondente del Mattino ma era prima di tutto una persona di grande talento, una persona cordiale, leale e mi permetto di definirlo, per i suoi modi galanti, un vero Gentleman”.
Su Positanonews, Giuseppe Liuccio gli rivolge, nell’estremo saluto, parole dense di sentimento e di affetto: “La sua penna che ha lanciato fiotti di luce di intuizioni felici su tutti ed ognuno dei paesi della costa non scrive più, ma la sua testimonianza resta più limpida e luminosa che mai. Resta come esempio per tutti, per i colleghi della sua generazione che lo hanno avuto come Amico, per i giovani che, come il figlio Gaetano, hanno intrapreso lo stesso mestiere e per i quali resterà un fulgido esempio, per tutti gli Amministratori Locali dell'intera Costiera, a cui lascia in eredità un esempio impareggiabile di difesa forte e motivata delle proprie idee ma, nello stesso tempo, di equilibrio, di tolleranza e di comprensione per i principi e le idee degli altri. Da oggi Amalfi e la Costiera saranno più poveri. Sarà più povero anche il mondo del giornalismo salernitano ed amalfitano in particolare, perché perde una bella intelligenza ed una insostituibile risorsa”.
Gigino de Stefano era un uomo profondamente buono, animato da religiosità praticata e sentita. La sua esistenza è stata dedicata al lavoro, inteso come missione, alla famiglia, al prossimo. Chi lo ha conosciuto lo ricorda sempre disponibile ad ascoltare e a dare una mano a quanti si rivolgevano a lui per un consiglio, per un aiuto o soltanto per ricevere una parola di conforto.
Nato e cresciuto ad Amalfi (si stabilì a Maiori dopo il matrimonio), de Stefano aveva cominciato a muovere i primi passi nel mondo dell’informazione già da ragazzo: come corrispondente de “La voce di Salerno”, il settimanale fondato da Ugo Abundo, Giuseppe Raffaele Pastore e Italo Santoro, poi del “Popolo”, quotidiano della Democrazia cristiana, della Rai, e – per decenni – del “Mattino”, facendosi carico non soltanto della cronaca quotidiana, ma di tutte le problematiche del territorio – viabilità, ambiente, turismo, limonicoltura, ecc. ecc. - delle quali era un conoscitore profondo. Attualmente era direttore responsabile della Rassegna del Centro di Cultura e Storia Amalfitana.
Sfogliando la grande mole di articoli da lui firmati, dall’inizio degli anni cinquanta in poi, sarà possibile ricostruire le vicende della Costa d’Amalfi degli ultimi sessant’anni.
All’attività giornalistica aveva affiancato, negli anni giovanili e della maturità, quella politica, occupando la carica di vice segretario provinciale del Movimento giovanile Dc e di componente del Comitato provinciale Dc.  Educato alla scuola di Francesco Amodio, sindaco di Amalfi e dal 1958 deputato al Parlamento, aveva ricoperto, per lungo tempo, nella sua città, le cariche di consigliere comunale e di assessore, occupandosi in particolare di turismo.  A lui si deve anche un interessante apporto di idee nella redazione dell’atto costitutivo, quando fu creata la Regata delle antiche Repubbliche Marinare.
De Stefano è stato il primo presidente del Distretto scolastico di Amalfi, dopo l’istituzione di questo importante organo collegiale. Ai problemi della scuola ha dato un contributo notevolissimo di azioni concrete.
Già funzionario dell’ENAL, poi trasferito alla Comunità Montana “Penisola Amalfitana” quando l’ente fu soppresso, vi ha lasciato traccia del suo lavoro nella elaborazione di progetti, relazioni, studi.
Da una diecina d’anni collaborava, “con passione e impegno”, come sottolinea un manifesto di quel Comune,  all’organizzazione del Premio artistico letterario Città di Tramonti.

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