martedì 31 marzo 2015

UN FERVIDO AUGURIO A TUTTI



Buona Pasqua!
 
TU SEI LA LUCE
                                                                                        
Resta con noi, Signore, ché qui si fa sera[1].
Le ombre ci coprono di densa tristezza,
senza di Te dove andiamo? Tu sei la luce

che illumina i  giorni, le ore, le azioni,
e ci rafforza nel lungo impervio cammino.
Le vie del mondo sono infestate di morti.

Nel Tuo volto, Gesù, è la nostra speranza.
Ci danno fiducia le Tue  mani  forate
a sopportare pene, dolori ed offese.

La Tua resurrezione è promessa d’eterno,
la Tua trasfigurazione è il riflesso
di un vivido anelito di Paradiso.
 
                                                              Sigismondo Nastri 
(da "Ho coltivato sogni")

[i] Vangelo di Luca, 24, 29.  

NELLA MIA VITA, TRE DATE DA SOTTOLINEARE

Tre date, nella mia mia vita, che mi porterò impresse bene nella mente fino all'ultimo dei miei giorni.
- 23 gennaio 1966, l'incontro, ad Amalfi, con Salvatore Quasimodo
Emozionante, perché non capita tutti i giorni - anzi, non capita mai - di avvicinare un Premio Nobel.
- 9 ottobre 1966, il lungo colloquio nel Gran Caffè, ad Amalfi, con Alfonso Gatto (del quale, ricordo e sottolineo - per le amministrazioni comunali e gli organismi culturali di Salerno e della Costiera -, l'8 marzo dell'anno prossimo ricorrerà il 40° anniversario della morte). 
Fu l'avvocato Alfonso Iovane, suo compagno di scuola al liceo, a presentarmi a lui, con una sottolineatura: "Sigismondo scrive poesie...".
- 7 agosto 1967, la visita ad Alfonso Gatto, su suo invito, nella casa che aveva preso in
fitto a Conca dei Marini, vicino alla chiesa di san Pancrazio: una visita - protrattasi dal primissimo pomeriggio fino a sera -, nel corso della quale il Poeta non disdegnò di leggere le mie "cose", di darmi consigli e incoraggiamenti, che mi indussero a pubblicare "Acquamorta". Gliene sarò sempre riconoscente.

sabato 28 marzo 2015

PISA


Uscendo di stazione t’ho scoperta
una sera di giugno del cinquantasei.
In piazza mi abbagliava una gran luce:
l’hotel dei Cavalieri, i bar, una fontana
e il sorriso cordiale dei toscani
“maledetti” di Curzio Malaparte.

Ho conosciuto il Prato dei Miracoli
dove pende la Torre a rispecchiarsi
nel fiume dei poeti. C’era un sole
quel giorno che accendeva d’oro
i marmi dei palazzi e delle chiese.

1° luglio 1956

PER UN COMPLEANNO



                                               a Eva, mia ex alunna, l'amica dei fiori

C’è nel tuo sguardo una luce che abbaglia
mentre scruta orizzonti lontani
di terra, di mare, di monti, di cielo.
Sei pensierosa o sei mesta, non so.
Vorrei vederti gioiosa come sai essere tu.

Nella vita ogni anno che passa
è un bocciolo che s’apre su desideri e speranze
in un prato immenso a perdita d’occhio.
Che tu possa riempirlo zeppo zeppo di fiori:
i più belli. Di quelli poggiati su steli
gentili, leggeri, che il vento accarezza,
che assolutamente non vanno recisi.

Quali fiori? Margheritine, papaveri, clematidi, alliarie,
tuberose, genzianelle, viole, celidonie, pervinche.
Li conosci, di fiori t’intendi, prova a sceglierli tu.
             
© Sigismondo Nastri


27 marzo 2015

venerdì 27 marzo 2015

RISVEGLIO



La mattina al risveglio
penso e ripenso alla frase 
Memento mori, homine,
"quia pulvis es 
et in pulverem reverteris” [1].

Me la ripeto più volte
a mente assonnata
con le palpebre chiuse.

Poi apro gli occhi,
accendo la luce,
vedo che ci sono
e sorrido al dono
d'un nuovo giorno.
                                                                    
          © Sigismondo Nastri

27.3.2015


 
[1] "Ricordati, uomo, che sei polvere
e in polvere ritornerai" (Dalla Bibbia, Genesi  III, 19).