giovedì 12 marzo 2015

UN MANIFESTO A NAPOLI RIPROPONE L'INTERROGATIVO: LA LIBERTÀ D'ESPRESSIONE PUÒ "OFFENDERE" I VALORI SPIRITUALI IN CUI CREDONO MILIONI DI PERSONE?



Ieri il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato in prima pagina, con grande rilievo, un’immagine scioccante: un maxi manifesto pubblicitario, sei metri per nove, collocato a Napoli in posti strategici, nell’imminenza della visita del Pontefice,  che mostra una figura femminile, a dir poco attraente, con indosso soltanto un velo da suora, aperto sul davanti, con le mani giunte e una sorta di corona – che simula quella del Rosario, ma per fortuna non lo è: sembra il cordone di una tenda – pendente tra due seni abbondanti. Invitanti.  E meno male che i polsi le coprono i capezzoli. 
“Ammiccante e provocatoria” definisce questa immagine l’autrice dell'articolo, Anna Paola Merone. Ma anche “uno schiaffo alla città che si sta preparando a ricevere il Papa”.
Faccio una premessa. A ottant’anni, ormai, sento di essere ancora sensibile al fascino di una bella donna. Sia che la veda in tv o la guardi su un giornale o su un cartellone stradale. Sotto questo aspetto, perciò, il manifesto non mi scandalizza. Tuttavia mi fa riflettere.
La libertà di espressione,  di satira, di far pubblicità – lo dico subito, a scanso di equivoci - è fuori discussione. La ritengo una conquista della società contemporanea.  Gli interrogativi che mi pongo – nella speranza che qualcuno mi aiuti a darmi risposta – sono questi: 
- Può essa, la libertà,  diventare ingiuriosa, 'offendere' i valori spirituali nei quali credono milioni di persone? 
- E quella croce -  simbolo di fede, memoria del sacrificio di Cristo per la redenzione del mondo –,  posta tra i seni  scoperti  della pseudo suora, rappresenta o no un’offesa a questi valori? 
In sintesi: la libertà d’espressione può trasformarsi in blasfemia? 
Il problema, ovviamente, non riguarda soltanto i cattolici, ma i credenti di tutte le fedi religiose.

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