giovedì 31 maggio 2018

MEMORIE SALERNITANE. RICORDO DI MARIA VEDETTI, "OSCURA BENEFATTRICE"

Il caso mi ha messo tra le mani una copia del Mattino, datata 8 febbraio 1951. Sfogliandola, sono attratto da un articolo, nella pagina di Salerno, su Maria Vedetti, definita nel titolo "oscura benefattrice". La "popolana", morta a causa di un tumore sei giorni prima, a 52 anni, era conosciuta quale venditrice di "spassatiempe" e altre leccornie.

"La si vedeva ogni mattina col bello e cattivo tempo nei pressi dell'edificio delle scuola 'Gennaro Barra' e in villa comunale, circondata da tanti scolaretti, ai quali vendeva la sua modesta mercanzia: caramelle, confetti, quaderni e penne". 
Mia moglie, che all'epoca era una ragazzina, e frequentava le elementari, mi dice che Maria arrivava la mattina, prima che suonasse la campanella di entrata, vestita abitualmente di nero, portandosi dietro, su uno sgangherato carrettino, un seggiolino, una valigia di latta e, immancabile, l'ombrello. Una volta che s'era seduta, metteva la valigia sulle gambe e l'apriva: nei vari scomparti c'erano girandole, bombon, caramelle di liquirizia, e altre leccornie, molto desiderate dai bambini. Poi si spostava nella vicina villa comunale e ricompariva alla fine delle lezioni. Con i suoi piccoli guadagni - leggo nell'articolo - Maria Vedetti, figura tipica di Salerno, si era prodigata "per il mantenimento agli studi di tre futuri religiosi". Uno, "già ottimo e pio sacerdote, in un paese vicino al Capoluogo".
"Del suo meschino 'commercio' - scriveva il Mattino - dava parte a poveri disoccupati: partecipava, attivamente, quale 'socia', all'invio diegli infermi gravi a Lourdes". Era, insomma, una benefattrice che aveva lavorato, nonostante la terribile malattia, fino a trenta giorni prima della dipartita. Le esequie registrarono una grande partecipazione di popolo. Sottolineata la presenza, tra le Dame della Carità, delle signore Bonacci, Emanuelita Centola-Santoro, Vanna Romagnano Buonocore.

sabato 26 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. IL PRESIDENTE MATTARELLA, CONTE, SAVONA & C.


Un’idea sulla situazione politica, che rende complicato il varo del governo, me la son fatta. Può darsi che sia sbagliata – non sono un costituzionalista, mi esprimo da uomo della strada -, ma voglio esporla qui, dopo aver premesso che non parteggio per il M5S o la Lega – non ho votato né per l’uno né per l’altra -, e neppure per il Quirinale.
Piaccia o non piaccia, dopo i primi tentativi, puntualmente falliti (dar vita a un’alleanza tra Centro-destra e grillini, poi tra questi e il Pd o tra Centro-destra e Pd), una maggioranza in Parlamento s’è formata - M5S e Lega -, espressione del 55% di quanti il 4 marzo, da bravi cittadini, si sono recati alle urne. Discutibile quanto vogliamo, ma c’è. Con un programma trasformato addirittura in “contratto” tra le due parti, che possiamo definire populista, sovranista, o come vogliamo, ma che comunque fa riferimento a quel 55% dell’elettorato che ha scelto M5S e Lega. Che io sappia, un programma politico viene portato avanti da chi lo ha elaborato e se ne fa carico, non viene affidato per l’esecuzione a chi non lo condivide. E’ inimmaginabile che in quel governo trovino spazio personalità che non si riconoscono nel programma.
Ecco perché, a mio avviso, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non può imporre a Matteo Salvini e Luigi Di Maio, leader dei partiti che hanno la maggioranza alla Camera e al Senato, un ministro dell’Economia diverso da quello che hanno indicato. A meno che non giudichi Paolo Savona “indegno” di ricoprire la carica. Non bastano le divergenze sul ruolo dell’Italia in Europa. L'Italia, mi par di sapere, è una repubblica parlamentare nella quale la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione, attraverso i suoi rappresentanti eletti in parlamento. La linea politica di un governo, perciò, non è espressa dal capo dello Stato, ma dai partiti che lo sostengono. Il potere della fiducia (o sfiducia) è prerogativa del parlamento. 
Se il Presidente Mattarella ha dovuto conferire l’incarico di formare il governo al Professore Giuseppe Conte – sicuramente contro la sua volontà - è perché gli è stato chiesto con forza, addirittura con una procedura irrituale, da M5S e Lega. Non poteva decidere diversamente. Vale, secondo me, anche per la nomina dei ministri. 
Sic stantibus rebus, il Capo dello Stato se la sente di mandare tutto a scatafascio perché Paolo Savona ha una visione dell’Europa che non combacia con la sua o perché deve cedere alle pressioni - rese pubbliche dai media - dei poteri forti dell’Unione Europea? Si aprirebbe una campagna elettorale aspra, rissosa, forse anche violenta, capace di accentuare le divisioni tra gli italiani e di mettere in discussione, più di quanto avviene adesso, il ruolo stesso del Presidente della Repubblica quale “rappresentante dell’unità nazionale”.

venerdì 25 maggio 2018

LA SIGNORA, IL QUADRO, LA SCARAMANZIA


Esco di casa per sbrigare qualche faccenda, nei paraggi, e, come di consueto, faccio tappa nella bottega del mio amico Adriano, maestro del colore, per scambiare qualche parola e per un po’ di relax. Lì una sedia è sempre disponibile. Entra una signora, bionda, con un cagnolino al guinzaglio: un pincher, maschio. Meno male - mi viene subito da pensare - che non ho con me Chanel, la chiwawa, da ieri in calore. La signora vuol vendere un quadro. Adriano, col garbo che gli è congeniale, cerca di farle capire che non gli interessa. “Io – dice – i quadri li faccio, non li compro”. “Perché, voi siete pittore?” chiede la signora. Adriano risponde che tutti i dipinti alle pareti sono suoi. Lei, dopo aver dato uno sguardo in giro, gli fa notare che un quadro ha valore solo dopo la morte dell’artista che lo ha realizzato.

Suggerisco ad Adriano qualche gesto scaramantico, come toccar ferro, e, intanto, tengo ben ferme le mie mani in una certa posizione, pronto a... proteggermi. Lo so che non serve, non ci credo, ma in momenti difficili come questo non resisto alla tentazione. Lei se ne accorge e incalza: “Siete superstizioso?”, Non rispondo e passo rapidamente all’azione. E' volgare, non venite a ricordarmelo, ma è un modo, credo, per farle capire che la deve smettere. Macché! “Non vi grattate – ammonisce – perché vi fa male alla prostata”. “Non ho problemi di prostata” replico, infastidito. “Ah, siete ancora attivo?”. “Attivissimo, collaudato” le rispondo, stavolta con una punta di orgoglio. E intanto lei mi sferra il colpo finale: “Voi avete un’età, si vede, siete anziano. È inutile che vi grattate. Lo sapete bene che dovete morire”. Riesco giusto a gridarle: “Da dove diavolo siete uscita? Chi vi ci ha mandata qui dentro?”. La signora tira il guinzaglio e se ne va, disinvoltamente, insieme col cane.
Sigismondo Nastri


martedì 22 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. LA ONOREVOLE CIRINNA' E LO STATO DELLA SANITA' IN ITALIA


L'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, operato d'urgenza al cuore un mese fa all'ospedale San Camillo di Roma, è tornato a casa. Mi fa piacere. Auguri!
Quando se n'è data notizia su Sky, la onorevole Monica Cirinnà del Pd - che partecipava a un dibattito sulla situazione politica - ha commentato: E' la prova che la sanità italiana è di altissima qualità. 
Vero, niente da eccepire. Ci sono aree di eccellenza assoluta. Ma ce ne sono altre in cui il diritto dei cittadini alla salute e all'accesso ad una sanità universale ed equa è negato. Le cronache portano continuamente all'attenzione della pubblica opinione episodi di inefficienza, di malasanità. 
Vorrei porre una domanda alla onorevole Cirinnà: quanti cittadini, colpiti dalla stessa patologia del presidente Napolitano, hanno la possibilità di farsi operare dal prof. Francesco Musumeci
Una sanità, per essere eccellente, ha bisogno di avere strutture e professionalità eccellenti distribuite su tutto il territorio nazionale. Fin quando questo non avverrà, continueranno i viaggi della speranza al Nord, intasando le liste d'attesa. Al Nord, dove peraltro la presenza di sanitari provenienti dal meridione è abbastanza consistente.
Le statistiche dicono che la Lombardia importa da altre regioni 161.000 pazienti l'anno e vanta un credito di 808,6 milioni di euro (un vero business, penso); all'opposto la Calabria è in rosso per 319 milioni. A seguire, in questa black list, la Campania che deve saldare prestazioni per 302 milioni fuori dai propri confini, e il Lazio che la tallona a quota 289 milioni. Possibile che la onorevole Cirinnà non ne sia informata?

domenica 20 maggio 2018

RIFLESSIONE NOTTURNA. VITA DA CANI, SPAPARANZATI SUL LETTONE

L'altro giorno il Corriere della sera ha pubblicato un lungo articolo, a firma Margherita De Bac, dal titolo "Vita da cani (tra le lenzuola)". Alcuni dati pubblicati mi sembrano interessanti: 60 milioni di animali da compagnia - cani, 7 milioni, e gatti, 7 milioni e mezzo - sono presenti nelle case degli italiani; il 58 per cento degli italiani possiede un animale da compagnia, il 20 per cento ne ha due. Tralascio quelli che riguardano alimentazione, vaccinazioni, cure mediche, che hanno costi non irrilevanti. 
Il 50 per cento dei cani - scrive Margherita De Bac - dorme con i padroni. Già, perché "s'è rovescìato il meraviglioso mondo degli animali domestici". Altro che cuccia! Il letto, accanto ai padroni, è sicuramente più comodo e confortevole. 
Chiedetelo alla mia piccola Chanel!

RIFLESSIONI NOTTURNE. L'ADDIO DI GIANLUIGI BUFFON E LE ESAGERAZIONI NEI GIUDIZI SUI CALCIATORI


Io non mi permetto di giudicare un atleta per quello che fa nella vita privata (vale per Buffon come per gli altri). Fatti suoi. Se sbaglia, contravviene alle regole, ci sono organismi apposta per i provvedimenti conseguenti. 
Ciò chiarito, dico che Gianluigi Buffon è stato un grande portiere. Anzi, grandissimo. Non "il più grande portiere della storia del calcio", come vorrebbe qualcuno. Ce ne sono stati altri, eccome che ci sono stati. Ne cito soltanto due: Yachin e Zamora. Potrei aggiungerci  (tra gli italiani) Bacigalupo (morto troppo presto, nella sciagura di Superga), Sentimenti IV, Albertosi, e così via. Ma, mi domando, come si fa a mettere a confronto atleti vissuti in epoche diverse, che hanno giocato un calcio diverso, su campi che erano diversi - dalla terra battuta si è passati al manto erboso, ora anche all'erba sintetica - , con scarpe diverse? Dalle scarpe di cuoio a caviglia alta,  pesanti, si è passati ad eleganti scarpini, firmati e sponsorizzati. E poi i palloni: che erano a pannelli sagomati incrociati e cuciti, con camera d'aria, che se te ne arrivava uno in faccia finivi dritto all'ospedale.  Oggi sono termosaldati, perfettamente sferici e non aumentano di peso impregnandosi d'acqua in caso di pioggia.
Ricordo che i terreni di gioco erano così duri da costringere i portieri a indossare ginocchiere, a proteggersi con spessi maglioni di lana. Di lana erano  le maglie degli altri calciatori. Ora si usano quelle di poliestere, a tecnologia avanzata,  capaci di far traspirare il sudore e il calore del corpo
Evitiamo esagerazioni, perciò. Non esiste "il più grande portiere della storia del calcio", non esiste "il più grande calciatore della storia". Le valutazioni sono sempre soggettive e, ahinoi!, non dimostrabili.

sabato 19 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. MAGGIO, PRELUDIO DELL'ESTATE


Mi sveglio [non ora, alle 6.30], tiro su la persiana: il sole è appena spuntato dietro le case di Mercatello. Si annuncia una splendida giornata. Una di quelle che non sai se è meglio trascorrerla al mare o in campagna. Fate voi.
Mi viene in mente un vecchio proverbio: “Maggio fa belle ‘e figliole e po’ giugno s’ ‘e gode ô sole” [sarebbe giugno, insomma, a beneficiarne]. Giugno, che è fatto di tanti sguardi, ammirati o concupiscenti, come quello delle lucertole appena uscite dal letargo. Non il mio, mannaggia!, appannato dall'età veneranda [si dice così, no?] e dalla cataratta.
Del resto, si sa: “Quanno maggio trase [e ormai stiamo ben oltre la metà del mese] ‘e vase songo comme ‘e cerase” [hai una voglia matta di mangiarne a iosa, una tira l'altra].
Auguri!

giovedì 17 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. FACEBOOK, GRAMELLINI E LE SUORE DI CLAUSURA


Massimo Gramellini, nella sua consueta rubrica sul Corriere della sera, sotto il titolo "Suor Facebook", ironizza pesantemente sul fatto che le suore di clausura possano usare i social network anche se dovranno farlo - avverte una disposizione della Santa Sede - "con sobrietà e discrezione". Cosa che peraltro già avviene. 

Tra le mie "amicizie" su Facebook ci sono le Monache di clausura di un paese vicino alla mia residenza. Leggo i loro post su "spiritualità, gioia, sorriso, preghiera" che le contraddistinguono, sulle funzioni religiose, le attività educative e umanitarie svolte, cerco di far miei i loro inviti alla preghiera. 
Ogni volta che vado sulla pagina Facebook di queste suore scopro motivi di sostegno al mio essere credente: come quando leggo l'invito a trovare "la forza di amare sempre più, il coraggio di osare anche controcorrente, la dolcezza di perdonare senza misura, la fede che tutto spera e mai resta delusa". Niente a che vedere con le situazioni sulle quali si sofferma la satira di Gramellini. 
Queste suore non sono estrapolate dal mondo, "isolate in uno spazio chiuso senza rapporti diretti con l'esterno". Affacciano il loro sguardo sul mondo, ne percepiscono i bisogni, le difficoltà, i guasti, le ingiustizie, soffrono per le guerre, le violenze che lo attraversano, ne fanno oggetto delle loro suppliche. Perché la preghiera è il cardine deĺla nostra vita, attraverso la preghiera si trasmettono a Dio i nostri desideri, i nostri bisogni.
Oggi, alla Vita in diretta su Rai1, ho ascoltato la testimonianza del padre di una giovane che, dopo essersi laureata, ha scelto, quindici anni fa, di diventare trappista nella comunità di Vitorchiano.
Trovo significativo, e meritevole di attenta riflessione, il post delle Carmelitane di Hondarribia, in Spagna, a proposito di uno stupro avvenuto a Pamplona. "Noi viviamo in clausura - hanno scritto -, portiamo un abito quasi fino alle caviglie, non usciamo di notte, non andiamo a feste, non assumiamo alcol e abbiamo fatto voto di castità. Questa è una scelta che non ci rende migliori né peggiori di chiunque altro, anche se paradossalmente ci renderà più libere e felici di altri. E perché è una scelta libera, difenderemo con tutti i mezzi a nostra disposizione (questo è uno) il diritto di tutte le donne a fare liberamente il contrario senza che vengano giudicate, violentate, intimidite, uccise o umiliate per questo". Una lezione di stile, di civiltà, di modernità oso dire. Dalla quale emerge piena conoscenza, e grande sensibilità, rispetto agli accadimenti del mondo. 
Altro che le battute sarcastiche e irriverenti di Gramellini!

mercoledì 16 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. SALVINI, DI MAIO E IL LORO TENTATIVO DI FORMARE IL GOVERNO

Da quando esiste il mondo, credo, la vita dell'essere umano è indirizzata al dominio sull'altro e sugli altri. Avvenne con Eva [altro che sesso debole!] nei confronti di Adamo, con Caino a danno di Abele. Poi la storia, scorrendo attraverso i millenni, ha fatto il resto. Questo vale nella famiglia, nella società, negli affari. Figuriamoci in politica. 

Chi decide di impegnarsi nella vita pubblica è mosso da ambizione, voglia di potere ('o cummannà è meglio d' 'o fottere, si è sempre detto), mera autoesaltazione. Spesso, da interesse (di appartenenza o addirittura personale). E' inutile fingere di non capirlo. Non escludo che qualcuno lo faccia per spirito di servizio. Ci mancherebbe!
Matteo Salvini e Luigi Di Maio - più di sedici milioni di voti, in totale, alle elezioni del 4 marzo - non rappresentano l'eccezione alla regola. Ma nelle stanze dei bottoni ancora non sono entrati. Ridicolizzarli o, peggio, criminalizzarli per lo sforzo, che stanno compiendo, di mettersi insieme per dar vita a un governo non mi sembra corretto. Aspettiamo che ci riescano (se ci riusciranno). E giudichiamoli per quello che saranno capaci di fare (o non riusciranno a fare). 
Si dice in modo dispregiativo che siano espressione dell'antisistema. Che vogliano, cioè, rovesciare le strutture e le basi del sistema sociale e statuale (quello che in Italia privilegia le lobby economico-finanziarie e pesa sulle classi più deboli della società). 
E' inaccettabile che a muovere i fili siano soltanto Matteo Renzi e il "riabilitato" Silvio Berlusconi. Se si fa strada un elemento di novità nel panorama stagnante della politica io - che non ho votato per la Lega e neppure per il M5S - sono disposto ad accoglierlo quantomeno con curiosità. Non invoco san Paolo [protettore dai morsi dei rettili] se prima non ho visto la serpe.

lunedì 14 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. LA TRAGEDIA PALESTINESE E IL MONDO CHE STA A GUARDARE

Ė vergognoso, inaccettabile, atroce che il popolo israeliano, che ha sofferto l'olocausto, e che per questo ha meritato la solidarietà di tutto il mondo, si renda responsabile di atti di violenza nei confronti di un altro popolo, quello palestinese, che reclama il suo diritto ad avere una patria, un territorio non colonizzato, una propria sicurezza. Una propria dignità. Non si può rispondere con la forza militare a chi non ha altre armi che le pietre. Non si può, non si deve, è criminale uccidere donne e bambini. Ĺa decisione americana di trasferire l'ambasciata a Gerusalemme è una provocazione, tesa a peggiorare una situazione già esplosiva. 
L'Onu, la UE, le grandi potenze mondiali - quelle del G7 - stanno a guardare.

RIFLESSIONI NOTTURNE. IL NERVOSISMO DI MATTEO SALVINI E LA TRATTATIVA PER IL GOVERNO

La dichiarazione - stizzita e imbarazzata - di Matteo Salvini, ieri sera, all'uscita dal colloquio col Presidente della Repubblica, ben diversa da quella serena e rassicurante di Luigi Di Maio sulla formazione del governo, dimostra che Silvio Berlusconi - riabilitato e restituito pienamente alla politica - ha ripreso il controllo del Centro-destra: e Salvini, lo voglia o no, non può non tenerne conto. La sua leadership è già vanificata. 
Non escludo che il tavolo delle trattative tra Lega e M5S possa saltare nelle prossime ore, e non certo per quello che verrà fuori dai referendum nei gazebo o sulla piattaforma Rousseau subito annunciati dai due leader. Il deus ex machina della politica italiana è ancora lui, l'inossidabile Cavaliere di Arcore.

venerdì 11 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. IL "NIHIL OBSTAT" DEL CAVALIERE ALLA FORMAZIONE DEL GOVERNO


Non amo i gesti volgari. Ma stamattina non ne posso fare a meno. Immagino Silvio Berlusconi che, dopo aver dormito profondamente come il principe di Condò avanti la battaglia di Rocroi, s'affaccia a una finestra della sua residenza e, pensando a quanti hanno tentato di tenerlo ai margini delle vicende di questi giorni, fa istintivamente quel gesto dell'ombrello tanto caro a noi italiani.
Piaccia o non piaccia, il deus ex machina della politica italiana, nonostante Forza italiana sia uscita ridimensionata dal voto del 4 marzo, è ancora lui. Lo spiega dettagliatamente l’Espresso: «questo sta avvenendo, anzi forse è avvenuto: forse non con una trattativa diretta - più probabilmente con una negoziazione mediata dalla Lega - tuttavia il M5S sta facendo proprio quello che in questi vent'anni è stato (non a torto) imputato ai Ds e al Pd, a Massimo D'Alema e Luciano Violante: piegarsi a Silvio Berlusconi per quanto riguarda il suo gigantesco conflitto d'interessi e la salvaguardia dei suoi affari.» 

Insomma, più che cedere ai diktat di Luigi Di Maio, il Cavaliere ha costretto il ragazzo di Pomigliano a scendere a patti con lui. Sia pure per interposta persona, Matteo Salvini. Altrimenti, col cavolo lo avrebbe fatto (se si farà) il governo!

mercoledì 9 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. LA CRISI DEI PARTITI E IL RUOLO DEL CAPO DELLO STATO


Oggi, o forse domani, il Presidente della Repubblica conferirà l'incarico per la formazione di un governo "di servizio". Come se governare non fosse già - sempre e comunque - un servizio da rendere al paese! Solo che in questo caso sarà... "neutrale". Mi chiedo se possano esistere personaggi "neutrali" in politica: che non facciano riferimento a un'idea (per non usare la parola ideologia, obsoleta), a un ideale. A differenti modelli di sviluppo della società. A determinati "valori". Già l'essere cattolico o non cattolico, conservatore o progressista - faccio un esempio - lo rende non "neutrale"!
Quello che mi sembra certo è che l'Italia si avvia a diventare sempre più una repubblica presidenziale, in conseguenza della debolezza dei partiti, che non riescono ad esprimere leadership autorevoli, credibili, forti. Il processo di delegittimazione, che s'è avviato con Giorgio Napolitano, continua. Con l'unica differenza che, distinguendosi dal suo predecessore, Sergio Mattarella ha spiegato pubblicamente, nei dettagli, e in maniera chiara, le ragioni delle decisioni che andrà a prendere. E pensare che i tentativi di riforma della Costituzione andavano in senso opposto. Tendevano a rafforzare la figura del premier e dell'esecutivo a scapito di quella del Capo dello stato.
Quanto ai protagonisti dell'operetta che si sta recitando dal 4 marzo a oggi spiccano, secondo me, due elementi: il rispetto - faticoso, ma tenuto fermo - degli accordi elettorali di Matteo Salvini con la coalizione di appartenenza e, checché sostengano i media, la coerenza di Luigi Di Maio, pur nella inquietante incoerenza del suo pensiero (e di quello del M5S), nel non voler fare accordi con Berlusconi, a costo di mandare in frantumi il "sogno" di accomodarsi a palazzo Chigi. Salvo sorprese, in zona Cesarini, che non mi sento di escludere.
In questo scenario, per nulla esaltante, il Pd recita il ruolo avvilente della comparsa. Almeno fino a quando non si riscatterà dalla sudditanza a Matteo Renzi, confermata dalle sue due ultime apparizioni sullo schermo tv e dai messaggi lanciati ai suoi competitor all'interno del partito. Fossi Gentiloni, non starei sereno.:

sabato 5 maggio 2018

RIFLESSIONI NOTTURNE. LA CONFUSIONE DELLA POLITICA ITALIANA: MS5 E GLI ALTRI


La confusione di questa fase delicata della vita politica italiana è nel fatto che destra conservatrice e quella che impropriamente molti chiamano "sinistra" (dato che più a sinistra del Partito democratico c'è il vuoto: LeU è irrilevante) tendono sempre più a confondersi, se non proprio a integrarsi (basti guardare come simpatizzano Silvio Berlusconi e Matteo Renzi). 
La sinistra vera, quella rappresentata da Togliatti, Nenni, Terracini, Longo, Ingrao, Lombardi, Di Vittorio, per citarne alcuni, non esiste più. E neppure il post-fascismo, tenuto in piedi da Almirante (e franato penosamente dopo di lui). La Chiesa ha abdicato al ruolo - che s'era assunto nel dopoguerra con Pio XII - di formazione di una classe politica capace - nel bene e nel male - di esprimere uomini di notevole levatura (da De Gasperi a Moro, da Andreotti a De Mita, passando per Dossetti e La Pira), svolto fino agli anni settanta. 
I poteri dominanti oggi - banche, alta finanza internazionale, lobby economiche e massoniche, la stessa UE a trazione tedesca - condizionano sia la destra berlusconiana che il Pd. Nonostante i proclami antieuropeisti di Salvini: lupo che ulula alla luna.
In questo quadro già scombinato - con i limiti e le contraddizioni messi in mostra da Luigi Di Maio - il M5S si pone come l'asino in mezzo ai suoni. E - già avvenne per l'Uomo qualunque di Guglielmo Giannini -, è destinato a sciogliersi qual neve al sole se non assumerà una propria identità e non si darà un progetto serio, credibile, attuabile, sganciandosi dalla tutela imbarazzante di Beppe Grillo e della Casaleggio Associati,

IL CINQUE MAGGIO: POVERO ALESSANDRO MANZONI!


Povero Alessandro Manzoni! Credo che una delle sue odi più conosciute - Il Cinque Maggio -, dedicata alla morte di Napoleone Bonaparte (avvenuta a Sant’Elena, isola remota dell’Oceano Atlantico, il  5 maggio 1821), sia stata forse la più martoriata dagli studenti. Quanto meno al mio tempo. Noi la recitavamo così: "Ei fu siccome immobile dato il mortal sospiro stette la spoglia immemore orba di tanto spiro così percossa attonita la terra al nunzio sta..." ecc. ecc., tipo filastrocca o scioglilingua, senza pause. Ignorando tutti i segni di interpunzione. Senza respirare. Trattenendo il fiato come fa il nuotatore sott'acqua.
Ecco invece come la trasformava qualcuno, più furbo: "Ei fu, sì come un mobile / passato a pulitura / primma c' 'a preta pòmmece / e pò c' 'a secatura...". Lo si fa ancora, nelle scuole. Me n’è stata segnalata un’altra versione, che però non appartiene alla mia generazione “Ei fu, siccome immobile, / si fece l’automobile: / dato il mortal sospiro / si fece un altro giro…” 
Qualche anno fa ci ha provato pure Silvio Berlusconi, riducendola a messaggio politico. Che, alla luce di quel che sta avvenendo in questi giorni, che lo vedono deus ex machina nel gioco di alleanze e paletti per la formazione del nuovo governo, sembra ancora attuale:   "Ei fu. Siccome ignobile, / dopo il feral sondaggio, / freme s'indigna ed esplode / in un fatal messaggio: / dichiara affranto e triste, / (ormai lo dico piano)  / la destra non esiste, / se non ci metto mano. / Per continuar l'impegno / e non essere affranto / devo cambiar contegno / oppure è solo pianto". I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ricordo che in quarta ginnasio (anno scolastico 1948/49), ad Amalfi,  il professore di lettere, Sebastiano Corvino, sacerdote, reduce di guerra, era sordo come una campana. Non si rendeva conto dei nostri stravolgimenti di uno dei testi più famosi della letteratura italiana. Gli bastava osservare il movimento delle labbra, che doveva essere veloce, senza soste. Se ti fermavi, stringeva i polpastrelli della mano, in segno di insoddisfazione, e ti rimandava a posto. Con un brutto voto.