mercoledì 15 agosto 2018

IL 3 OTTOBRE RICORRERA’ IL 60° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI CESARE GIULIO VIOLA. IL COMUNE DI POSITANO FACCIA QUALCOSA PER RICORDARLO


Non amo la sdraio. Ne ho due, non mi ci siedo mai. Non amo la sdraio da quando a Positano ne rimase vittima, sul terrazzo di casa, il commediografo Cesare Giulio Viola. Avvenne il 3 ottobre 1958. Il telo sul quale s’era adagiato per godersi la vista del mare all’improvviso si squarciò.  Batté la testa e gli fu fatale. Viola, nato a Taranto il 26 novembre 1886, s’era affermato come scrittore, commediografo e sceneggiatore di teatro, televisione e cinema. Per la sceneggiatura vantava anche una candidatura all’Oscar.
M’interessai a lui per due lavori: “Canadà” (tre atti, Mondadori, 1950) e, in modo particolare,  “Nora seconda” (tre atti, prefazione di Eligio Possenti, Bologna 1956) che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto dare un seguito all’interrogativo col quale s’era chiuso il dramma ibseniano “Casa di bambola”. Non mi piacque. Non c’era nulla del pathos dell’autore nordico.
In “Canadà” mi sorprese il riferimento alla Grotta dello smeraldo. Trascrivo qui il breve dialogo tra i protagonisti della commedia, Joe e Olga:
«OLGA. E perché dici queste cose? (fissandolo) Dimmi che mi vuoi bene… Mi fa piacere sentirmelo dire…
JOE. Ti voglio bene…
OLGA. Non così… Come quella sera, ti ricordi, a Roma… Come quel giorno ad Amalfi, nella grotta dello Smeraldo… Io voglio tornare ad Amalfi e voglio comprarmi quella grotta, e voglio murarla perché nessuno c’entri più… Dimmi che mi vuoi bene come allora… È vero, Joe?».
Tra meno di due mesi, il 3 ottobre, ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Viola. Sarebbe il caso che il Comune di Positano si facesse promotore di una cerimonia – meglio, un incontro di studio -, per richiamare l’attenzione degli studiosi sulla sua opera, soprattutto per ricordare quanto egli amasse il paese della Costiera.
© Sigismondo Nastri