venerdì 4 settembre 2015

L'IMMAGINE DI QUEL BAMBINO TROVATO MORTO SULLA SPIAGGIA DI BODRUM IN TURCHIA

    Penso ancora all'immagine di quel bambino - si chiamava Aylan Kurdi e aveva tre anni - trovato senza vita sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, immagine assurta a simbolo della tragedia che ha colpito il popolo siriano, ma anche di tutte le tragedie che si stanno consumando sulle rotte del Mediterraneo che portano dall'Africa al continente europeo. E' una immagine - non lo nego - capace di turbare la nostra sensibilità. C'è chi chiede, su Facebook, di non farla più vedere. E invece sì, dico io. Serve a scuotere le nostre coscienze, che si sono assuefatte alle torture, alle decapitazioni, alla disperazione, alla fame, alle morti in mare, alla non-civiltà che distruggendo i templi di Palmira pretende di cancellare la storia. 

    Viviamo una tragedia della quale siamo tutti responsabili, se non altro per peccato di omissione. 
    Un amico sacerdote, don Salvatore, ha sostituito l'immagine di quel bambino con un'altra, tratta da un dipinto di Giotto, che mostra il bacio di Giuda a Cristo. Sostiene che essa sembra riflettere la situazione attuale. «Il mondo occidentale  - osserva il reverendo -  piange per la tragedia ma chi ha voluto che questa accadesse? Chi continua a fomentare la guerra e le divisioni? Chi ha creato e voluto questa instabilità nel Medio oriente? Chi vende le armi ai contendenti? Il mondo occidentale è come Giuda: bacia, guarda negli occhi il popolo sofferente,  si commuove e poi lo pugnala, ne decreta la morte.» Come non essere d'accordo? Rifiutiamo di prestare attenzione alle immagini dolorose che ci vengono dalla Siria e quelle dei tanti diseredati che scappano dai paesi tormentati dell'Africa sud-sahariana alla ricerca di una speranza di vita e vengono inghiottti dal mare. Rifiutiamo di prestarvi attenzione perché magari alla tv c'è una partita di calcio, come quella di ieri sera,  nella quale la nostra squadra ha prevalso - con un gol di mano, che l'arbitro avrebbe dovuto annullare - su Malta, che nella classifica delle squadre nazionali occupa - udite! udite! - il terzultimo posto, prima di Andorra e San Marino. Abbiamo vinto e siamo contenti. In attesa che domenica riprenda il campionato, con il suo corollario di insulti e scazzottamenti (o peggio...) e con il suo giro forsennato di milioni di euro.
    Ha ragione Mario Calabresi, direttore della Stampa: «Questa (Bodrum, ndr) è la spiaggia su cui muore l'Europa. E’ l’ultima occasione per vedere se i governanti europei saranno all’altezza della Storia. E l’occasione per ognuno di noi di fare i conti con il senso ultimo dell’esistenza».
    "Il senso morale di una società - scriveva Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano  - si misura su ciò che fa per i suoi bambini". Valeva ai tempi della lotta al nazismo, vale anche oggi. Lo documenta questa sequenza di foto (di Léo Duarte) che prelevo da Facebook, una grande lavagna per fortuna non sempre riempita di idiozie, parole e immagini futili, superficiali, volgari, grottesche. L'unico commento che mi sento di fare e che non c'è solo da piangere, ma da indignarsi. Da vergognarsi profondamente. C'è da chiedere perdono a Dio per l'abisso nel quale abbiamo trascinato questo mondo, per come abbiamo ammazzato questi bambini, per come stiamo tentando di negare ai sopravvissuti la speranza nel domani. Se ci sarà un domani.

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