giovedì 23 giugno 2016

TRADIZIONI, RITI, SUPERSTIZIONI NEL GIORNO IN CUI LA CHIESA FESTEGGIA SAN GIOVANNI BATTISTA

La festa religiosa di San Giovanni Battista  si fonde – e si confonde – con tradizioni, incantesimi, superstizioni, pratiche esoteriche. Non so dire perché. Non mi ci sono applicato. Forse perché capita in un giorno particolare del calendario, il 24 giugno, subito dopo il solstizio d’estate.  
Penso che sia la solennità in cui maggiormente sopravvivono credenze pagane legate al ciclo della natura. Pochi forse ne hanno memoria. A cominciare da quella, tramandata fino a noi, secondo la quale nella notte tra il 23 e il 24 scenderebbe a mare, dal cielo, una trave di fuoco per riscaldarne l’acqua. Quando ero bambino, bisognava aspettare che ciò accadesse prima di cominciare i bagni. Ma, se il tempo si mantiene plumbeo come è in questo momento – le nove del mattino della vigilia , altro che trave ‘e fuoco. Rischierebbe ‘e piglià nu purpetiello – cioè di bagnarsi – prima di giungere a destinazione.
La strega di Biancaneve, film della Walt Disney (1937)
Poi c’era il rito del piombo, che veniva posto in un pentolino e messo a sciogliere sul fuoco. Dopo di che lo si riversava in un secchio d’acqua lasciandolo lì fino al raffreddamento.  Ne venivano fuori strane forme alle quali si cercava di dare un significato, ricavandone addirittura oroscopi per il futuro. Ci ho provato io pure, qualche volta, negli anni dell’adolescenza.
Ancora. Nella notte di San Giovanni  si raccoglievano (e si raccolgono) le noci, acerbe, da mettere a macerare nell’alcol per la produzione domestica del nocillo.
E lascio stare il sabba delle janare sotto il maestoso noce di Benevento. Sembra che anche quelle di Conca dei Marini ci andassero, volando a cavalcioni sul manico di una scopa.
© Sigismondo Nastri


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