martedì 20 gennaio 2015

ANCORA UN COMMENTO SULL'ATTACCO TERRORISTICO A PARIGI. SACROSANTA LA LIBERTA' D'ESPRESSIONE, MA SACROSANTO ANCHE IL RISPETTO DEL PENSIERO E DEI SIMBOLI RELIGIOSI CHE ACCOMUNANO TANTI ESSERI UMANI


"Scherza coi fanti e lascia stare i santi!" recita un vecchio proverbio,  che mi ripetevano spesso quando ero ragazzo, e che è ricordato anche dal Sagrestano a Cavaradossi nel primo atto della Tosca di Giacomo Puccini. M'è tornato insistentemente alla mente dopo la terribile mattanza a Charlie Hebdo, dichiaratamente "journal athée". Niente da obiettare, fin qui. La libertà d'espressione è sacrosanta - l'ho detto, lo ribadisco a voce alta -, ma, insisto, altrettanto sacrosanto è il rispetto dei valori, del pensiero religioso, dei simboli che accomunano tanti esseri umani: e non importa quale sia il loro credo. Tutto ciò che è considerato sacro e santo non deve essere oggetto di satira. 
Non m'è piaciuto ciò che ha voluto sottolineare Gérard Biard sul numero di Charlie Ebdo diffuso anche in Italia: "Ce qui nous a le plus fait rire, c'est que les cloches de Notre-Dame ont sonné en notre honneur" (Ciò che ci ha fatto più ridere è che le campane di Notre-Dame hanno suonato in nostro onore): le campane hanno suonato a lutto in memoria delle dodici vittime della strage in quella redazione. Altro che ridere! 
Apprezzo invece la dichiarazione resa al Fatto quotidiano da Stefano Disegni, disegnatore satirico di primo piano e autore televisivo: “Su papi medioevali, preti pedofili, IOR, cardinali con attici da 700 mq ho disegnato di tutto… Ma non disegnerei mai Cristo in modo offensivo. Quando mi ci sono avvicinato (accade a noi atei spiritosoni) nel mio retrotesta non mi sono sentito a posto. Cristo non è un uomo ma un simbolo… E’ giusto fino al rischio attaccare gli uomini e le loro azioni, ma è stupido attaccare i simboli della ricerca spirituale, la stessa di cattolici, ebrei, islamici e… atei, ognuno a suo modo a cercare risposte, tutti spaventati dal viaggio nell’ignoto che è la vita, tutti sperduti in questa insensata palletta”.
Anche alla luce di tutte queste considerazioni è evidente che non mi sento di accettare le caricature su Maometto e, più ancora, perché toccano la mia sensibilità di cattolico, quelle sulla SS. Trinità.
Una vignetta, però, non giustifica un assassinio. Di più: non esiste niente che riesca a giustificare un assassinio o, peggio, una carneficina.
La mia condanna dell’azione terroristica compiuta a Parigi è totale, senza appello.
Ciò premesso, mi trovo d'accordo con Massimo Fini che, sul Fatto quotidiano del 14 gennaio, andando ovviamente contro l'opinione più diffusa, ha scritto: "E' da più di dieci anni che siamo all'attacco del mondo islamico: Afghanistan (2001), Iraq (2003), Somalia (2006/7), Libia (2001) e, da ultimo, non contenti ci siamo intromessi, con bombardamenti e droni, nella battaglia che l'Isis sta legittimamente combattendo sulle sue terre. E' da più di dieci anni che siamo in guerra, facendo centinaia di migliaia di vittime civili in campo altrui, ma siccome questa guerra non ci toccava, non colpiva i nostri territori, ce ne siamo fregati". Al di là dell'azione violenta compiuta,  forse ci sarebbe da meditare, e non poco, sulle parole consegnateci nel suo "Testamento postumo" dal terrorista Amedy Coulibaly: "Non potete attaccarci e pretendere che non rispondiamo. Voi e le vostre coalizioni sganciate bombe sui civili e sui combattenti ogni giorno. Siete voi che decidete quello che succede sulla Terra? Sulle nostre terre?". 
Oltretutto, le azioni belliche compiute dagli Usa e dagli alleati europei nei paesi islamici hanno prodotto soltanto instabilità e maggiore insicurezza.




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