sabato 22 ottobre 2016

GLI OTTANT'ANNI DI PIETRO FALIVENA, ARTISTA DI RAFFINATA SENSIBILITA'

Pietro Falivena, pittore di raffinata sensibilità,  compie oggi ottant’anni. Speravo di incontrarlo stamattina, come a volte mi capita, nella bottega-studio di Adriano Paolelli, abituale luogo di intrattenimento e di discussione. Non l’ho visto. E, quindi, gli auguri glieli faccio qui, in questo mio piccolo spazio. Anzi, glieli rinnovo, dato che già stanotte gli ho mandato un sms che spero abbia ricevuto.
Lo sguardo di Pietro Falivena
colto dalla matita di Adriano Paolelli
Paolelli, che ha la straordinaria capacità di cogliere delle persone i pensieri, i sentimenti, oltre che i tratti somatici,  ha voluto ricordare la ricorrenza con un “ritratto” particolare di Pietro, che ne mostra solo gli occhi: uno sguardo vivo e penetrante, avido di conoscenza, come deve essere lo sguardo di un artista.
Ottant’anni sono tanti, a contarli (io vado per ottantadue, ormai), ma in fondo non sono che venti moltiplicati per quattro. E se uno non va per il sottile, se non è pignolo, riesce a convincersi che 80 è cosa ben diversa da 20 x 4:  vent’anni, corrispondenti a quelli della prima giovinezza, che si rigenerano e si rinnovano, quattro o cinque volte.  Solo una illusione? E che fa? Anche le illusioni, si sa, aiutano a vivere. 
Adriano Paolelli: ritratto di Pietro Falivena
In fondo, voglio dire, l’età che ci portiamo addosso non sempre è quella indicata sulla nostra carta d’identità, ma quella evidenziata dalla nostra voglia di vivere, di fare, dalla nostra gioia (nonostante tutto quel che ci gira intorno), dal nostro entusiasmo. 
Stamattina, sul quotidiano la Città, Pietro, stimolato da un bravissimo giornalista, Paolo Romano, si è raccontato. 
Ha raccontato i luoghi dell'infanzia, il primo viaggio in treno (lui, figlio di capotreno, ammesso nella locomotrice), i punti di riferimento culturali nella Salerno del dopoguerra, ricca di fermenti, di iniziative, bramosa di sapere. Ha ricordato i suoi maestri, Panzini, Nicoletti, Stavolone. Ma soprattutto si è raccontato, spiegando la genesi delle sue “carte perse”, delle sue “carte volanti”, delle sue "cartoline dipinte" che spedisce agli amici in occasione delle feste.  Se gli posso dare un suggerimento, è questo: lasci stare il passato, destinato a diventare memoria, e anche il presente, che è solo - chiedo scusa per l'autocitazione - "il battito d’ali d’un passerotto". Guardi avanti, elabori progetti per il futuro.  A Paolo Romano ha dichiarato che gli piacerebbe esporre le sue “carte colorate, circa 50 pezzi inediti, pastelli a olio fatti su carta tipografica”. Sarebbe una bella cosa. Lo si faccia. Ancora tanti auguri!
Sigismondo Nastri

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