lunedì 12 novembre 2012

ALFONSO BIZZARRI, ESEMPIO DI UMANITA' NELL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE MEDICA



Ho incontrato un paio di volte soltanto Alfonso Bizzarri (Fofò, per gli intimi), amico carissimo di mio cognato e di mia sorella, che me ne hanno sempre parlato con grande ammirazione: per la cultura, la preparazione, la professionalità (era medico internista affermato, svolgeva un’intensa e proficua attività sindacale all’interno della categoria), ma soprattutto per la profonda e sentita umanità:  qualità sempre più rara, oggi, tra gli operatori sanitari,  sulla quale egli, già nel 2003 - lo leggo in una cronaca dell'epoca -, poneva l’accento  incontrando un gruppo di maturandi delle scuole superiori a uno stage sull’orientamento alla scelta universitaria.
Alfonso Bizzarri se n’è andato in punta di piedi, di notte, nella sua casa napoletana, senza sofferenze, senza neppure accorgersene. Con la serenità d’animo - dote peculiare di ogni uomo giusto e saggio - che lo distingueva. Da ieri riposa nel cimitero di Rocchetta Sant’Antonio, il paese di origine, dov’era nato il 25 settembre 1929.
“Medico d’altri tempi” lo hanno definito nei necrologi, “figura esemplare di professionista e dirigente sindacale", che ha dedicato l’intera esistenza “a una Sanità pubblica universale e solidaristica e alla difesa dei diritti dei medici”.

Nessun commento:

Posta un commento