giovedì 14 aprile 2016

A UN ANNO DALLA MORTE DEL PITTORE PAOLO SIGNORINO, SALERNO GLI DEDICA UNA MOSTRA CHE SARA' INAUGURATA SABATO NELLA PINACOTECA PROVINCIALE

Sabato 16 aprile, alle ore 17:00, nella Pinacoteca Provinciale di Salerno, in via Mercanti, sarà inaugurata la mostra “Paolo Signorino. Luoghi, figure e oggetti del racconto”, voluta tenacemente dalla sorella dell'artista, Anna, e realizzata con il patrocinio della Provincia di Salerno e dei Comuni di Salerno,  Ravello e Battipaglia. A promuoverla, a un anno di distanza dalla scomparsa di Paolo, un comitato del quale fanno parte: Giuseppe Canfora, presidente della Provincia; Paolo Vuillemieur, sindaco di Ravello;  Ermanno Guerra, assessore alla cultura del Comune di Salerno;  Silvio Petrone, presidente della Cassa Rurale ed Artigiana BCC di Battipaglia e Montecorvino Rovella;  personalità della politica e della cultura  ma soprattutto amici ed estimatori  quali Alfonso Andria, Roberto Barzanti, Giuseppe Blasi, Aldo Falivena e Isaia Sales.
In esposizione, quaranta opere, tra dipinti e disegni,  che – ponendo attenzione alle cose, ai luoghi, alle figure che caratterizzarono l’attenzione e l’interesse del pittore, su s’è incentrato il progetto della mostra, curato da Massimo Bignardi   assumono il valore e il significato di una narrazione autobiografica. «Quello che mi colpiva delle opere, realizzate da Paolo tra il 1971 e il 1974 – rileva Bignardi nel catalogo –,  era la capacità con la quale l’artista interpretava i luoghi nei quali osservava gli oggetti poi acquistati e collezionati con una passione maniacale. Intuivo che la bottega dell’antiquario era il teatro della sua pittura: dapprima affollato luogo ove andava in scena la “baldanza” delle forme nei registri della memoria, anche con il loro reciproco contaminarsi, per la qualcosa una cornice s’infilava al braccio di una brocca o una lampada provava a duplicarsi nello specchio di un’anta, appena aperta, di un mobile vintage. Mi incuriosiva inoltre l’esemplificazione della composizione affidata a pochi oggetti, un vaso in vetro color arancio decorato sull’orlo da un giglio, il cui gambo blu si avvolgeva a spirale risaltando sul giallo paglino del fondo.
I colori accesi, ereditati dalla pittura fauve, campivano le sagome piatte con le quali Paolo organizzava la successione dei piani, togliendo man mano ogni effetto plastico alla forma, riducendo le ombre a sagome, così come lo erano gli oggetti. Esasperava il contrasto nel massimo della luminosità, riflettendo di fatti sul processo della fotografia. Un amore per l’oggetto tradotto nella trama di una fotografia d’epoca, veniva assunto in questo caso per il suo deciso valore simbolico; beninteso un valore saldamente ancorato ad una narrazione il più delle volte familiare. È una pratica recuperata per gli oggetti ricordi del suo viaggio americano, che Paolo ha considerato nelle ultime tele, alle quali stava lavorando per realizzare una mostra dedicata all’America, ai suoi simboli. L’oggetto, però, torna ad esibire, come vorrebbe il realismo, la sua dimensione plastica: il chiaroscuro tondeggia il corpo della big-girl («You Are Beautiul» come recita la canzone), con l’ostentata bandiera a stelle e strisce, i ninnoli metropolitani e le scatole che presiedono sul piano secondo uno schema prospettico. Paolo non ha riproposto la cedola da tempo scaduta di una iconografia di memoria pop, quanto la meraviglia di un incontro; ha trascritto cioè la figurazione immaginativa di un tempo vissuto che diviene ora esperienza concretamente vissuta nella dimensione della coscienza che è propria della pittura.»
Il catalogo, pubblicato da Gutenberg Edizioni, oltre alle presentazioni di Giuseppe Canfora, Silvio Petrone e Paolo Vuillemieur  ed ai saggi storico-critici di Massimo Bignardi, Ada Patrizia Fiorillo e Pasquale Ruocco, propone le testimonianze di amici che per decenni  hanno condiviso con l’artista numerosi momenti di dibattito e di promozione della sua opera: tra questi, Mario Carotenuto, Alfonso Andria, Roberto Barzanti, Giuseppe Blasi, Barbara Cussino, Erminia Pellecchia, Isaia Sales.
Da sottolineare che la mostra è stata resa possibile grazie al sostegno della Cassa Rurale ed Artigiana BCC di Battipaglia e Montecorvino Rovella e di  Sal DE RISO Costa d’Amalfi.

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