mercoledì 24 settembre 2014

ALLA "NOTTE DEI RICERCATORI", IN PROGRAMMA VENERDI' 26 SETTEMBRE A FERRARA, CONFERENZA DI DANIELE TORCELLINI SUL TEMA: "RIPRODURRE IL COLORE DELL'ARTE"



Nel ricco programma delle iniziative che l’Università di Ferrara ha predisposto per la Notte dei Ricercatori, in programma il prossimo 26 settembre, presso il Gazebo 7, dalle ore 15.00 alle17.00, si terrà la conferenza di Daniele Torcellini dal titolo "Riprodurre il colore dell'arte. Un secolo di storia: dalle emulsioni fotosensibili ai pixel". Sarà Ada Patrizia Fiorillo, docente di Storia dell’arte contemporanea ed organizzatrice dell’ evento, a introdurre il relatore. A sollecitare l’argomento, di grande interesse nell’insegnamento delle discipline storico-artistiche, ma non solo, è certamente la grande rivoluzione introdotta dalle tecnologie digitali. «Un tema che -  spiega Ada Patrizia Fiorillo - relativamente al proprio insegnamento è da ritenersi utilmente propedeutico all’avvio  delle lezioni, tale da averla indotta a cogliere l’opportunità di questo momento collettivo per imbastire un confronto con un giovane studioso da tempo molto attento alle teorie del colore ed alle sue applicazioni, in ragioni anche delle nuove tecniche di riproduzione».

"Digitare su un motore di ricerca il nome di un qualche pittore - rileva a sua volta Daniele Torcellini, professore a contratto di Metodologie e Tecniche del Contemporaneo presso lAccademia di Belle Arti di Ravenna e di Cromatologia presso lAccademia Ligustica di Belle Arti di Genova -, ed avere a disposizione, nell’arco di pochi secondi, pressoché la totalità delle sue opere riprodotte a colori sul nostro monitor, appare oggi quanto di più normale. Non è sempre stato così, naturalmente. Le possibilità odierne sono uno dei frutti più maturi di un percorso che ha preso avvio oltre un secolo e mezzo fa, nel 1861, quando il fisico scozzese James Clerk Maxwell ha gettato le basi di quella che negli anni successivi sarebbe divenuta la fotografia a colori. Le opere d’arte sono state fin dal principio uno dei soggetti preferiti e continuano ad esserlo ora che altre tecnologie a colori digitali, eredi dirette degli esperimenti ottocenteschi, trovano largo impiego.

La riproduzione a colori dell’arte, in quella prolifica interazione che ha visto la ricerca scientifica e tecnologia e l’editoria specializzata concorrere verso un obiettivo comune, è un fenomeno che, da margine, è divenuto, nel corso del XX secolo, pervasivo.» 
Di ciò si tratterà in un auspicato confronto con il pubblico aprendo prospettive sullo sviluppo di tali processi e sulla sostenibilità per il futuro.

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