domenica 5 agosto 2012

LA X EDIZIONE DEL JAZZ FESTIVAL A ISPANI


Jeff Lorber

C'è grande attesa nel golfo di Policastro per l’inizio  dell’Ispani Jazz Festival, giunto alla sua X edizione: è la rassegna voluta dal sindaco Edmondo Iannicelli e dal suo assessore allo spettacolo Michele Morabito, coadiuvato dal giovanissimo assessore al turismo Francesco Milo, con la collaborazione del presidente della Proloco di Giuseppe Cristoforo Milo e la direzione artistica del Band leader Gerardo Di Lella, reduce dall’ incisione del suo ultimo lavoro per la Universal Classics “Napoli & Jazz”, con 12 stelle ospiti. Il cartellone che vedrà tre serate, svolgersi senza soluzione di continuità, dal 6 al 12 agosto, nel comune di Ispani e nelle  due frazioni Capitello (marina) e San Cristoforo (montana), avrà una programmazione molto variegata, che spazierà dalla fusion di Jeff Lorber, al vibrafono di Mark Sherman, per chiudere con l’omaggio di Stefano Reali alla figura innovatrice di George Gershwin
Il festival avrà inizio lunedì 6 agosto nei giardini della ridente Capitello, che ospiterà alle ore 22 il tastierista Jeff Lorber, con il suo quartetto composto da Eric Marienthal al sax alto, Jimmy Haslip al basso e Gary Novak alla batteria, per proporre il progetto Galaxy. Il re della fusion, infatti - proprio a Lorber si deve probabilmente l’adozione ufficiale di questo termine, quando nel 1977 lo ha inserito nel nome della sua band -,  torna a rivisitare dopo tanti anni un sound, quello della jazz-fusion music, che lui stesso ha contribuito a far nascere: e mentre tanti musicisti della fusion stanno ormai abbandonando le sonorità elettroniche per quelle acustiche, Lorber raddoppia il successo del 2010 di Now is the time, con Galaxy, in cui gli arrangiamenti e i “solo” sono di chiaro stampo jazzistico e richiedono molta abilità esecutiva e interpretativa, come è giusto aspettarsi da musica  di grande qualità, le cui strutture semplici e le stesse melodie conservano l’aspetto migliore del pop, mentre groove e ritmi sono travolgenti e intuitivi, complessi da scrivere, ma comunicativi e facilmente fruibili per l’ascoltatore. 
Eric Marienthal
I pezzi che infiammeranno la platea di Capitello - continuo a leggere nel comunicato stampa, inviatomi dalla collega Olga Chieffi, specialista nella materia: io non sono un intenditore di musica - saranno Live Wire, sette minuti di riff spiraliformi e ritmi funk, e una ricca e divertente versione di Wizard Island, chiaramente pensata per far sbizzarrire i musicisti proprio nelle jam dal vivo. 
Sabato 11 agosto, nella piazza Nuova di San Cristoforo, sempre alle ore 22, sarà di scena il vibrafonista Mark Sherman, il quale incontrerà il trio del bassista Antonio De Luise con Alessandro Castiglione alla chitarra e Giampiero Virtuoso alla batteria. Il gruppo con vibrafono e ritmica ci riporta sempre indietro ai grandi Milt Jackson e John Lewis. Qui invece abbiamo a che fare con un altro modo di interpretare il dialogo fra questi due strumenti: pieno di vitalità e swing, memore delle recenti evoluzioni sui rispettivi strumenti (Sherman suona volentieri con le quattro bacchette) e con grande libertà dei solisti. Si tratterà di esecuzioni lunghe, che rifletteranno l'atmosfera live, le vibrazioni del pubblico, la carica dei musicisti colti in un momento di grazia difficile da replicare. Sherman ha studiato in gioventù batteria con Elvin Jones e poi anche con Joe Locke, un vibrafonista dallo stile muscoloso. Come si vede un ottimo curriculum, che già lascia intravedere quelle che sono le sue caratteristiche, che verranno ben messe in evidenza da una ritmica che renderà palpabile il concetto di swing e di quali, nonostante la globalizzazione di scuole e metodi musicali, siano le differenze fra il jazz prodotto in Europa e quello made  in USA. 
Marc Sherman
Gran finale, domenica 12 agosto, nell’abituale cornice della Villa Olga di Ispani, affidata al quartetto del pianista Stefano Reali, che unitamente alla vocalist Flavia Astolfi, Stefano Nunzi al contrabbasso e Giovanni Campanella alle percussioni, rileggerà il song-book di George Gershwin. Una serata, questa, che  vuole essere un viaggio tra i songs più famosi di questo maestro della musica contemporanea, che ha lavorato in campi, culture, e continenti diversi, che in realtà è stato reso celebre a causa dell’irripetibile risultato popolare ottenuto, e che sembra perdurare nel tempo, senza mai passare “di moda” delle sue melodie. I songs nati come canzoni tratte dalle sue commedie musicali hanno raggiunto un obbiettivo raro, nella storia della musica: chiunque al mondo li ascolti, anche solo per poche battute, li riconosce immediatamente, riassaporando quella gioia che solo un autentico evergreen sa trasmettere, sin dalla prima volta che lo si sente. Stefano Reali aprirà, tra un’esecuzione e l’altra, il dialogo con il pubblico,  per illustrare l’influenza del blues e della musica afroamericana nel mondo culturale ebraico-russo-europeo, la cui miscela ha dato vita non solo al cosiddetto jazz sinfonico, ma a gran parte della musica pop del Novecento.

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