giovedì 2 agosto 2012

RICORDO DEL DOTTOR NICOLA D'AMATO


Il dottor Nicola d’Amato, che s’è spento a Roma il 27 luglio scorso fa alla veneranda età di 92 anni, era un gran signore: non solo per appartenenza familiare (il padre, Vincenzo, medico condotto, è ancora nella memoria e nel cuore degli abitanti di Scala), ma soprattutto per formazione e stile. Conservo ancora una sua lettera, inviatami per ringraziarmi di un articolo col quale avevo ricordato il fratello, don Cesario, già abate di san Paolo a Roma e appassionato cultore della storia del territorio amalfitano.
Nato a Scala il 4 gennaio 1914, aveva compiuto i primi studi nel Seminario di Amalfi (in costiera, allora, il sistema scolastico pubblico non andava oltre le elementari) per laurearsi poi in giurisprudenza all’Università di Napoli (nel 1937).  Dopo di che, frequentò la Scuola Allievi Ufficiali a Spoleto. A fine corso fu assegnato, col grado di sottotenente di complemento, al 19° Reggimento di artiglieria di stanza a Firenze. Qui si iscrisse alla facoltà di Scienze Politiche e dopo il congedo conseguì questa seconda laurea. A fine settembre del 1940 chiese di arruolarsi come paracadutista. Partì da Napoli sulla nave “Esperia” per Bengasi e venne inviato sul fronte marmarico ad un ospedale da campo: il Nucleo Chirurgico “attendato” a stretto contatto con la linea di fuoco per l’immediato intervento chirurgico sui militari feriti.
Il 4 gennaio 1941, insieme ad altre 40.000 persone, fu fatto prigioniero dagli Inglesi a Bardia e trasferito attraverso l’Egitto sul canale di Suez, da dove i prigionieri furono imbarcati e portati in India, prima nella regione del Bengala, poi alle pendici dell’Himalaya.
Tornò in Italia il 28 ottobre 1945. Partecipò con successo a due concorsi per funzionari banditi dal Ministero dell’Interno, risultandone vincitore. Fu destinato prima alla questura, poi alla Prefettura di Ascoli Piceno, dove per più di un anno svolse le funzioni di Capo di Gabinetto del Prefetto.
Di qui fu trasferito nella Capitale. Lavorò al Ministero  e successivamente, nel 1955, fu distaccato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove svolse vari incarichi di carattere direttivo amministrativo: fu Capo del personale, ed infine Vice Capo di Gabinetto con i governi Moro, Leone, Rumor, Colombo, Andreotti, Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani e Craxi. Il 4 gennaio 1984, raggiunti i limiti d’età, fu collocato a riposo, il 4 gennaio 1984, con la qualifica di Presidente di Sezione della Corte dei Conti.
A Scala aveva casa, ci tornava sempre con piacere, anche per lunghi periodi,  stimato, rispettato e voluto bene dai suoi concittadini.

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