lunedì 1 luglio 2013

"PRIMI PIANI", IL LIBRO DI RAFFAELE FERRAIOLI, CHE RACCOGLIE I SUOI ARTICOLI DI 40-45 ANNI FA, RIACCENDE I RIFLETTORI SUI PROBLEMI IRRISOLTI DELLA COSTA D'AMALFI



Io non credo nell’astrologia, nella chiromanzia, negli oroscopi: ma a leggere quello che Peter Van Wood ha scritto di Raffaele Ferraioli devo dire che ci ha “azzeccato”. Il carattere dell’uomo – amministratore, politico, imprenditore, amante delle lettere e delle arti – c’è tutto: spirito indomabile, forte carica emotiva (cioè, cuore), audacia, concretezza, rispetto del proprio lavoro. Non so quando l’eclettico musicista svedese, che ci ha lasciati tre anni fa, ha stilato questo profilo, che apre il libro “Primi piani”, edito da Officine Zephiro, nel quale il sindaco di Furore ha raccolto una serie di articoli pubblicati tra il 1966 e il 1972 su “Mezzogiorno d’Oggi”, periodico napoletano al quale anch’io ebbi modo di collaborare per qualche tempo, addirittura negli anni cinquanta.
Scrive nella prefazione Nino d’Antonio, che all’epoca era direttore di quel giornale: “Al di là del rapporto amicale, a sollecitare la sua collaborazione fu la sicura conoscenza e il continuo aggiornamento di Ferraioli sulla condizione dei paesi dell’entroterra, da Positano a Vietri sul Mare. E’ questo infatti il territorio che sulla spinta dei suoi primi servizi, io scoprii come ‘L’altra faccia della Costiera’, quella cioè che non si offre facile e suggestiva agli occhi avidi del turista, ma che richiede curiosità, interesse e – allora – anche qualche disagio per essere conosciuta”. Perché quarant’anni fa “per gli italiani la Costiera s’identificava con Positano, Amalfi e Ravello, una trilogia consacrata, che già pagava il prezzo di assalti stagionali, lasciando nel contempo del tutto esclusi i borghi interni, quelli distribuiti sull’andamento mosso dei Monti Lattari, fra terrazzamenti di vigneti e limoni”. Il più penalizzato di questi borghi, sicuramente, Furore: che non ne aveva neppure le caratteristiche. Intendo dire, quelle di un piccolo agglomerato di case intorno a un campanile. Qui ce n’era un presepe di case, ma sparpagliate su un territorio vasto, che sale dal mare del Fiordo e della Praia fino all’altopiano agerolese. Quanto mai efficace, perciò, la definizione di “paese che non c’è”.
Il “viaggio” di Ferraioli attraverso la Costiera comincia, e non poteva essere diversamente, proprio da Furore, piccolo comune soppresso dal fascismo, poi ricostituito nel 1948. L’autore del libro dà atto del lavoro svolto dal sindaco Vincenzo Florio, suo predecessore, e individua “le premesse affinché questo piccolo paese, finora sconosciuto e negletto, venga a breve scadenza investito dal ‘boom’ del turismo, per trarre da esso benefici essenziali al suo sviluppo economico e sociale”. Questo, il 26 settembre 1966. Un auspicio nel quale accomuna altre località – Tramonti, Scala, Pogerola, Tovere, Nocelle, Montepertuso – che sono poi state al centro della sua attenzione quando ha ricoperto il ruolo di presidente della Comunità Montana.
Dalle pagine del libro emergono cose ormai dimenticate. Come quel Piano di sviluppo del comprensorio sorrentino-amalfitano, rimasto sepolto negli archivi a futura memoria.
Ferraioli segue un itinerario che tocca  ogni angolo del territorio, Agerola compresa, ne descrive le caratteristiche storico-artistiche, le peculiarità paesaggistico-ambientali, ne delinea le istanze facendosene portavoce, fa ricorso a dotte citazioni letterarie. Compie simpatiche invasioni di campo in quelli che all’epoca erano i “santuari” della gastronomia. Sempre puntando l’indice sul problema che più gli sta a cuore, diventato per lui ragione di vita: il riscatto delle aree collinari, “concepito non come una sorta di perequazione sociale  ed economica, bensì come una vera e propria catarsi purificatrice”.
Un libro da leggere, “Primi Piani”,  e soprattutto da meditare. Perché nota acutamente Nino D’Antonio “molte delle situazioni denunciate (40-45 anni fa, n.d.r.) non hanno ancora trovato una soluzione, e per qualcuna il rimedio è risultato peggiore del male”.

Nessun commento:

Posta un commento