martedì 13 settembre 2016

IL MIO AUGURIO AI NOVELLI SACERDOTI DON ANDREA ALFIERI, DON CHRISTIAN RUOCCO, DON CIRO EMANUELE D'ANIELLO, DON ENNIO DI MAIO


Nel “Diario di un parroco di campagna” Georges Bernanos mette in bocca al parroco di Torcy queste parole: “Avrei diritto di andarmene parato come la regina di Saba io, perché porto la gioia. Ve la darei per niente se soltanto me la chiedeste. La Chiesa è la depositaria della gioia, di tutto il patrimonio di gioia riservato a questo triste mondo».
Carissimi Andrea, Christian, Ciro Ema
nuele, Ennio, sabato scorso ho letto nel vostro sguardo una gioia immensa, insieme alla commozione per un avvenimento così solenne, così, importante, così attentamente vissuto da una intera comunità.
Poche ore prima, in tv, avevo seguito un programma, presentato da don Maurizio

Patriciello, su un personaggio della Chiesa che mi permetto di segnalarvi come modello: don Tonino Bello. E ho pensato che la coincidenza non era dovuta al caso, ma era forse un segno venuto dall’alto.

Mi sono commosso anch’io durante la cerimonia. Non c’è luogo, credo, che riesca a emozionarmi più della cattedrale di Amalfi, la “mia” cattedrale, quando è gremita di fedeli. M’è sembrato di rivivere i tempi delle affollatissime adunate di Mons. Ercolano Marini. Tempi lontani, che mi riportano all’infanzia. 
Mons. Giuseppe Molinara, arcivescovo metropolita dell’Aquila, in occasione del cinquantesimo di sacerdozio ha scritto che è rimasta intatta in lui la consapevolezza che "la vocazione è un puro dono di Dio". Come la consapevolezza che il Signore si serve della nostra umanità - in questo caso di voi quattro - per compiere anora oggi i miracoli della sua grazia.
Il Vangelo di Marco ci ricorda che Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Lo ha fatto anche con voi.
Tantissimi auguri!
Sigismondo

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