martedì 28 ottobre 2014

LE MIE RISPOSTE AL COSIDDETTO "QUESTIONARIO DI PROUST"




  • Il tratto principale del mio carattere? La linearità dei comportamenti e la sincerità.
  • La qualità che preferisco in un uomo?  La lealtà.
  • E in una donna?  La lealtà.
  • Quel che apprezzo negli amici? La lealtà.
  • Il mio principale difetto?  L’emotività.
  • La mia occupazione preferita?  Scrivere, quando ci riesco.
  • Il mio sogno di felicità? Vivo momenti di felicità a far bolle di sapone "che mi ruba il vento".
  • L’ultima volta che ho pianto?  Quando mi è morto tra le braccia Bouchon, il mio primo
    Bouchon e Sherry
    cane.
  • L’incontro che mi ha cambiato la vita?  Con mia moglie.
  • I giorni in cui sono stato più felice?  Quando sono nati Antonio e Manuela.
  • E più infelice?  I giorni più infelici sono stati quelli della morte di mia madre, di mio padre e poi di Mariangela, la figlioletta della quale avvertii solo il "frullo d'ali come di farfalla" perché volò in cielo dopo appena un giorno.
  • La mia paura maggiore? Anche se a volte mi faccio prendere dalle preoccupazioni, non cedo mai alla paura.
  • Cosa possiedo di più caro? Mia moglie e i miei figli.
  • Che cosa mi è riuscito meglio nella vita? I figli.
  • La disgrazia più grande? La televisione e i giornali ci danno conto, momento per momento, di una moltitudine di disgrazie, reali. Non mi va di immaginarne altre.
  • Quel che vorrei essere? Esattamente quello che sono. 
  • Il paese in cui vorrei vivere? Mi basta la casa a Maiori.
  • Il colore preferito? Arancione, il mio colore da sempre.
  • Maya e Lilli
  • L’animale preferito? Ovvio, i miei cani, Lilli e Maya (senza dimenticare Bouchon e Sherry, che non ci sono più).
  • Autore preferito in prosa? Ho amato molto, da ragazzo, e amo ancora, Chateaubriand. Mi sono formato con lui.
  • Poeti? Alfonso Gatto. Lo amo come poeta e come uomo: buono, sensibile, generoso, paziente. Lo incontrai, la prima volta, il 9 ottobre 1966 nella sala interna del Gran Caffè ad Amalfi. Fu l'avvocato Alfonso Iovane, che era stato suo compagno di scuola, a presentarmi a lui. In un'altra occasione, sempre l'avvocato Iovane, gli disse che scrivevo poesie e gli chiese se potevo portargliele a leggere per avere un suo giudizio. Gatto m'invitò ad andare a Conca dei Marini, dove stava trascorrendo la vacanza in una casa messagli a disposizione dal parroco di san Pancrazio don Antonio Acampora. Ci andai nel pomeriggio del 7 agosto 1967. Si prese cura, pazientemente, di scorrere tutti i fogli dattiloscritti, raccolti in una cartella, e di darmi - di volta in volta il suo giudizio sulle "cose" da me scritte: "questa sì, questa no". Fu quell'incontro che mi spinse a dare alle stampe la breve raccolta che chiamai "Acquamorta".
  • Il libro preferito? "Atala" di Chateaubriand, che da ragazzo mi faceva commuovere.
  • Eroi e eroine della finzione? Non sono attratto da eroi ed eroine. Ammiro la gente comune, ne apprezzo i sacrifici.
  • Pittore preferito? Van Gogh.
  • Il film cult? Tutti i film di Totò.
  • La canzone che fischio più spesso sotto la doccia?  Non fischio, canticchio: "Suspiranno".
  • La bibita preferita? Acqua e limone.
  • Il piatto preferito? Farro e fagioli.
  • Se dovessi cambiare qualcosa nel mio fisico, che cosa cambierei? Nulla. Se cambiassi qualcosa non sarei più quel che sono.
  • Il mio eroe e la mia eroina nella vita reale?  Non ci sono eroi nel mio immaginario.
  • Quel che detesto di più? L’arroganza e la menzogna.
  • Il dono di natura che vorrei avere? L'attitudine alla musica.
  • Come vorrei morire? Lucido, cosciente.
  • Stato d’animo attuale? Tranquillo, vivo alla giornata. Vicino, ormai, agli ottant'anni - lucido e in condizioni fisiche discrete - non ho proprio motivo di lamentarmi. 
  • Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza? Quelle che non recano sofferenza al prossimo.

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