giovedì 22 dicembre 2016

DA FURORE A MAKALOFF, IL SUCCESSO DELLA PASTA INCOLTI


Conosco bene Parigi, ma non sono mai stato a Malakoff, un comune di oltre trentamila abitanti nel dipartimento dell’Hauts-de-Seine che può essere considerato gradevole periferia della capitale francese. Come sia arrivata qui non so. Ma so che s’è insediata bene e, con le sue capacità, è riuscita a metter su un’attività economica di buon livello che fa leva sul made in Italy: sul prodotto che più ci caratterizza, la pasta alimentare. Solo che, invece d’importarla, Antonietta Incolti ha deciso di produrla sul posto. 
E’ nato così il logo pastaIncolti che lei stessa ha disegnato. Già, perché la brava Antonietta – che ho avuto mia alunna all’IPC di Amalfi e ricordo con grande simpatia –, quando ha deciso di attraversare le Alpi lo ha fatto esibendo il  biglietto da visita di pittrice:  altro interessante aspetto, questo, di una personalità tenace, eclettica e volitiva. 
Tanto vero che alle pareti del suo laboratorio, e del punto vendita, sono affissi i suoi quadri, pieni di luce: la luce che ha respirato da ragazza a Furore, il suo paese, in Costiera Amalfitana, arroccato alla montagna lungo il percorso per Agerola, dove peraltro torna spesso.
Sul sito web di pastaIncolti, dominato da due piccanti “diavolilli”, uno verde e uno rosso, Antonietta scrive: Voi forse mi conoscete come pittrice – anche in questo caso vanta belle soddisfazioni –, ora mi scoprirete come artista della cucina. 
Perché lei produce vari formati di pasta, all’uovo in particolare – cito i ravioli –, che prepara all'istante, su richiesta, e la condisce con straordinari sughi. Una cucina spettacolo, così la definisce, dato che le pietanze vengono realizzate al cospetto del cliente, che le può consumare seduta stante o portarsele a casa. Pasta, sottolineo, trafilata al bronzo, a base di semola di grano duro bio e uova fresche.
L’attività è stata avviata nel giugno del 2012 e va avanti con successo. "I miei clienti – sottolinea Antonietta – sono contenti e fedeli".
Complimenti e tanti cari auguri. Se un giorno mi capiterà di tornare a Parigi – lo spero fortemente –, passerò certamente a salutarla.

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