venerdì 11 gennaio 2013

IMMAGINI E MEMORIA DELLA COSTA D'AMALFI IN UN LIBRO DI MAURIZIO APICELLA



Il Duomo di Amalfi in una foto del 1859
Conosco Maurizio Apicella da quando era giovane studente. Oggi è apprezzato docente nell'Istituto tecnico per il turismo di Amalfi. Di lui  ammiro, non da ieri, l'amore per la nostra terra, la passione e la caparbietà nel ricercare e mettere insieme documenti (soprattutto fotografie/cartoline) che siano testimonianza viva degli eventi che vi si sono succeduti nel corso del tempo (dall'ottocento a oggi) e della trasformazione (non sempre in senso positivo) del territorio. Se poi questo materiale viene reso fruibile (e godibile), come egli sta facendo, tanto meglio.

Mi riferisco, in particolare, al suo libro dal titolo “Immagini e memoria. Costa d’Amalfi 1852 – 1962”, (edito da Costa d’Amalfi Edizioni 2012), che propone una straordinaria carrellata di fotografie lungo l’itinerario privilegiato dai viaggiatori del Grand Tour. Vi troviamo panorami, piazze, strade, monumenti, momenti di vita urbana ripresi dall'obiettivo tra Cava de' Tirreni, Salerno, Paestum, Vietri sul Mare, Cetara, Maiori, Minori, Atrani, Amalfi, Ravello, Scala, Conca dei Marini, Furore, Praiano e Positano. Immagini tratte e selezionate con cura dal  ricchissimo archivio che Maurizio Apicella ha messo insieme puntigliosamente, per anni e anni, rilevandole da privati o frequentando antiquari e rigattieri. Immagini splendide, firmate da grandi maestri: a cominciare dai francesi Paul Jeuffrain, già ufficiale di marina, poi negoziante di tessuti, e Firmin-Eugène Le Dien.  Poi ci sono Giorgio Sommer e Robert RiveJames Graham, Gustave de Beaucorps, Alphonse Bernoud, Gustave Eugéne Chauffourier, Francis Frith, Wallace Nutting, James Thrall Soby e Ernst HaasAchille Mauri, Michele Amodio, Pasquale e Achille Esposito, gli Alinari, i fotografi delle Edizioni Brogi, Luigi Cicalese e Ernesto Samaritani, i fratelli De Luca. Insomma, tutto (o quasi) il gotha della fotografia applicata al vedutismo prima e all’interpretazione paesaggistica poi, spesso oltre le convenzioni compositive accademiche.
Giorgio Sommer, Veduta di Positano
Maurizio, dal canto suo, nel testo che accompagna le immagini (con traduzione in inglese), indaga il rapporto tra la fotografia e la cartolina illustrata che, oltre ad essere un   ambito souvenir di viaggio,  ha dato vita  al più noto fenomeno collezionistico del Novecento. 

Il libro è arricchito da un corposo e particolareggiato corredo di note, di elenchi e schede bio-bibliografiche.  C'è da credere (e lo auguro di cuore) che presto diventi, come merita, un punto di riferimento obbligato per  studiosi ed appassionati di storia della fotografia della Costa d’Amalfi e dell’iconografia campana.

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