martedì 28 aprile 2015

NEL 70° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO, IL RICORDO DI CARLA CAPPONI E LA SPERANZA CHE IN ITALIA SI CONSOLIDINO I VALORI DELLA SOLIDARIETA', DELL'UNIONE DELLE CULTURE E TRADIZIONI, ANCHE RELIGIOSE

Nel 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, e in particolare nel giorno che ricorda la fucilazione di Benito Mussolini, ecco che spunta fuori dalle mie carte questa foto  (del giugno 1996) con Carla Capponi, medaglia d'oro al valor militare, protagonista, il 23 marzo 1944, dell'azione contro una colonna di soldati tedeschi in via Rasella a Roma, alla quale seguì, come rappresaglia, l'eccidio delle Fosse Ardeatine.
 “Avevo bisogno – scrisse poi in un libro la Capponi - di ritrovare tutte le ragioni che mi portavano a compiere quell’attacco. Ripensai ai bombardamenti di san Lorenzo, a quella guerra ingiusta e terribile, alle voci dei bambini del brefotrofio imprigionati dal crollo, allo strazio delle distruzioni che si vedevano ovunque e di cui avevamo notizia ogni giorno, ai nostri compagni fucilati, torturati in Via Tasso, a tutti i deportati, agli ebrei nei lager, a tutti i paesi oltralpe sconvolti dalla devastazione. A quanti tra i miei amici erano già morti: sul fronte russo, in Grecia, in Iugoslavia… malgrado questi pensieri il mio animo era distante e nel pensare a quei soldati non riuscivo a provare odio. I miei sentimenti erano come raggelati, sospesi, come se non potessi trovare tutta intera la ragione della mia scelta… ma a poco a poco mi convinsi che non preparavo un agguato a innocenti… recuperai la visione esatta della realtà che stavo vivendo: per tutti coloro che avevano sofferto ed erano morti ingiustamente perseguitati, per loro dovevo battermi.”
Una convinzione alla quale lei (morta a 82 anni il 24.11.2000) è rimasta sempre fedele, perché quell’azione militare – e le altre che caratterizzarono i gruppi partigiani - “hanno rialzato l’onore del nostro paese”. Il fascismo – sottolineò con me Carla Capponi – non è l’Italia: “l’Italia è un’altra cosa, ha una sua caratteristica che è la solidarietà, l’unione di culture e tradizioni, anche religiose”. Non so se lo diceva con convinzione o soltanto lo auspicava. Spero proprio che lo sia, nonostante i tanti segnali opposti che ci vengono dalle cronache quotidiane, o lo diventi davvero.

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