martedì 28 aprile 2015

UN GIORNO DAVANTI ALLA TV



Vedo poco, pochissimo per mia fortuna, i programmi televisivi d'intrattenimento: del mattino e del pomeriggio. Mi ritrovo oggi la tv sintonizzata su Rai 1: la seguo con nonchalance mentre mi dedico a altro. Ma una cosa l'avverto con certezza. E non riguarda, per carità!, solo la Rai (su Canale 5 imperversa Barbara D'Urso, arrassusìa: che Dio me ne liberi, ora e sempre!). Quello che mi è chiaro, però, è che in tv non c'è spazio per persone normali. Lo schermo è popolato di ospiti particolari: maniaci, visionari, fissati, opinionisti di comodo, testimoni oculari (per usare un'espressione cara a Totò), pubblici ministeri per vocazione, sputasentenze, strascinafacènne, esibizionisti, 'ntrallazzatori e perditempo.
Bella Italia, amate sponde... cantava il poeta. 
Ma faciteme 'o piacere!
Vorrei sapere, ad esempio,  quanta gente, sul piccolo schermo, sta campando con questa triste storia che ha per protagonisti, almeno nella fase attuale delle indagini, un religioso, padre Graziano Alabi, e la povera Guerrina Piscaglia, assassinata, sua presunta vittima. Il fatto che nelle discussioni, a emettere sentenze prima che lo facciano i giudici, vengano chiamati anche uomini di chiesa - preti o diaconi che siano, ricchi di esibizionismo ma poveri di carità cristiana - mi dà tanta tristezza.
Un’ultima chicca. Stamane, all'alba, sempre su Rai 1, stava andando in onda un servizio sul mercato del pesce di Chioggia. Ho captato a volo, restando di stucco, un'affermazione del telecronista: Qui – diceva con una certa enfasi - "i pesci sono 'molto' locali...".

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