venerdì 22 maggio 2015

UN "MANIFESTO" PER LA BELLEZZA DEI BORGHI PIU' BELLI DELLA CAMPANIA E DELLA BASILICATA. SE N'E' DISCUSSO IERI A VIETRI SUL MARE

Come m'informa un comunicato pervenutomi dal Comune di Furore, hanno risposto quasi tutti all’appello i sindaci dei Borghi più belli d’Italia della Campania e della Basilicata, convocati  a Vietri sul Mare ieri pomeriggio dal Coordinatore regionale  Alfonso Giannella .
L’incontro, nell’aula consiliare del municipio, è stato presieduto da Fiorello Primi, presidente nazionale del Club, al quale sono associati più di 250 comuni.
Nel corso di un’interessante assemblea è stata preventivamente approvata la proposta di costituzione di due distinte associazioni regionali, concepite quali strutture per attingere ai finanziamenti europei. Nei prossimi giorni i consigli comunali saranno chiamati ad adottare il relativo statuto e l’atto costitutivo. All’unanimità è stato anche recepita la proposta del sindaco di Furore, Raffaele Ferraioli, inerente all’istituzione della figura del Tutore della Bellezza, con funzioni di animazione, stimolo, sensibilizzazione e valorizzazione dei Borghi.
Il Manifesto sul quale fondare l’alleanza dei sindaci e delle popolazioni interessate è quello estratto dal Programma Estetico per Capri, riportato qui di seguito, che fu redatto da Edwin Cerio nel 1923 ed è ritenuto ancora attuale:
                                            MANIFESTO PER LA BELLEZZA
“Noi vogliamo che i nostri Borghi ridiventino terre di artisti e di poeti, vogliamo che prevalgano, su tutti gli alti interessi della nostra comunità, gli 'interessi dell’arte, della poesia, della musica.
Noi vogliamo fare dei nostri Borghi dei centri di attrazione mondiale, perché qui convengano spiriti elevati, ai quali noi possiamo offrire le più favorevoli condizioni per il lavoro creativo, perché in circostanze fisiche, storiche culturali eccezionali possa formarsi una colonia di gente capace di produrre musica, pittura, poesia.
Noi vogliamo, soprattutto, che sia cancellato l’aspetto bottegaio dei nostri Borghi, l’aspetto mercantile; che cessino di esistere le forme poco dignitose di sfruttamento..
Vogliamo infine che non siano i nostri Borghi ad offrirsi come cortigiane, cui oggi ogni forestiero è autorizzato a ripagare l’ospitalità con un insulto. Vogliamo che siano i forestieri a prostrarsi davanti alla loro divina Bellezza, allo spettacolo di tutte le loro risorse naturali, avvalorate dall'opera di artisti ed
artigiani, ospiti graditi in una terra dove l’Italia possa ricevere, da, gran dama, nel salotto, e non in cucina, come serva, l'omaggio del mondo.
Quando noi potremo invitare ogni anno, nei nostri Borghi, italiani e stranieri ad una festa d’arte; quando potremo offrire, in ogni stagione, una mostra individuale di un grande pittore; in una delle nostre piazze il premio della poesia consacrando la celebrità di un poeta, scoprendo un nuovo compositore; quando, nelle notti d’estate, tutti nostri monti, faranno da sfondo alla scena di un coro, di un dramma, di uno spettacolo popolare nel quale possa rivivere il genio della gente tirrenica; allora di ogni singolo Borgo noi non avremo fatto solamente un “paese da sogno”; ne avremo fatto un “vivaio di ingegni”. Avremo risolto, dignitosamente, un problema economico con un programma estetico.”

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