mercoledì 29 febbraio 2012

A TRECENTO ANNI DALLA NASCITA E' SEMPRE VIVO, A CONCA DEI MARINI, IL RICORDO DI DON GAETANO AMODIO


Ho partecipato, ieri pomeriggio, alla commemorazione di don Gaetano Amodio nel trecentesimo anniversario della nascita, svoltasi nella chiesa di san Pancrazio a Conca dei Marini. Ringrazio Cosimo Andretta, promotore dell’iniziativa, per l’invito, e il sindaco, Gaetano Frate, per l’affettuosa accoglienza. Mancavo lì da tantissimi anni. Forse da quando, il 7 agosto 1967, fui ospite del poeta Alfonso Gatto, che aveva preso in fitto una casa della parrocchia, circondata dagli ulivi, con le finestre spalancate su un orizzonte infinito.
E’ stata una bella e toccante cerimonia. Ho avuto la prova della profonda devozione che ancora lega la gente di Conca a quel “santo” sacerdote. Santo non per decisione delle autorità ecclesiastiche (che non hanno mai aperto un processo per canonizzarlo. E sarebbe ora che questo avvenisse!), ma per volontà di popolo, che lo venera come “protettore dei naviganti”. Non c’è abitazione, a Conca, dove non sia esposta la sua immagine. Mi viene proprio da pensare che,  in questo caso, “vox populi” corrisponde a “vox Dei”. Altrimenti, come si fa a spiegare i tanti “miracoli” documentati  dalle cronache del tempo e dagli ex voto che ieri erano posti uno accanto all’altro proprio davanti alla cappella nella quale egli è sepolto?
La cappella nella quale è sepolto don Gaetano Amodio
Il ricordo di don Gaetano è stato affidato a Cosimo Andretta, al sindaco Gaetano Frate, allo storico Giuseppe Gargano,  a me e, poi, nell’omelia, a don Angelo Mansi, delegato dall'arcivescovo mons. Orazio Soricelli. Dai vari interventi è venuto fuori il ritratto di un uomo gentile, buono, caritatevole; di un sacerdote caratterizzato da integrità dei costumi, profondità di dottrina, zelo instancabile; di un cultore di storia patria dotto e appassionato.
E’ seguita una concelebrazione eucaristica che, con don Angelo Mansi, ha visto all’altare  don Danilo Mansi, rettore della parrocchia di Conca dopo la scomparsa di don Antonio Acampora; don Andrea Apicella, parroco di Pogerola; don Giuseppe Milo.
Poi, davanti all’urna che conserva i resti mortali di don Gaetano, è stata deposta una corona a forma di àncora.

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