venerdì 15 luglio 2016

ANCORA TERRORISMO, ANCORA UNA STRAGE. LA FESTA NAZIONALE FRANCESE INTRISA DI SANGUE, IERI SERA, A NIZZA

Un'altra strage. Una giornata di festa, il 14 luglio, 227° anniversario della presa della Bastiglia, finita in tragedia. La Francia, ancora una volta, bersaglio della violenza più atroce e terribile. Ottantaquattro cadaveri disseminati sul selciato, lungo la Promenade des Anglais, a Nizza. Bambini, donne, uomini, senza colpe, senza difesa, "colpevoli" solo di trovarsi lì, in quel momento. Di essere parte di un tempo inquieto, tormentato, malgovernato, divenuto preda di un terrorismo becero e incontrollato.
Sulle immagini della tragedia, che da stanotte riempiono il teleschermo, si accavallano  i commenti: di analisti, politologi, strateghi. Di governanti. I soliti. Avviene sempre così.
Alla luce di quello che è successo e sta succedendo, a me - che non sono un "addetto ai lavori", ma un cittadino qualsiasi - tornano alla mente le parole di Bettino Craxi, ultimo statista (almeno questo bisogna riconoscerglielo) con una visione ampia, chiara, anticipatrice, tra i leader occidentali: "E' nostra profonda convinzione - disse - che nessun sistema di prevenzione o di repressione del terrorismo potrà assicurarci la vita libera e pacifica alla quale aspiriamo, se esso non sarà combattuto con l'azione politica e diplomatica là dove esso nasce". 
S'è scelta, invece, la via militare. 

Il terrorismo che ci sta aggredendo - diciamolo francamente - è anche il frutto di strategie confuse e "suicide" delle grandi potenze - determinate da forti interessi economici -, che hanno portato alla destabilizzazione in Iraq, in Libia e poi in Siria. E non soltanto lì.
Ne stiamo pagando le conseguenze.
Ora la matassa s'è fatta tanto intricata che non si capisce come se ne possa uscire.

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