sabato 16 luglio 2016

IL FALLITO GOLPE IN TURCHIA E UNA NOTTE TRASCORSA DAVANTI AL TELESCHERMO

Ho seguito in tv, saltando da una rete all'altra, le vicende della Turchia fino a notte fonda. Quando sembrava che il golpe stesse riuscendo, certi opinionisti, esperti di politica internazionale, commentatori - chiamiamoli come vogliamo - si son fatti parecchi "debiti con la bocca". Chi esclamava: è finito, Erdogan ormai è finito! Chi si stropicciava le mani per il fatto che Recepp Tayyp Erdogan - così dicevano -, il presidente "defenestrato", non riuscisse a trovare asilo in Germania o in Gran Bretagna. Addirittura c'era chi ipotizzava che il colpo di stato avesse l'appoggio degli Stati Uniti. Poi le cose hanno preso una piega diversa e le stesse persone hanno cominciato parlare in tutt'altro senso. Senza arrossire. E senza dare motivazione, o giustificazione, alle valutazioni formulate fatte poco prima. All'anima della coerenza!

Anche i leader mondiali hanno espresso le loro posizioni: da Barak Obama (Gli Usa sono con il governo eletto) ad Angela Merkel (L'ordine democratico va rispettato), da Jean-Claude Juncker Federica Mogherini (l'Ue sostiene pienamente il governo democraticamente eletto, le istituzioni del Paese e lo Stato di diritto). Ma lo hanno fatto, se ho capito bene, solo a... "messa vutata", quando hanno avuto notizia che il presidente turco stava per ritornare in sella. Prudenza diplomatica? Evidentemente, sì. S'aspetta sempe 'e vede 'a serpe primma 'e chiamma a san Paolo ci hanno insegnato i nostri antenati.

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