venerdì 22 febbraio 2013

IL DECALOGO DI SEVERGNINI PER UN VOTO "RASSEGNATO E PRATICO"




Fra qualche ora, sia lode al Cielo, il caravanserraglio chiude. Senza che la campagna elettorale, condotta più su slogan, insulti, menzogne, false promesse, manifestazioni di populismo, giochi sottobanco (perché, nessuno me lo toglie dalla testa, ci sono anche questi), sia riuscita a chiarire le idee di chi, tra domenica e lunedì, dovrà recarsi alle urne. Io tra questi. Verrebbe voglia di starsene a casa, considerate anche le cattive condizioni meteorologiche, se non fosse per quella frase di Roberto Benigni, che gira su Facebook: "L'indifferenza e il non voto sono i nemici, se ti tiri fuori dai il potere alla folla, che sceglie sempre Barabba". Da meditare, eccome!
Proprio ieri, sul Corriere della sera, Beppe Severgnini ha pubblicato un decalogo per un voto rassegnato e pratico, che a me pare del tutto appropriato. Lo riporto qui, sostituendo alle note esplicative dell’autore alcune mie osservazioni:
1)      Ricordate cosa hanno detto (i leader dei vari partiti in particolare, prestando attenzione a falsità, incoerenze, sciocchezze varie: scartate subito chi le ha dette più grosse)
2)      Ricordate cosa hanno fatto (soprattutto coloro che già hanno avuto esperienze al governo o in parlamento, e magari anche a regioni, province, comuni)
3)      Ricordate cosa non hanno fatto (come sopra)
4)      Cercate risposte (nei dibattiti e nelle conferenze stampa in Tv: valutate chi vi ha convinto di più, o vi ha deluso di meno)
5)      Guardate di chi si circondano (i leader sono spesso attorniati da adulatori vari, a cominciare dai portaborse, ma anche da personaggi poco commendevoli: indagati, inquisiti, chiacchierati. State alla larga)
6)      Premiate il realismo (è facile promettere, nota Savergnini, ma chi si candida a guidare un Paese deve mostrare, invece, misura e senso di responsabilità. Secondo me è la cosa che più è mancata in questa campagna elettorale)
7)      Non votate con la pancia (significa che non dovete farvi condizionare da simpatie e antipatie. E neppure da chi grida e si agita di più. Non fate gli ultrà: le elezioni non sono una partita di calcio)
8)    Guardate la faccia (anche questo conta. Gli americani, riferisce Savergnini, per stabilire la credibilità di un candidato, dicono: “Comprereste un’auto usata da questa persona?”. Purtroppo, in Italia è una regola che si segue poco, tanto vero che Wanna Marchi ha fatto affari d’oro. Si diceva una volta: le parole muovono, gli esempi trascinano. Vale anche in politica)
9)      Usate la testa (capisco bene che non è facile orientarsi dopo una campagna elettorale che non ha affrontato i problemi reali del Paese, non ne ha suggerito soluzioni appropriate e credibili, perdendosi invece in personalismi e litigi di bassa lega; però un piccolo ragionamento prima di andare a mettere quel benedetto/maledetto segno di croce sulla scheda bisogna farlo)
10)   Scegliete il meglio, o almeno evitate il peggio (so che non è facile, ma occorre che tutti ci sforziamo in questo senso).
E che Dio ce la mandi buona.

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