giovedì 21 febbraio 2013

IL PITTORE LUIGI PAOLELLI A UN ANNO DALLA SCOMPARSA



Sul Roma-Cronaca di Salerno di oggi, Luigi Crescibene dedica un bel ricordo a Luigi Paolelli, che se n’è andato il 15 febbraio 2012. Non era salernitano, ma a Salerno aveva trascorso una parte importante della sua vita (più di mezzo secolo!), come docente nell’istituto d’arte e come “sensibilissimo  e talentuoso pittore – nota Crescibene – che riverberava sulla tela (senza assecondare mode, tendenze ed intruppamenti di comodo che, tanto spesso, cifrano più l’abilità manageriale di certi critici che le coerenze e la validità dei moduli espressivi) le tenere e vibranti insorgenze interiori”. Io non ho avuto la fortuna di conoscerlo, o forse lo avrò visto di sfuggita solo in qualche circostanza. Ma qualche sua opera ho avuto modo di osservarla e apprezzarla.  Perché egli è stato presente attivamente anche sul territorio della Costiera. Ha partecipato, infatti, alla Rassegna di pittura di Minori del 1978, dedicata a Lisa Krugell, conquistando il primo premio; e poi ha esposto – non so dire in quale anno - in una personale al Centro d’arte Pietro Scoppetta di Amalfi (che era situato accanto agli antichi Arsenali).
In occasione della  morte, l’anno scorso, Paolo Romano ha scritto: “Schivo e riservato di carattere, non amava il presenzialismo e negli ultimi anni aveva scelto di non esporre, quasi in contrasto con la sua maniacale attività pittorica che lo ha visto impegnato ogni giorno, fino a che le condizioni di salute glielo hanno consentito”.
Paolelli era nato a Civita Castellana nel 1926. Lì aveva compiuto i primi studi, proseguiti a Roma. Poi la carriera di insegnante, che lo aveva portato a Salerno, e un’intensa attività artistica, accompagnata da un percorso espositivo di tutto rispetto: la partecipazione alla Rassegna nazionale di Arti figurative promossa dalla Quadriennale di Roma, nel 1948; la partecipazione alla stessa quadriennale negli anni 1951, 1955, 1959; i Premi Spoleto del 1954 e 1956; le mostre presso la galleria “Il Camino” di Viterbo nel 1958 e 1964; mostre personali a “Nuova Sfera” di Milano, “Il Cavalletto” di Catania, “La Bottega” di Ravenna, solo per citarne qualcuna. Sue opere – dipinti o ceramiche – sono nella chiesa di san Lorenzo e in quella di san Benedetto, a Civita Castellana.
A Salerno aveva stretto amicizia con il compianto Matteo Sabino, con Virginio Quarta e Paolo Signorino, artisti a me molto cari. E proprio Quarta – cito ancora Paolo Romano – lo definisce “maestro d’arte e di vita, persona d’altri tempi, umile, signorile”.
Paolelli ricercava i soggetti delle sue tele nella quotidianità: paesaggi, figure, nature morte. L’ispirazione, per queste ultime, gli veniva dalle cose che trovava in casa: magari, soltanto un’arancia, uno spicchio d’aglio, un barattolo, una conchiglia.
A un anno dalla morte, Salerno avrebbe potuto fare qualcosa per ricordarlo. Peccato! Ma forse c'è ancora tempo.

1 commento:

  1. Negli anni settanta, a Paestum, ho avuto il piacere di conoscere il Pittore Paolelli ed insieme abbiamo esposto in una mostra nel palazzo vescovile,con il contributo dell'Azienda di Soggiorno e Turismo e del Comune di Capaccio,in quella occasione ho avuto modo di conoscere le sue notevoli doti, artistiche ed umane, che sono rimaste immutate,
    nel tempo, come la stima e l'amicizia.
    Bruno Bambacaro.

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