venerdì 22 agosto 2014

A MASSIMO BIGNARDI LA CITTADINANZA ONORARIA DI CETARA. DOMANI LA CERIMONIA DI CONFERIMENTO, NELL'ANTICA TORRE-MUSEO



La notizia l’apprendo solo ora, e per puro caso, ora, su internet. E', inutile sottolinearlo, una notizia che mi fa immenso piacere. 
Domani, sabato 23 agosto, alle ore 19.00, nella antica torre, trasformata in museo civico - per essere più precisi, nella sala dedicata a Ugo Marano -, si svolgerà la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria  di Cetara a Massimo Bignardi, storico  e critico d’arte, studioso del territorio (a Minori lo riconducono le origini, per parte di madre), delle personalità e dei fenomeni artistici – intendo riferirmi a quel gruppo di “pittori di Maiori” comunemente chiamati "costaioli" – che l’hanno attraversato. Quindi, anche, e soprattutto,  dei tanti artisti che, dall’epoca del Grand Tour a oggi, sono venuti nella Costa d'Amalfi lasciando traccia di quella esperienza nelle loro opere.
Un riconoscimento, quindi, giusto e meritato. Che, secondo me, non dovrebbe essere circoscritto alla sola Cetara. Perché non Positano, Amalfi, Minori, Ravello e Maiori, dove pure Bignardi ha condotto le sue ricerche, sfociate in importanti eventi espositivi? Ci sono i cataloghi a documentarli.
Massimo Bignardi, docente di Storia dell’arte contemporanea, è direttore della Scuola di Specializzazione in beni storico-artistici dell’Università di Siena. A Cetara ha avuto rapporti di amicizia e di lavoro intensi con gli indimenticabili Ugo Marano, artista eclettico  di grandissimo spessore, e Mario Benincasa, cultore di storia patria e raffinato poeta. Senza dimenticare la frequentazione del pittore Manfredi Nicoletti, autentica gloria locale.  
Nella Torre di Cetara Bignardi ha curato l’allestimento di una piccola ma significativa raccolta di dipinti dei pittori "maioresi”, attivi tra la metà del XIX e i primi decenni del XX secolo:  da Gaetano Capone a Pietro Scoppetta, a Antonio Ferrigno, Luigi Paolillo, Luca Albino, Angelo Della Mura, Ignazio  Lucibello fino a quelli dell’ultima generazione,  Guido Gambone e Bartolo Savo.
 

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