venerdì 26 ottobre 2012

AMALFI, SPECIAL MEETING D'INTERSCAMBIO CULTURALE SU "BACCO, VINO E DIVINO TRA TRADIZIONE E CULTURA DEL MEDITERRANEO


Negli anni Settanta - ricorda il comunicato stampa del Centro di Cultura e Storia Amalfitana - Mario del Treppo, nel suo celebre saggio su Amalfi medievale, scrisse che gli amalfitani avevano un piede nella barca, un altro nella vigna. Non fu una sua scoperta, perché da sempre, e fino a quando la fauna marina non s'è impoverita, gli abitanti della costiera hanno diviso il loro tempo tra il lavoro agricolo e l'attività della pesca. Simbolo di questa peculiarità, caro al sindaco di Furore Raffaele Ferraioli, la volpe pescatrice rappresentata in una lastra di marmo applicata alla base del campanile di Positano.

Tramonti, vite centenaria di uva Tintore
«Da Tramonti, Ravello, Scala, Furore, Agerola, Lettere, Gragnano e dalle altre terrae della Costa, ab antiquo, provenivano ottimi vini greci (Thomas Hoby, sec. XVI) che le galee del Ducato trasportavano per vettovagliamento e commercio. Non solo legnami da costruzione navale, ricavati dai folti manti boscosi delle alture di Amalfi, furono dunque esportati quali merci preziose nei Paesi costieri nord-africani in cambio di oro per l’acquisto nel Levante di spezie, stoffe di seta, porpora e broccati destinati ai ricchi mercati italiani e europei, ma anche vini, frutta secca, castagne, nocelle, olio, mele, pere, agrumi, susine e ortaggi. La vite fu coltivata prima a filari uniti ad alberi da frutto in epoca romana, poi, soprattutto grazie alla colonizzazione benedettina tra i secc. X e XIII, fu piantata in terreni livellati a gradoni su ripidi pendii collinari fruendo di superfici vacue e bonificate situate in strette valli e gole a picco sul mare.  Fu piantata in piazze arginate da muri a secco detti macerine che, insieme alle pergole, fatte di pali e di pertiche di castagno incrociati per reggerne i tralci, costituirono fin dal Medioevo quegli elementi paesaggistici caratterizzanti che hanno meritato alla Costa d’Amalfi il riconoscimento UNESCO (1997) di Patrimonio dell’Umanità: "…un paesaggio - raccontava Ezio Falcone (ahimè, dimenticato o quasi), che ha dedicato buona parte della sua esistenza al recupero e alla valorizzazione della nostra cultura gastronomica, n.d.r. - che i contadini con lo sforzo generoso di generazioni hanno trasformato in Eden in cui si susseguono limoneti e vigneti rigogliosi, favoriti dalle particolari condizioni climatiche, le quali hanno permesso l’allignare di rare piante fiorifere che punteggiano, con intense note cromatiche, le tenui sfumature di verde».
«I tempi che viviamo - sottolinea il comunicato stampa - vedono un progressivo abbandono dell’agricoltura e dei valori ad essa legati, un tempo vivissimi nella ciclica celebrazione di feste dell’uva e del vino nei principali Centri agricoli dell’ex Ducato di Amalfi».  C’è da dire, a questo proposito, che lavorare la terra è faticoso e per niente redditizio, e che l'accesso ai fondi agricoli, posti alla sommità di ripide scalinate, in molti casi rimane difficoltoso. Una volta ci fu chi propose di nominare i nostri agrumicoltori "custodi" dei propri terrazzamenti, dalla cui tenuta dipende la salvaguardia del territorio dal dissesto idrogeologico. Certo, ci sarebbe voluta  un'integrazione del  loro reddito da parte dello stato. Ma, in tempo di recessione, chi se la sente di riprendere un discorso del genere?
Meglio della limonicoltura va la vinicoltura. Mentre prima le uve prodotte  erano in buona parte vendute a personaggi venuti da fuori, oggi esse sono vinificate in loco, grazie alle aziende vinicole che operano - egregiamente, alcune in modo eccellente - tra Furore, Ravello, Tramonti, e alla denominazione d’origine controllata. Cito ancora il comunicato stampa: «La necessità di riaffermare la tradizione costiera  della ‘coltura’ della vite e della ‘cultura’ del vino, di recuperare tecniche di  produzione e capacità di commercializzazione, di stimolare il restauro e la valorizzazione di vigneti, la difesa e il ripristino dei terrazzamenti e, in uno, la rinascita di un paesaggio di straordinaria rilevanza culturale ed economica (il giardino che a Salvatore Quasimodo, nel suo Elogio di Amalfi, ricorda i luoghi perfetti dell’infanzia) hanno favorito, nell’ambito degli eventi S.M.I.L.E. (Special Meetings International Lab for Events) programmati dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana,  la promozione da parte dell’Associazione “Giovane Europa” con il Centro, della Mostra Bacco nel Mediterraneo. Venticinque secoli di civiltà del vino nel ‘Mare Nostrum’ che esalterà “il vino nella tradizione popolare” attraverso l’esposizione di ceramica, stampe e arredi dal mito al XIX secolo, avvalendosi della straordinaria e prestigiosa collezione di Gianni Brandozzi di Ascoli Piceno, proprio in concomitanza con la Giornata Europea del Turismo del Vino indetta dalla Rete Europea delle Città del Vino e, per la Costa, dai Comuni di Furore e Tramonti».
La manifestazione si avvale dell'adesione della Regione Campania, della Provincia di Salerno, dei Comuni della Costa, dell’Associazione Culturale “Giovane Europa”, dell’Istituto Superiore di Studi Medievali “Cecco d’Ascoli” di Ascoli Piceno, della Fondazione “Federico II Hohenstaufen” di Jesi, di Esperti e Docenti universitari e di rinomate Aziende Vinicole del territorio.

 QUESTO IL PROGRAMMA
- Venerdì 9 novembre,  Amalfi, Arsenale della Repubblica
 ore 17.30 - Saluti e benvenuto delle Autorità ai convenuti. Inaugurazione della Mostra Bacco nel Mediterraneo.  XXV secoli di civiltà del vino nel  ‘Mare Nostrum’, a   cura   dell’Associazione   ‘Giovane   Europa’  di Ascoli Piceno e del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, con la consulenza storico-eno-gastronomica del Museo Archeologico di Napoli
- Sabato 10 novembre, partenza da piazza Flavio Gioia
ore 8.00 -         Escursione a Ravello e Tramonti - visita guidata presso le aziende  vinicole Ettore Sammarco di Ravello e  Giuseppe Apicella di Tramonti
ore 13.30 -      buffet a base di pietanze tipiche locali a Tramonti
ore 15.00-18.00, Tramonti, Sala municipale: Special Meeting Bacco,  vino e divino tra tradizione e cultura del Mediterraneo (prima sessione). Indirizzo di saluto di Antonio Giordano, sindaco di Tramonti; interventi di: Giuseppe Gargano, del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, su Vino e olio: tecniche di coltivazione, produzione e commercio da Amalfi al Mediterraneo; Laura Balestra, dell'Associazione Culturale “Giovane Europa” di Ascoli Piceno, su Dioniso-Bacco: l’enigma del vin; Walter Scotucci, dell'Archeoclub d’Italia – Roma, su  Storia e fortuna del vino in area picena al tempo dei Cesari. La produzione, il commercio e i suoi traffici.

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