giovedì 19 maggio 2016

I CENTOCINQUANTA MILIONI DI EURO PROMESSI DA RENZI PER SALVARE MONUMENTI E OPERE D'ARTE. MAIORI PUNTA SUL RESTAURO DEGLI AFFRESCHI DI PALAZZO MEZZACAPO

Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, che di fantasia ne ha davvero tanta (àto ca Berlusconi!), ha invitato i cittadini a inviare e_mail all’indirizzo bellezza@governo.it per segnalare beni artistici, architettonici, ecc. meritevoli di essere salvati dal degrado. Ha detto che il Governo s’impegna a destinare 150 milioni di euro a proposte formulate direttamente dai cittadini.
Se tutti si mobilitano, altro che 150 miliardi! Spàrte recchezza e addeventa miseria, ammonisce il proverbio. Il nostro paese ha un patrimonio di beni culturali a dir poco ingestibile, tanto è grande, indipendentemente dal fatto che, spesso, chi dovrebbe occuparsene gira lo sguardo da un'altra parte.
Io qualche idea  ce l’ho, la tengo per me. Non partecipo a questa specie di bonafficiata. E neppure a querelle paesanotte.  Ne resto fuori. Oltretutto, l’iniziativa del Capo del governo non mi entusiasma. Chi deciderà la distribuzione dei 150 milioni di euro e con quali criteri? Alla fine sarà più folto il numero dei soddisfatti o degli scontenti?
Non so dire come ci si stia muovendo in Costiera. So che da Minori sono partiti come siluro puntando sulla Villa Romana Marittima (ma non è già sotto il manto protettore della Soprintendenza?) e il campanile dell’Annunziata. Maiori mira al restauro degli affreschi di palazzo Mezzacapo, che è la sede della municipalità ed anche l’edificio più importante del centro cittadino. Io auspico che ci si riesca. Trovo la relazione  che accompagna la richiesta interessante ed esaustiva. Spero che il recupero delle pitture sulle vòlte e sui muri - oltre a dare maggior decoro al già bellissimo salone di rappresentanza -  possa aprire la via a ulteriori interventi, in particolare sulla facciata, in grado di riportare l'edificio - inserito nel nuovo look che ci si appresta a dare al corso Reginna per trasformarlo da "corridoio dei passi perduti", come una volta ebbi a definirlo, in "salotto buono"  - agli splendori di fine ottocento e inizio novecento (quando ci abitava, e vi dava feste, la nobile casata). 
Chiarisco qui come la penso, dato che un mio commento su questo argomento, postato su Facebook, ha generato qualche equivoco. Absit iniuria verbis.

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