venerdì 27 maggio 2016

IL "SENTIERO DEI LIMONI" E IL VILLAGGIO TORRE DI MINORI: UNA VERA CHICCA PER GLI AMANTI DEL TREKKING

‘Ncoppe Torre. Alzi lo sguardo, da Minori, e vedi una collina lussureggiante di limoneti che si dilata oltre la vetta, sul versante opposto,  affacciato sul paesaggio di Maiori. Una chicca per i turisti, quelli del centro e, più ancora, del nord Europa, avidi di conoscere, che amano andar per strade e sentieri impervi di campagna e arrivano già armati di appuntiti bastoni da trekking. Anche oggi, che una strada rotabile che ha tolto dall’isolamento il villaggio  Torre (alleviando il disagio di chi vi abita), il “sentiero dei limoni”, come lo definisce il mio amico Michele Ruocco, “tutore” di questa realtà contadina, appassionato difensore di quanti vi prestano la loro opera, consentendo così la conservazione di una coltura e di un ambiente che ci sono invidiati in tutto il mondo, è frequentatissimo. Oltretutto, il limone che ancora vi si coltiva, lo “sfusato amalfitano”, si caratterizza per forma, profumo, sapore, ricchezza di proprietà salutari, che lo rendono inconfondibile.
Ringrazio Michele per il ricco materiale documentario che mi ha fornito. E mi rammarico solo di non aver mai attraversato questo sentiero, caratterizzato da abitazioni sparse, a stretto contatto con giardini. Giardini di limoni, di che allora? Qui si realizzava la più grande produzione di tutta la Costiera, che impegnava tantissime persone e dava reddito alle loro famiglie. Oggi, chi continua in questa attività lo fa per un atto d’amore, per l’attaccamento alle proprie radici, come lo era la Rossella di Via col vento con Tara.
il panorama di Minori visto da Torre
Il “sentiero dei limoni”,  che si può affrontare indifferentemente da Maiori o da Minori, ha delle ramificazioni che consentono di raggiungere anche il campanile dell’Annunziata, risalente all’XI sec. (del quale si auspica il restauro attraverso le mail all’indirizzo bellezza@governo.it), l’ex convento di san Nicola, o di proseguire per Ravello (attraverso un altro sentiero, pure esso molto bello dal punto di vista panoramico). Per chi è pigro, come me, e non vuole perdersi la vista di questo piccolo paradiso, che è Torre, c’è sempre la possibilità d’imbarcarsi su una navetta da Minori, a orario prefissato.

Una sosta la merita anche la chiesa di San Michele Arcangelo si trova al centro del villaggio. Essa è sede della terza parrocchia minorese, dopo quella di santa Trofimena in centro e Villamena. La data di fondazione è incerta, ma è certamente più antica del 1270, quando si incontra la prima testimonianza documentaria su di essa. Semplice è la struttura dell'edificio, con ingresso unico, facciata piana e piccola torre campanaria. Ai lati dell'altare vi sono due tele raffiguranti la "Madonna Immacolata" e la "Visione di S. Pietro d'Alcantara".

Ma non ci sono soltanto i limoneti, lungo il percorso. Dopo aver attraversato il tratto denominato “areto ‘e mure” – mi dice Michele – , alla fine di una lunga salita ci imbattiamo in alcune case, proseguiamo e troviamo sotto le piante una panchina (ce ne sono anche altre) che all’ombra dei pini invita alla sosta contornata da aloe, agave, rosmarino. Mi percorrono pochi metri e una nuova scalinata conduce all’interno ovest della vallata. Si cammina in un tripudio di rosmarino, ginestre e carrubi. Addirittura, se la risacca (il mare giù, a portata di sguardo), lo sciabordio delle onde si sposa col cinguettio degli uccelli. Che spettacolo! Quanto rimpianto, per non aver ancora vissuto questa esperienza (spero di farla, prima o poi, con la guida accorta dell’amico Michele). Io che spesso, la mattina, quando sto a Maiori, “sul balcone di casa respirando / denso profumo di limoni in fiore / soffio a far bolle che mi ruba il vento / poi sciolgo il filo e mando l’aquilone / a inseguire le rondini nel cielo”.
Sigismondo Nastri

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