martedì 6 marzo 2012

"BEVIAMO LE STELLE", UNO SPETTACOLO TEATRALE A MOIO DELLA CIVITELLA

Venerdì 9 marzo, alle ore 19.00,  a Moio della Civitella, spettacolo teatrale dal titolo Beviamo le Stelle” nell’ambito del primo Festival della natura tra mito e realtà storica che si sta svolgendo in alcuni comuni del Cilento.   
Con “Beviamo le Stelle” Teatrocontinuo e Abracalam si propongono di raccontare storie d’acqua e di vino con un lavoro a metà tra il sacro e il popolare, dedicato sia al culto dell’acqua e alla sua sacralità, sia al suo uso quotidiano, in particolare con il lavoro delle lavandaie in un passato non tanto lontano. E ancora, in un incontro immaginario, Dioniso e Noè parleranno dei loro mondi, di inondazioni e dell’incontro con la vite.
Acqua, quindi, come madre buona quando nutre la terra, disseta e lava, ma anche matrigna quando scarseggia o si scatena con la forza devastante del diluvio e delle alluvioni; vino come piacere quando viene consumato con parsimonia ed eleganza, ma anche pericoloso quando se ne abusa, come sta accadendo in tutte le culture e civiltà di ogni latitudine del pianeta.
Sono temi suggestivi e di forte attualità che invitano ad alcune considerazioni e domande: come salvaguardare l’acqua, soprattutto ora che viviamo questo bene in termini di abbondanza al punto di abusarne fino allo spreco, senza rivolgere mai lo sguardo alle aree assetate del pianeta? Come fare un buon uso del vino, bevanda piacevole e rituale, con le sue rappresentazioni simboliche, come ce lo propone Dioniso, e non in quanto espressione di un paradiso di evasione, facile, artificiale e a buon mercato?
La narrazione non procede in senso logico ma per immagini, con una scrittura scenica che privilegia l’estetica visiva a quella letteraria e la rende comprensibile al di là dei significati del testo.
In scena due compagnie: accanto a Luciana Roma, Erica Taffara, Gianni Bozza, di Teatrocontinuo, ci saranno Roberto Caruso, Cristina Minoja della compagnia Abracalam. Con  sonorizzazioni, canti e percussioni di Luciana Roma e Roberto Caruso, per la regia di Ninì Scolari.

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