Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del
mare, è certamente un esordiente per quanto riguarda l’incarico di governo, ma
ha alle spalle vent’anni di esperienza come direttore generale di quello stesso dicastero (1991-2011). Non è un tecnico, e neppure un politico di primo pelo. Sorprende,
perciò, che si lasci andare a esternazioni a dir poco
impopolari, come quando ha dichiarato di essere favorevole a un ritorno del
nucleare, nonostante un referendum popolare ne abbia deciso l’accantonamento.
Ora tira in ballo gli organismi geneticamente modificati. Niente di male se si limita a
sostenere “che in Italia bisogna aprire
una seria riflessione che deve coinvolgere la ricerca e la produzione agricola
sul ruolo dell' ingegneria genetica e di alcune possibili applicazioni degli
Ogm”. Ma quando aggiunge che “senza l'ingegneria genetica oggi non avremmo
alcuni fra i nostri prodotti più tipici” e che “il grano duro, il riso
Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D' Avola,
la cipolla rossa di Tropea, il broccolo romanesco sono stati ottenuti grazie
agli incroci e con la mutagenesi sui semi” non può non sapere che scatenerà un putiferio. Perché, oltre al danno d'immagine, rischia di creare ulteriori difficoltà a dei settori produttivi già colpiti dalla crisi economica.

La specificità
del Pomodoro San Marzano dell’Agro Nocerino-Sarnese DOP – sottolinea il
presidente del Consorzio – è “solo ed esclusivamente il frutto del lavoro dei
nostri contadini che, con sacrificio e impegno, hanno conservato, difeso e
tramandato nel tempo questo ricchissimo patrimonio di biodiversità. Contadini
che coltivano i pomodori nel pieno rispetto di quanto indicato dal disciplinare
della Denominazione di Origine Protetta (DOP) e dell’antica tradizione campana".
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