Venerdì
scorso, 12 aprile, Aldo Masullo ha compiuto novant’anni,
omaggiato da tutto il mondo della cultura, non solo accademico: per quello che egli è, per quello che è
stato, per la testimonianza di una vita interamente spesa nella ricerca filosofica, nell’insegnamento universitario,
anche nell’impegno politico.
Ieri, sul “Roma”, edizione di Salerno, Rino Mele gli
ha dedicato una poesia: “Hai attraversato la pianura, i vicini sentieri delle /
montagne, con una grande coda una volpe ti segue, s’alza sulle ali, / è un
piccolo falco / nel volo, vorresti sentirne la voce, / lo stridere nell’aria,
il ruolo doloroso di preda / predace, volpe / e sparviero. Conosco la tua
antica ansia, il sapere / che s’addolora, la dolcezza / pietosa di sentire come
la cosa più ferma siano le / parole senza peso, il battito numeroso / delle
ali, il pensiero che ha sonno e non ha pace”.

Poi c’è una
dichiarazione, da lui resa nella ricorrenza del novantesimo compleanno, che vorrei far mia. Anche se di anni sto per
compierne appena settantotto: “I bilanci sono una specie di computisteria
della vita vissuta, che non è mai riducibile in termini di calcolo. Dunque se devo
proprio farne uno, scelgo un bilancio preventivo: a novant’anni preferisco
guardare al futuro piuttosto che al passato”. E’, anche questa, una bella lezione di filosofia, alla quale - giunti a un certo punto dell’esistenza - dovremmo tutti adeguare le nostre azioni, i nostri comportamenti.
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