lunedì 22 aprile 2013

I TRENT'ANNI DEL CENTRO UNIVERSITARIO EUROPEO PER I BENI CULTURALI DI RAVELLO




In un paese in cui tutto sembra scricchiolare -  valori etici e morali, istituzioni, la stessa speranza dei cittadini in un futuro più vivibile - ci sono ancora delle eccellenze in cui riconoscersi e di cui vantarsi. Per fortuna. Una di queste è riconoscibile nel Centro Culturale Europeo per i Beni Culturali di Ravello, che ha compiuto trent'anni, caratterizzati da un'attività intensa e altamente qualificante.
Fu fondato, infatti, proprio a Ravello, il 10 febbraio 1983 con atto del notaio Vincenzo Sisto.  L’iniziativa, però, era nata a Strasburgo nell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, dove  - nella Delegazione espressa dal Parlamento Italiano - sedeva all’epoca il senatore Mario Valiante, che riuscì ad orientare sulla cittadina della costiera la scelta della maggioranza di quell’organismo offrendo come sede i locali all’interno della Villa Rufolo, grazie alla disponibilità dell’Ente provinciale per il Turismo di Salerno, che ne è proprietario.
I sette soci promotori e i rappresentanti dei nove enti fondatori dettero vita al primo consiglio di amministrazione eleggendo come presidente il prof. Jacques Soustelle, accademico di Francia, archeologo e specialista della civiltà azteca e già ministro in Francia durante il gollismo. Quale segretario generale fu designato  il giovane Alfonso Andria che, da funzionario dell’Ente Provinciale per il Turismo, aveva seguito i rapporti con gli enti associati ed il lungo iter procedurale culminato nella formale costituzione del Centro, che più tardi avrebbe ottenuto il richiesto riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato con decreto del Presidente della Repubblica. Il Comitato scientifico, espressione della comunità scientifica europea, cominciò da subito ad assicurare alla giovane istituzione culturale un’attività di grande rilievo, soprattutto volta alla formazione di terzo livello nel settore della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio culturale.
Dopo alcuni anni fu proprio Mario Valiante ad assumere la presidenza del Centro e da poco più di un decennio a questa parte l’incarico è stato affidato ad Alfonso Andria, divenuto, intanto, presidente della Provincia di Salerno, poi europarlamentare e senatore della Repubblica, mentre la funzione di segretario generale è svolta dalla dott.ssa Eugenia Apicella, alla guida di uno staff tutto al femminile e di provata efficienza. Coordinatore dell’attività scientifica è il prof. Ferruccio Ferrigni, docente della facoltà di Ingegneria presso l’Università Federico II in Napoli.
Nei trent’anni che il Centro si lascia alle spalle è stata prodotta una qualificata e nutrita serie di iniziative costruendo una rete europea ed internazionale di relazioni con organismi omologhi, università, istituzioni governative italiane ed estere, e  sviluppando un’azione formativa, attraverso corsi a ciclo breve e workshops, nonché attività di ricerca ed eventi di natura convegnistica e seminariale, con un ritmo di pubblicazioni molto intenso.
In questo lungo arco di tempo, attraverso il Centro, Ravello ha potuto avvalersi di una notevole presenza negli esercizi alberghieri in periodo di bassa stagione  e quindi di un indotto economico non irrilevante.
Tra le iniziative più recenti, in collaborazione con Federculture e con FormezItalia, si segnalano i Colloqui Internazionali “Ravello Lab”, un’occasione annuale di confronto di operatori del settore pubblico e privato intorno al grande tema del rapporto tra cultura e sviluppo.
Alfonso Andria
Sabato 20 aprile, dopo  una messa in suffragio di alcuni scomparsi membri degli Organi del Centro - officiata da padre Giulio Cipollone, professore dell’Università Gregoriana di Roma, mons. José Manuel Del Rio, sottosegretario nel Pontificio Consiglio della Cultura, e padre Francesco Capobianco, direttore della Biblioteca San Francesco - s'è svolta la cerimonia celebrativa del trentennale. Vi hanno partecipato: Paolo Vuilleumier, sindaco di Ravello; Mario Valiante, socio promotore; Alfonso Zardi, capo del servizio di Governance e delle Istituzioni Democratiche del Consiglio d’Europa; Jean-Pierre Massué, socio promotore; Licia Vlad Borrelli, componente il Comitato Scientifico, Jean-Paul Morel, vice presidente; Salvatore Claudio La Rocca, responsabile relazioni esterne; Claude Albore Livadie, componente il Comitato Scientifico; Ferruccio Ferrigni, coordinatore attività; Marie-Paule Roudil, consigliere di Amministrazione; Secondo Amalfitano, in rappresentanza della Fondazione Ravello. Tutti hanno evidenziato con accenti diversi - attingendo alla memoria di un passato ricco di realizzazioni, ma anche commentando l’impegno più recente ed il lavoro nella fase attuale -  la ricchezza delle competenze maturate e la pluralità degli obiettivi conseguiti.
Nel chiudere la serie degli interventi, il presidente Andria ha, tra l’altro, affermato: “La nostra speranza - in un Paese che soprattutto negli ultimi anni si è negativamente caratterizzato per i tagli alla Cultura, di cui il Centro e tante altre istituzioni culturali sono stati vittime - è che malgrado la straordinaria difficoltà del tempo presente si riesca a costruire una prospettiva stabile e rassicurante per il futuro”.

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